Disabile candidata a sua insaputa,
a Napoli il giallo firme ed è scontro

Disabile candidata a sua insaputa, a Napoli il giallo firme ed è scontro
di Gerardo Ausiello
Lunedì 30 Gennaio 2017, 08:28 - Ultimo agg. 19:46
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Sono tanti gli interrogativi a cui la magistratura dovrà dare risposta nella misteriosa vicenda dei disabili - almeno otto, forse di più - candidati a loro insaputa nelle liste elettorali alle ultime Comunali. Tra questi figura la 23enne F. D. S., affetta da sindrome di down, che, come ha raccontato Il Mattino, ha scoperto di essere finita nella civica Napoli Vale-Valeria Valente sindaco solo qualche giorno fa, quando la Corte di Appello le ha notificato un provvedimento invitandola a presentare il rendiconto completo dei contributi ricevuti e delle spese effettuate per la campagna elettorale. Porta la firma dei suoi genitori la denuncia consegnata nelle mani dei carabinieri, che potrebbe essere la prima di una lunga serie. Un'altra denuncia sta infatti per essere presentata proprio da Valeria Valente che, in questa strana vicenda, si considera «parte lesa»: « Nelle prossime ore - annuncia su Facebook la deputata e capogruppo del Pd in Consiglio comunale - tramite i miei legali presenterò una richiesta di accesso agli atti e, dopo aver studiato le carte, un esposto in Procura per chiedere che venga fatta piena luce sull'intera vicenda. Com'è evidente, sono totalmente estranea ai fatti. È inaccettabile, però, qualsiasi ombra. Sono indignata. Se qualcuno ha sbagliato o se qualcuno sta provando a gettare fango deve risponderne. In entrambi i casi, o anche se semplicemente si trattasse di un malinteso, sono comunque parte lesa in questa vicenda. A uscirne danneggiata è la mia immagine pubblica. E io - avverte - non ci sto a finire in questo tritacarne».

Sebbene il giallo non coinvolga direttamente il Pd, ma appunto la civica presentata da Valente, a invocare chiarezza è anche il segretario provinciale dei democrat Venanzio Carpentieri: «È necessario - osserva - fare piena luce su eventuali irregolarità che dovessero essersi verificate nella presentazione delle liste. Le anomalie di cui si sta parlando in queste ore sono fatti gravi. Ben vengano, quindi, tutti gli accertamenti del caso». Carpentieri si mostra sorpreso: «Si tratta di procedure burocratiche complesse. Ogni soggetto inserito in lista deve firmare la propria candidatura alla presenza di un notaio, o comunque di un pubblico ufficiale, e l'identità degli aspiranti consiglieri viene verificata con i documenti di riconoscimento». A fornire spiegazioni, allora, dovranno essere i protagonisti e coloro che materialmente si sono occupati delle scartoffie. Come la capolista Lida Viganoni, che però non risponde al telefono, o come Giorgio Lanzaro, coordinatore del comitato elettorale di Valente: «Sono passati mesi - dice - non ricordo chi abbia materialmente consegnato la lista. Sui territori ci affidavamo ai coordinatori dei circoli che ci presentavano tante persone interessate. Non avevamo certo bisogno di trovare nomi per riempire le liste». Di «una evidente falla all'interno del sistema di identificazione delle candidature» parla invece Toni Nocchetti, presidente dell'associazione «Tutti a scuola», da anni in prima linea in difesa dei diritti dei disabili: «In questa storia l'unica certezza è rappresentata dal fatto che una donna è stata inconsapevolmente candidata.

Un episodio molto grave che mi auguro non venga sottovalutato. Poiché viviamo in un Paese che ha delle regole, spetterà alla magistratura farle rispettare. Auspico, dunque, che la Procura vada fino in fondo individuando i responsabili e tutelando così i diritti di Federica e della sua famiglia ma anche di altre persone che sembra abbiano subìto la stessa spiacevole sorte». Categorico l'europarlamentare di Forza Italia, Fulvio Martusciello: «Valente si dimetta da consigliera comunale. Avventura finita». 

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