De Magistris a Renzi: Costituzione
non è un gioco

De Magistris a Renzi: Costituzione non è un gioco
Lunedì 21 Novembre 2016, 09:58 - Ultimo agg. 11:29
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«La personificazione di questa campagna elettorale da parte di Renzi è la prova della deriva autoritaria che ha preso questo Governo. La Costituzione, signor Presidente, è la casa comune di tutte e tutti. Non è un suo giocattolo da distruggere per averne uno più consono alle sue ambizioni di potere». È quanto scrive, in un lungo post su Facebook, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. «Renzi è divenuto presidente del Consiglio con una manovra di palazzo. Governa senza legittimazione popolare. È minoranza nel Paese ma ha la maggioranza in Parlamento grazie ad una legge elettorale truffa, dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale. Gli illegittimi - sottolinea - al potere dopo aver mortificato la Costituzione con numerose leggi ordinarie (jobs act, buona scuola, espropri di democrazia, ecc.) ora la stanno violentando alle radici con la riforma Renzi/Boschi/Verdini ed il Popolo il 4 dicembre è chiamato a confermare il massacro oppure a difendere la Carta nata dalla resistenza al nazi-fascismo. L'attentato va fermato».

«Mai nulla di simile si era visto dal 1948. Il saldatore Renzi cerca di bombardare le fondamenta della Casa che ha unito il popolo per 70 anni. La propaganda e le menzogne del potere hanno superato ogni limite di tolleranza democratica. Il Premier usa e abusa del suo ruolo istituzionale per essere ogni giorno su tutti i canali di informazione per spingere a votare sì. Promettono soldi e prebende in caso di vittoria del sì. Spaventano il Paese sul rischio instabilità - aggiunge - Mentre è vero il contrario. Credibilità e affidabilità sono inesistenti». Per De Magistris «gli Italiani non si faranno condizionare da finte piogge di denaro e non si faranno spaventare da paure inesistenti. C'è da preoccuparsi, invece, se non si arresta questa deriva oligarchica, autoritaria e plutocratica che vede l'epicentro nelle modifiche costituzionali. C'è da essere allarmati se i diritti continuano ad essere soffocati».
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