Elezioni a Napoli, risiko liste: parte la caccia ai candidati imbarazzanti

Elezioni a Napoli, risiko liste: parte la caccia ai candidati imbarazzanti
di Pietro Treccagnoli
Martedì 3 Maggio 2016, 12:50
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È cominciata la settimana cruciale. Sabato saranno consegnate le liste per le Amministrative (Comune e dieci Municipalità) e il caravanserraglio della corsa a ostacoli sarà noto e completo. Nero su bianco. Conosceremo i nomi degli oltre diecimila aspiranti a uno dei 340 posti di impiego pubblico a tempo determinato, come ormai sono diventate queste elezioni. Il meccanismo per eleggere sindaco e presidenti di quartiere spinge a raccattare più liste possibili. E questo stanno facendo i vari candidati (ad eccezione, per ora, dei Cinquestelle). Molti concorrenti sono in predicato, tanti sono sicuri, altri, dati per certi o corteggiati, hanno rinunciato.

Tutti gli schieramenti sono a caccia del fiore all'occhiello o della foglia di fico della società civile o impegnati a sottrarre cavalli vincenti all'avversario. Quindi registreremo, ai nastri di partenza, molti cambi di casacca, non solo rispetto a cinque anni fa, ma anche a un anno fa, quando si è andati alle urne per le Regionali.Ogni schieramento potrebbe avere la propria zella da grattarsi, il tallone d'Achille, l'impresentabile o lo stridente imbarcato solo perché porta voti.

La caccia è al voto centrista, tradizionalmente indeciso, fluttuante o tendente all'astensionismo. Dopo il caso del massone, Enzo Peluso, in pectore per entrare nella lista del sindaco Luigi de Magistris e scaricato giusto a tempo per incompatibilità tra fratelli muratori ed ex-pm, restano aperti altri fronti. Nel circo che sarà allestito da qui a giugno ritroveremo la qualunque. L'aspirante sindaco del centrodestra, Gianni Lettieri, non rinuncia a Marco Nonno, consigliere in carica, il più votato cinque anni fa, attualmente vice-presidente del Consiglio comunale (eletto a suo tempo anche dalla maggioranza arancione). Nonno è stato condannato in primo grado a otto anni e mezzo per devastazione durante i fatti di Pianura del 2007. Fino al terzo grado c'è la legittima presunzione di innocenza che gli va garantita, ma resta da capire se è opportuno accaparrarselo, al di là del pacco di voti (3600, nel 2011) che porta con sé.

Tra le 15 liste per Lettieri non ci sarà l'imbarazzantissima, almeno a Napoli, «Noi per Salvini». Ma il referente cittadino del leader leghista, Gianluca Cantalamessa, troverà un posto nello schieramento dell'imprenditore che ha ormai incamerato la lista di Enzo Rivellini («Napoli Capitale»), fino a qualche giorno in corsa di suo per la poltrona più ambita di Palazzo San Giacomo. Ora il leader del centrodestra sta provando a prosciugare il bacino dei porta-voti di Fratelli d'Italia che ha in Marcello Taglialatela il proprio candidato a sindaco. Molti Fratelli, transfughi della destra, saranno sparsi a concimare varie liste di stretta osservanza lettieriana. Ci sarebbe bisogno di essere rassicuranti per intercettare i moderati, evitando di imbarcare estremisti come accadde cinque anni fa. Ma si sta andando à la guerre comme à la guerre.Pure il fronte di de Magistris, dopo aver compattato l'area antagonista e la sinistra, punta a guadagnare consensi al centro. Lo stesso sindaco l'ha annunciato alla convention del cinema Modernissimo quando ha ufficialmente aperto la propria campagna elettorale: «Bisogna andare oltre il recinto del centrosinistra». Quindi aspettiamoci sorprese non sempre gradite all'ala radicale dello schieramento, come poteva essere proprio lo scaricato Peluso, quando è stato sgamato con grembiulino e compasso.

Ma non è escluso che candidati di Lir (Liberali-Repubblicani), il movimento guidato da Peluso, non sparpagli propri «fratelli» nelle liste di sostegno al leader arancione. Di sicuro non c'è una lista Lir: sarebbe stato difficile mettere insieme quaranta nomi. Tra le quattordici liste che sostengono il sindaco ne spiccano diverse meridionaliste-identitarie. Ma la più curiosa è «Ce simme sfaseriati», capeggiata da Vincenzo Caniglia, detto «Caf» (dirige centinaia di patronati).

Cinque anni fa era in corsa con Lettieri («Noi Sud») e raccolse oltre 1100 preferenze. Mica lo si può lasciare a casa o dall'altra parte? Arruolato. Direttamente in «Dema», la principale lista arancione, dovrebbe candidarsi la cantante italo-tunisina M'Barka Ben Taleb (tra le protagoniste del film «Passione» di John Turturro). Un anno fa era in una lista che doveva appoggiare Vincenzo De Luca e che fu cancellata prima del voto, ma lei ha continuato a sostenere l'ex-sindaco di Salerno, presenziando a diverse cene elettorali. Un'altra cantante, Monica Sarnelli, a lungo corteggiata, ha detto di no. Pronti al salto della quaglia anche molti tra coloro che hanno sostenuto Antonio Bassolino nelle Primarie e che, con la sconfitta dell'ex-sindaco, stanno trasmigrando, come era prevedibile, con de Magistris, pur di punire Valeria Valente. Non ci sono nomi pesanti, ma faticatori, portatori di voti che, per quanto si sa, correranno quasi tutti nelle Municipalità. C'è innanzitutto Giorgio De Francesco, presidente uscente della X Municipalità, che si è speso molto per Bassolino. Ora affiancherà il sindaco in carica.

Del resto cinque anni fa era sostenuto anche dalla lista arancione «Napoli è tua» e da Idv, allora in quota arancione. La candidata democratica ha le sue gatte da pelare. Tonino Borriello, il consigliere finito nella polemica degli euro in cambio dei voti alle Primarie, troverà sicuramente un posto in lista. Forte del suo feudo a San Giovanni a Teduccio, è stato persino «assolto» dal Pd che ha giudicato regolarissima la consultazione contestata dal vecchio leader. Nessun imbarazzo dei «valeriani», ma la sua presenza è uno dei motivi della diaspora dei bassoliniani che l'hanno bollato come un traditore. Le altre due spine nel fianco della Valente sono la scelta dei candidati alla presidenza delle Municipalità, che la deputata vorrebbe affidare tutte a personaggi della società civile, e il patto con i verdiniani di Ala, in odor di cosentinismo.

Autentici mal di pancia, quindi, che non aiutano la rimonta, ma si possono trasformare, piuttosto, in palle al piede, con somma gioia di quella parte del Pd che, sotterraneamente o apertamente, sta lavorando per la sua sconfitta.A completare lo spettacolo circense ci sono le liste strampalate di disturbo o in cerca di visibilità. Metteremo nel conto le solite presenze dei microscopici partiti comunisti (sempre più risucchiati dall'area pro-DeMa), ma tra quelle che si sono già fatte avanti spicca «Ricomincio da Dieci» di tal Antonio Del Piano. Da mesi ha invaso con i suoi manifesti i muri della città. Il nome, ispirato a Troisi, punta sul numero della maglia di Maradona. L'obiettivo? Realizzare uno stadio per il Napoli da intitolare a Diego. Resta una settimana scarsa per avere il programma completo delle esibizioni. Si aprirà il tendone e si faranno avanti trapezisti, trasformisti, domatori, opportunisti, clown, reduci, cavallerizzi, incappucciati, illusionisti, nani e ballerine. Tacabanda.
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