Listopoli, blitz della Finanza nello studio di Mola

Listopoli, blitz della Finanza nello studio di Mola
di Leandro Del Gaudio
Domenica 19 Febbraio 2017, 11:35 - Ultimo agg. 15:18
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Cercano riscontri, vogliono sapere chi ha compilato a mano i modelli di accettazione alla candidatura risultati completamente fasulli. Se fosse un poliziesco si potrebbe dire che sono andati a cercare la «pistola fumante», la classica prova schiacciante in grado di avvalorare la colpevolezza di qualcuno. Ed è in quest’ottica che hanno messo a segno un blitz, lì nello studio di Gennaro Mola. Via Toledo, bussa la finanza. I militari chiedono e ottengono di mettere a segno una perquisizione mirata, nel corso dell’inchiesta sulla lista civica Napoli Vale Valeria Valente sindaco.

Ricordate il caso dei nove cittadini candidati a loro insaputa? Inchiesta aperta, la scorsa mattinata una nuova mossa da parte degli inquirenti che non è passata inosservata. Perquisito lo studio del convivente di Valeria Valente, la scorsa primavera dominus nello staff elettorale nella rincorsa a Palazzo San Giacomo. Pochi giorni fa, Mola ha appreso di essere indagato con l’accusa di brogli elettorali dalla lettura dell’invito a comparire e a rendere un interrogatorio. Una svolta largamente annunciata nei suoi confronti, almeno dopo l’interrogatorio del consigliere comunale Pd Salvatore Madonna (il primo ad essere stato iscritto nel fascicolo), che lo aveva indicato come il responsabile della compilazione dei candidati.

Ed è così che ieri mattina, Mola ha fatto i conti con una nuova mossa da parte della Procura, studiata in attesa di essere interrogato dai pm a stretto giro. Inchiesta condotta dal pm Stefania Buda, magistrato in forza al pool reati contro la pubblica amministrazione del procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, chiaro l’obiettivo della perquisizione: i pm cercano gli originali, vogliono conoscere la mano di chi ha compilato (rigorosamente a penna) i modelli di accettazione alla candidatura, che sono i documenti necessari a poter lanciare nell’agone elettorale i singoli cittadini. Trattandosi di documenti scritti a mano, dovrebbe essere gioco facile chiudere il cerchio attorno a uno o più responsabili.

Difeso dal penalista Bruno Von Arx, Gennaro Mola si prepara a sostenere l’interrogatorio martedì mattina, dopo aver preso pubblicamente le distanza delle accuse che gli sono state mosse da Madonna. In sintesi, siamo di fronte a due versioni diametralmente opposte. Da un lato, Madonna (difeso dal penalista Carlo Di Casola) ha ricordato di aver autenticato 13 schede personali, nove delle quale riguardanti cittadini inconsapevoli di essere candidati, solo su richiesta del partito: quelle schede - ha spiegato Madonna - me le ha portate sulla scrivania Gennaro Mola.

Dall’altro, Mola ha respinto questa ricostruzione, nel corso di un comunicato stampa, negando anche la circostanza di aver portato plichi di carte a Madonna. Versioni a confronto, necessario acquisire i documenti originali, semmai sottoporli in un secondo momento a una perizia calligrafica. Ieri il blitz, sotto il coordinamento dei finanzieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura, agli ordini del colonnello Luigi Del Vecchio, che ha acquisito una serie di documenti nello studio di Mola. Ma c’è anche un altro punto da mettere a fuoco e riguarda la questione delle banche dati. L’obiettivo in questo senso è capire dove sono sbucati i nomi dei nove cittadini piazzati nella lista Napoli Vale. In base a quale ragionamento, si è deciso di rubare l’identità di un pensionato o di una studentessa per gonfiare la prima lista a sostegno della parlamentare nella corsa alle comunali. Ma non è tutto. 

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