«Ho raccolto il grido d’allarme di una delegazione di familiari e rappresentanti del Comitato Diritto alla Cura, che hanno manifestato enorme preoccupazione per l’attuale situazione di stallo della Legge di iniziativa popolare per persone con gravi patologie disabilitanti, sottoscritta da dodicimila persone. È ora che questa Legge venga portata in Consiglio regionale». È quanto afferma la consigliera regionale di Demos democrazia solidale, Roberta Gaeta.
«La Commissione sanità dimostri con i fatti l’intenzione di tutelare i più fragili tra i fragili.
Poi Gaeta aggiunge: «Inoltre, sempre in sede di Tavolo Tecnico tenuto lo scorso luglio, si era stabilito di predisporre una circolare indirizzata a tutti i distretti sanitari, che purtroppo non è ancora inviata, al fine di sospendere qualsiasi azioni che potesse andare contro il benessere dei pazienti. Purtroppo, al contrario, a partire dal mese di agosto, alcuni Distretti Sanitari, disattendendo quanto deciso in sede di Tavolo Tecnico della Commissione Consiliare Regionale della Sanità, ha proceduto a trasferire i pazienti nelle Rsa. Nelle more dell’approvazione e dell’entrata in vigore della delibera e dell’approvazione della legge di iniziativa popolare, ritengo che le condizioni di questi pazienti debbano essere rivalutate in commissioni UVBR svolte secondo quanto prescritto dalle normative vigenti. Non è regolare infatti che i controlli relativi all’attuazione dei progetti individualizzati vengano effettuati in Unità di Valutazione in cui sono assenti membri che la compongono e che sono indispensabili per la loro validità. Provvederò a fare in modo che coloro che ne hanno la responsabilità, diano conto del loro operato».
«Non è tollerabile - conclude la consigliera regionale - che non si sia tenuto in considerazione il bene di persone che già soffrono di una condizione di estrema fragilità. La salvaguardia delle persone, per di più con gravi patologie, non deve conoscere differenze e deve diventare un obiettivo comune. Ritengo infatti inammissibile che vengano ignorati i bisogni fondamentali di pazienti gravi».