Grillo, l'ironia: sospenderemo i nostri appena eletti

Grillo, l'ironia: sospenderemo i nostri appena eletti
di Pietro Treccagnoli
Mercoledì 18 Maggio 2016, 08:26 - Ultimo agg. 15:40
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Fino all'ultimo, quasi si trattasse già del voto per le Comunali, s'era discusso soprattutto del sold out che non è stato centrato. Beppe Grillo all'Augusteo di Napoli è venuto a recuperare una data del suo tour che s'è caratterizzata come infausta. Doveva andare in scena il 12 aprile scorso e proprio in mattinata lo raggiunse, in un albergo sul Lungomare, la notizia della morte di Gianroberto Casaleggio. Inevitabile, allora, il forfait. E ora, un mese abbondante dopo, il ritorno, in piena campagna elettorale, con il brianzolo Matteo Brambilla in platea (poco lontano da Roberto Fico). Beppe da autentico istrione in questo «Grillo vs Grillo» sa mostrare di saper frullare l'attualità, tenendo botta: la butta in politica quando è necessario e in battute feroci quando gli scappano, o fa finta che gli scappino. Grillo politico, Grillo comico, Grillo diviso ma pur sempre Grillo Parlante.
 

 

Il mattatore non si è tirato indietro. Sebbene rammaricato per diversi posti vuoti: «Non c'è il pienone perché in tv c'è Gomorra e tutti i napoletani sono lì a guardare». Chiudendo lo spettacolo con un'uscita autoironica sul movimento. «Con quello che sta succedendo, chiunque viene eletto con i CinqueStelle lo sospendiamo subito, mano a mano che attua il nostro programma». L'Italia, aveva già detto, è governata da «politici che non sanno riconoscere le emozioni degli altri perché non ne hanno, sono malati di alessitimia, non capiscono le emozioni. Abbiamo dei finti giovani che sono come dei vecchi di 80 anni». E ancora: «Se i fascisti e nazisti non sono entrati in parlamento è grazie a noi». Ma già dalle prime battute s'è capito dove andasse a parare: «Come comico ho perso il diritto alla satira e non ho l'immunità come politico».

La prende da lontano. Parla dell'infanzia a Genova vicino al porto così simile a quello di Napoli con i primi travestiti che da Napoli venivano, della sua famiglia tra figli musulmani e vegani che lo costringono a mangiare gli spaghetti al tofu. Qui la comicità si esprime al massimo. Surreale e realista insieme. Paradossi a raffica. «C'è gente in sala venuta a capire se sono un comico o in politico» incalza. Quindi i suoi studi, le assurdità dei compiti di matematica (un poco alla Massimo Troisi). La scelta del cabaret, l'incontro con Baudo e la tv, venti milioni di spettatori e una censura invasiva da beffare. «Facevamo tre volte gli ascolti di Gomorra». Ma arriva il cigno nero della battuta sui socialisti e l'epurazione dalla Rai durata 14 anni che paradossalmente l'ha consacrato. «Divento un eroe, non me l'aspettavo. Una nuova vita, facevo spettacoli sempre stracolmi». Ricorda anche le discese a Napoli e in Campania e imita Vincenzo De Luca, «un comico nato».

Continua: la denuncia dello scandalo Parmalat, le centotrenta denunce: «Berlusconi ne avute 35, io cento di più». Il suo racconto si avvicina alla politica. La passione per l'inventore del microcredito, il, Nobel Yunus. L'amicizia con Renzo Piano, però lo punzecchia perché in Senato «fa degli assist a quel minorato di Matteo Renzi» (e giù applausi a scena aperta). Ed eccolo a Casaleggio. Quando sul maxischermo passano le sue foto, scatta un nuovo applauso. «Ci accomunava la voglia di fare il bene in modo disinteressato» ricorda. Nasce il blog: «Un'avventura con il primo post di due righe, a mezzanotte. C'è qualcuno che mi sta seguendo, scrivo. Nessuno vedeva. Ma all'una di notte mi arriva la risposta del mio vicino. Il messaggio aveva fatto il giro del mondo per tornare al punto di partenza».Come in un arabesco va e viene dai suoi temi, tra ricordi veri, un po' inventati e freddure. Lo spettacolo si fa politica e la politica spettacolo. «Siamo l'unico movimento al mondo» ripete «che ha rinunciato a 42 milioni. Una nuova generazione si è affacciata all'orizzonte. Ma abbiamo sbagliato la comunicazione, ci dicono che siamo come gli altri». Mescola utopie e scienze, invenzioni strane e i rischi del mercato che ha sostituito l'individuo. Il sudore lo avvolge e lo travolge, ma lui è instancabile.
Il pubblico gradisce.Riferimenti colti, come il diritto alla felicità inserito nella dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti su ispirazione del napoletano Gaetano Filangieri. Napoli entra e esce dal suo show, come quando spiega che la Apple ha scelto Napoli perché qui ci sono le più grandi intelligenze e i più grandi hacker del mondo. 

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