L'Arte di parte: chi sostiene chi (e perché) tra i napoletani famosi

L'Arte di parte: chi sostiene chi (e perché) tra i napoletani famosi
di Fabrizio Coscia
Sabato 28 Maggio 2016, 13:15 - Ultimo agg. 13:21
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I social network ai tempi della propaganda elettorale a Napoli rischiano di diventare una piazza virtuale ancor più livorosa di quella reale (dove pure può capitare che il sindaco in comizio lanci minacce scatologiche al presidente del Consiglio). Prendete la bacheca dello scrittore Peppe Lanzetta, che con i suoi «pensieri del giorno» lancia bordate contro il sindaco De Magistris e i suoi sostenitori. Qualche esempio? «Visto che il fratello del sindaco ha dichiarato reddito zero perché non ci mobilitiamo e l'aiutiamo? Magari possiamo organizzare un concerto con Enzo Avitabile e l'incasso lo devolviamo a lui così almeno potrà andarsi a fare due bagni sul lungomare liberato»; «alle mezze calzette che sostengono de Magistris sperando in qualche concertino per poter prolungare la loro squallida vita consiglio di passarsi la mano per la coscienza, di avere un po' di dignità e ammettere che quando non ce la fai ad arrivare al successo non te la puoi prendere con chi ha una marcia in più»; «A quelli che hanno preso parte al libro Voci della città i cui proventi servono per finanziare la Dema vorrei chiedere: avete mai letto un libro? Sapete cosa vuol dire essere scrittore? Quanta sofferenza impone! Mi dispiace per Alex Zanotelli, persona seria. Per gli altri un consiglio: andate a raccogliere i pomodori nella Terra dei Fuochi».

Interpellato sul tono al vetriolo dei suoi post, Lanzetta si difende dicendo che trattasi di provocazione condita da sana ironia. «Ha a che fare con del male ricevuto - spiega, però - con umiliazioni subite, ma dovrei scoperchiare altarini che non voglio rivelare». Niente di politico, dunque, e molto di personale. Eppure Lanzetta già da tempo appoggia pubblicamente Lettieri: «È una persona straordinaria, che viene dal basso e si è inventato la vita come me. De Magistris, se lo conosci lo eviti». Lanzetta è un fiume (di rabbia) in piena: «Ho conosciuto voltagabbana, artisti che per un concertino hanno cambiato maglia. Io no, io sono un artista serio, rigoroso». Il riferimento a Enzo Avitabile, citato nel post, non è puramente casuale, dal momento che l'artista si è esibito al concerto di Napolisona a Piazza Dante, pochi giorni fa, con Edoardo Bennato, e ha cantato sul palco insieme a De Magistris. «Avitabile era con me e Peppe Barra quando si è presentato il libro di Lettieri. Sono miserie culturali, fatte di piccole alleanze, ma in tutto questo gli artisti dove sono? Io non sono alle dipendenze di nessuno, e voglio avere la libertà di appoggiare chi mi pare e piace». Toni più concilianti ma non meno critici usa sulla sua bacheca fb anche il regista e sceneggiatore napoletano Carlo Luglio, che posta una lettera aperta a Claudio De Magistris, in risposta alla sua minaccia di querela contro chi lo diffami, facendo le pulci all'operato del sindaco: «Non mi piace affatto come Luigi ha governato Napoli in questi 5 anni - scrive Luglio - riempiendosi spesso la bocca di slogan e di proclami con fame mediatica ma senza dare davvero una sterzata ai veri problemi cittadini». Luglio ricorda «lo sperpero e lo scempio che è stato fatto con i milioni di euro con il Forum delle culture» e «l'allontanamento coatto di tutte le menti pensanti che infastidivano per troppa autonomia di pensiero». E dopo l'esame del «bilancio dei proclami mai passati a fatti concreti», arriva anche qui la sferzata diretta al campaign manager dell'ex pm: «Mi domando e ti domando con cosa guadagni e come, visto che il lavoro che regali al Comune è solo di supporto a noi cittadini? Non è meglio per tutti noi chiarirlo bene? E non è un modo comunque quanto meno ambiguo aver messo te come factotum degli eventi culturali o mondani cittadini che se non è una sistemazione familiare, è qualcosa di simile?». Il post ha provocato il commento piccato di Gaetano Di Vaio, cofondatore con Luglio nel 2007 della «Figli del Bronx Produzioni», attore nella serie Gomorra, scrittore di successo con il libro autobiografico «Non mi avrete mai» (Einaudi) e regista: «stupidi commenti tipici di quei bacchettoni che sanno criticare ma non sanno proporre un cacchio e tantomeno sanno mettersi in discussione», ha scritto.

Ma poi Di Vaio, che collabora con il Comune, in un programma per i giovani a rischio, rincara la dose, facendosi prendere un po' la mano.
Risultato: il produttore viene bannato dal suo (a questo punto ex) amico, che sentenzia: «Tu che fai il duro e puro e passeresti sul cadavere di tua madre pur di assecondare i tuoi bisogni».A tranquillizzare gli animi dei sostenitori di De Magistris arriva però il breve video di Erri De Luca, che con tono pacato e in posa un po' rigida legge il suo proclama a favore del «sindaco giurista». Lo scrittore ha sottolineato il traguardo più importante del primo mandato di De Magistris: «L'assenza di corruzione nell'amministrazione pubblica». Con il sindaco «gli approfittatori sono rimasti a bocca asciutta», dice, e un altro mandato «consegnerà un foglio di via a tutti i corruttori e i corrotti». In un'Italia che «soffre le febbri malariche della corruzione - metaforizza in chiusura De Luca - De Magistris incarna a Napoli la novità della bonifica».
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