Anm Napoli, bus e metropolitana verso i privati: la Regione Campania avvia la gara europea

Anm Napoli, bus e metropolitana verso i privati: la Regione Campania avvia la gara europea
di Paolo Barbuto
Lunedì 21 Ottobre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 09:59
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Fra settanta giorni lo storico accordo fra Regione e Comune, che prevede l'assegnazione del trasporto pubblico napoletano ad Anm, scadrà. E non sarà rinnovato: la gestione di bus, tram e metropolitana di Napoli verrà decisa tramite una gara europea alla quale parteciperanno (potrebbero) i colossi dei trasporti continentali, così per la modesta e devastata Anm le possibilità di vincere quel bando sono davvero pochine, chissà se anche proverà a partecipare.
 
Basterebbero le prime 15 righe di questo articolo a generare tensione, clamore, apprensione invece Napoli quando s'è accorta di quel che stava per accadere ha giudicato la questione di scarso interesse; finanche i dipendenti dell'Anm hanno preso la notizia senza eccessivi sussulti.

Eppure proprio i 2.200 addetti dell'azienda dei trasporti napoletana dovrebbero essere particolarmente preoccupati per un futuro che non si annuncia tranquillo. Sarà pur vero che i tempi di diffusione e assegnazione del bando europeo possono diventare lunghi, però c'è la concreta ipotesi che nel tempo massimo di 24 mesi l'Anm venga cancellata e non c'è da parte dei dipendenti una costante azione di sollecito nei confronti dei vertici aziendali o di Palazzo San Giacomo. Gli stessi sindacati hanno cercato di manifestare, hanno tentato di coinvolgere la città e i colleghi dell'Anm ma i risultati sono stati pochi e scadenti.

Cosa finirà nel bando a disposizione del mercato europeo?

Oltre all'affidamento del servizio di trasporto, all'azienda che subentrerà verranno anche assegnati i mezzi e le infrastrutture per realizzare quel servizio, naturalmente nel bando non esiste un capitolo destinato al mantenimento dei posti di lavoro per i quali ogni azienda potrà decidere a suo piacimento.

Se il passaggio di consegne dei bus malmessi può interessare poco, c'è, invece, il comparto del ferro che rappresenta un boccone prelibato per chiunque abbia in animo di gestire i trasporti napoletani. E qui va chiarito un altro punto: il servizio di superficie (bus tram e filobus) può essere assegnato a una società, quello che viaggia sotto terra, cioè la metro, può andare a un'azienda differente; ed è proprio quest'ultima porzione che piace a decine di operatori in ogni paese d'Europa. Anche perché dietro l'angolo c'è una svolta imponente per la metropolitana della città.

Nel giro di due anni arriveranno venti nuovi treni così i tempi delle corse saranno realmente ridotti e competitivi come quelli delle grandi città europee; nel giro di quattro anni i binari raggiungeranno l'aeroporto di Capodichino e finalmente il percorso dei treni sotterranei di Napoli avrà un impatto definitivo sulla mobilità napoletana. C'è, poi, la questione delle stazioni che sono opere d'arte e rappresentano un'eccellenza mondiale, sicché non c'è dubbio sulla competitività dell'affare-metropolitana per un privato disposto a investire nel settore.

Palazzo San Giacomo non si sbilancia sull'argomento. Assessori e tecnici hanno già chiarito che non è questione di cattiva volontà ma solo di rispetto delle norme europee che non consentono più l'affidamento diretto del trasporto pubblico locale ma pretendono che ci siano gare di evidenza continentale: insomma, non c'è nessuno che ha sbagliato nella questione dell'assegnazione del servizio.

Qualche errorino, invece, è evidentemente stato commesso nella gestione dell'Anm se è vero, come è vero, che la società si trova ancora in bilico sul baratro del concordato in mano alla sezione fallimentare del tribunale. Fra una quindicina di giorni verranno riuniti i creditori che dovranno dare, tutti, parere positivo al piano di rientro. Pare che non ci sia nessuno disposto a mettersi di traverso, quindi il concordato dovrebbe andare a buon fine.

Ma secondo voi un'azienda che viene da un periodo di devastante gestione che ha sfiorato il fallimento, quali armi può avere per combattere con le più grandi società di trasporto italiane ed europee per la gestione del trasporto pubblico? Domanda retorica, la risposta la conoscete già.

Eppure sulla questione del trasporto pubblico locale, il Comune di Napoli continua a fare le barricate contro la Regione. È di qualche giorno fa la decisione della Giunta Comunale di rivolgersi al Tribunale Amministrativo per contestare la decisione della Regione sulla divisione dei fondi a tutta la Campania.

La delibera di Santa Lucia prevede che a Napoli vengano versati 58 milioni di euro per l'anno che sta per concludersi (per la precisione si tratta di 58.484.022) il Comune di Napoli sostiene che quei soldi sono pochi e che il totale dei 307 milioni destinati alla Campania va suddiviso diversamente erogando più denari al capoluogo. Deciderà il Tar che negli ultimi anni (la battaglia si ripete ciclicamente) ha confermato le decisioni della Regione.

Nel frattempo i trasporti di Napoli vano verso la privatizzazione, così la foto postata dal sindaco de Magistris felice dinanzi ai nuovi treni in costruzione, appare paradossale: quei vagoni saranno gestiti da qualcun altro, non c'è molto da sorridere, purtroppo.
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