Patto per Napoli, negozianti del centro storico: «Pochi 20 milioni»

Patto per Napoli, negozianti del centro storico: «Pochi 20 milioni»
Giovedì 27 Ottobre 2016, 12:36 - Ultimo agg. 12:40
2 Minuti di Lettura
Per il Centro storico di Napoli «sono pochi i 20 milioni inseriti nel Patto per la città» firmato ieri dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal sindaco della Città metropolitana di Napoli Luigi de Magistris. La pensa così Agostino Ingenito, presidente regionale di Abbac, associazione che riunisce i proprietari e gestori di immobili ad uso turistico e che aderisce alla rete nazionale Aigo Confesercenti.

«Serve un vero piano di rigenerazione urbana - spiega Ingenito - che punti alla messa in sicurezza, la risoluzione di annosi grovigli burocratici e di competenza e che offra concrete occasioni di un recupero funzionale degli immobili, lavorando alla realizzazione di un unico ring di ospitalità diffusa come succede per le maggiori città europee».

Secondo Ingenito è «difficile immaginare una vera e definitiva rigenerazione urbana, con la conseguente messa in sicurezza e riuso degli immobili ad uso turistico dell'enorme centro storico che noi auspichiamo si trasformi in un vero e proprio centro di ospitalità diffusa. La consistenza degli immobili fatiscenti e da recuperare è tale che appaiono decisamente limitate le risorse economiche previste per l'incentivazione agli interventi di edilizia privata previsti nel patto firmato con il premier Renzi».

Intanto l'auspicio di Ingenito è che «la Giunta abbia il coraggio di risolvere le annose questioni urbanistiche che non consentono di utilizzare al momento questi immobili ad uso turistico per frazionamenti non autorizzati e difformità realizzate nel corso del tempo. In questo caso è potere dell'Amministrazione comunale di procedere ad una sanatoria che consentirebbe anche di recuperare oneri di urbanizzazione».

Una sanatoria che, aggiunge, «si potrebbe collegare proprio alla destinazione turistica, consentendo di aggregare imprenditori che credono al rilancio turistico culturale della città e che sarebbero pronti a proporre iniziative condivise che non possono però prescindere da risorse congrue e tempi certi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA