Berlusconi a Napoli per Lettieri: «Sindaco De Magistris invotabile»

Berlusconi a Napoli per Lettieri: «Sindaco De Magistris invotabile»
di Gerardo Ausiello
Venerdì 27 Maggio 2016, 19:14 - Ultimo agg. 28 Maggio, 11:47
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"Appena metto piede a Napoli vengo travolto dall'affetto. Non esagerate perché alla mia età ci si commuove facilmente". Così Silvio Berlusconi inizia il suo discorso al Politeama. "Accanto a me la nostra favolosa capolista Mara Carfagna e il nostro decisissimo candidato sindaco Gianni Lettieri - dice tra gli applausi - all'Hotel Vesuvio mi hanno dato la stessa camera quando guidai il G7 nel 1994 e quando mi arrivò l'avviso di garanzia, il secondo dei quattro colpi di Stato avvenuti in Italia".
 

 


Poi Berlusconi lascia la parola a Carfagna, la cui campagna elettorale è stata scandita dallo slogan "Io per lei", come la canzone di Pino Daniele: "Grazie Berlusconi per aver tolto i rifiuti dalle strade di Napoli nel 2008 e per avermi chiesto di candidarmi qui, una delle esperienze più belle della mia vita politica. Napoli è una città sofferente ma non rassegnata e che vuole reagire. Qui c'è un patrimonio straordinario eppure Napoli è stata svilita e calpestata dalla peggiore amministrazione della sua storia. Oggi ci sono più debiti, più tasse, più disservizi". De Magistris ha fatto "carriera sulla pelle della gente attraverso l'uso politico della giustizia" è l'affondo della deputata. E allora "liberiamo questa città e costruiamo la Napoli che vogliamo, dove gli imprenditori non siano considerati come prenditori ma come produttori di sviluppo e ricchezza e dove i commercianti non siano un bancomat, dove le forze dell'ordine siano rispettate e non ostaggio dei violenti. Basta con insulti e volgarità". 

Lettieri si toglie la giacca e ringrazia il popolo di Forza Italia: "Vi amo tutti". A Berlusconi dice "rimani un leone formidabile. Grazie per aver sostenuto per primo il mio progetto civico e grazie a Mara che è qui al mio fianco". "Nell'ultima settimana nei sondaggi ho guadagnato cinque punti, siamo quasi alla pari con de Magistris. Andremo al ballottaggio e stravinceremo" assicura Lettieri. "Solo io ho fatto un programma quartiere per quartiere sulla base di 34mila schede date dai cittadini - sottolinea - ho Napoli nel sangue ma per la sofferenza che vedo devo dire che Napoli non è bella, non bastano quei tre chilometri in centro. Nelle periferie non è bello. Io invece sarò il sindaco di quelle zone, tutta Napoli deve tornare grande, non solo tre chilometri. Loro non dialogano e isolano la città, io sarò per la collaborazione istituzionale e farò il sindaco gratis. Lui vuole essere il leader di un partito di sinistra estrema, io mi dedicherò solo alla città". Con me, assicura Lettieri, "Napoli tornerà ad essere una città normale, a partire dai trasporti. E nessuno andrà più via da qui. Loro pensano alle prossime elezioni, noi alle prossime generazioni". 

È il momento di Berlusconi: "Siamo e siete in buone mani. Dentro di me ho la sicurezza di vedere Gianni far rivivere questa città. Abbiamo avuto da Mara e da Gianni numerosi report sullo stato di Napoli oggi. Dovete allora contattare i tanti indecisi e convincerli. Non bisogna rassegnarsi. Dopo la vittoria alle Amministrative dovremo guardare anche noi alle Politiche e potremo vincere grazie ai tanti moderati, non ideologizzati come quelli di sinistra, per impedire la deriva autoritaria senza fine a cui rischiamo di andare incontro. Siamo già in un momento di democrazia sospesa che dura da anni, con un governo non scelto dai cittadini, con una maggioranza retta da parlamentari eletti nelle fila del centrodestra. Il premier non eletto sta dimostrando una bulimia di potere preoccupante, occupa tutto quello che può, ultimamente persino la Rai.

Se passasse la riforma della Costituzione ci sarebbe un solo padrone, cioè lui, Renzi. Sarebbe un regime. Il primo colpo di Stato c'è stato con Tangentopoli e molti di noi allora sentimmo la necessità di scendere in campo. In due mesi portammo i moderati a Palazzo Chigi ma la magistratura di sinistra mandò al presidente del Consiglio un avviso di garanzia e dopo sette mesi il governo cadde perché l'allora capo dello Stato Scalfaro chiamò Bossi e gli disse di voltarmi le spalle. Ma noi tornammo al governo e ancora nel 2008 quando mi dissero qui "Silvio santo subito" dopo che liberai la città dai rifiuti. Salvammo l'Italia è in Abruzzo dopo il terremoto nessuno dormì all'addiaccio e Berlusconi arrivò nei sondaggi al 75,3 per cento. A quel punto il Pd e i magistrati dissero che dovevano distruggermi. Amedeo Laboccetta lo ha raccontato in un libro. Napolitano provò a farmi cadere con la promessa di nominare Fini premier. Amedeo cercò di dissuadere Fini ma lui prese il telefono e chiamò Napolitano per accordarsi sulla mozione di sfiducia contro di me.

Era un colpo di Stato tra la prima e la terza carica dello Stato, che non riuscì. Poi arrivò l'anno orribile del 2011, delle accuse infamanti, della frase inventata contro la signora Merkel. Così partì l'offensiva delle banche tedesche e fui costretto a dimettermi perché mi avevano tolto altri otto deputati, plagiati. Se avessi accettato l'offerta del Fondo monetario internazionale l'Italia sarebbe stata colonizzata. Se non mi fossi dimesso mi avrebbero sfiduciato in Parlamento. Questo fu il terzo colpo di Stato, definito un tranquillo colpo di Stato da un giurista tedesco. Mi allontanai dalla politica ma il partito perse consensi. Alle ultime elezioni tutti vennero a richiamarmi e in 23 giorni il partito guadagnò 10 punti ma la solita grande professionalità della sinistra nei brogli fece vincere loro i voti per poche migliaia di voti. Poi a Letta è subentrato il non eletto Renzi. Io ero ancora pericoloso per loro e fui eliminato per la via giudiziaria da un collegio di sinistra con una velocità record per frode fiscale. Il relatore disse che quello era un plotone di esecuzione contro di me". Berlusconi parla quindi del referendum: "Dobbiamo votare no e difendere la democrazia e la libertà.

Le prossime elezioni saranno cruciali e allora con Fulvio Martusciello stiamo mettendo in campo un esercito di 200mila difensori del voto che dovranno convincere anche gli indecisi. Per farlo ho lavorato a un programma approvato dai nostri alleati della Lega e di Fratelli d'Italia. Più garanzie per ciascuno è il punto più importante perché il nostro Paese è ammalato di democrazia a causa del sistema giudiziario. Avevo pronta questa riforma dal 1994. In Consiglio dei ministri mi dissero: non è possibile fare questa riforma altrimenti cade il governo, abbiamo un accordo con l'Anm". Via le tasse sulla casa, via l'imposta di successione, condono fiscale, via l'Irap dalle imprese, basta alle autorizzazioni preventive, chiusura immediata di Equitalia, chi ha tradito il mandato degli elettori non può più candidarsi, almeno mille euro al mese per tutti, la pensione alle nostre mamme e l'istituzione del poliziotto di quartiere: questi alcuni dei punti del programma annunciati dall'ex presidente del Consiglio.

"Ma chi realizzerà questo programma? Non politici e non tecnici ma persone che vengono dalla vita vera.
Dodici ministri, tre a noi e alla Lega, due a Fratelli d'Italia. Così dovremo andare dai 26 milioni di italiani che hanno deciso di non votare. Daremo vita a un governo di unità nazionale. Iniziamo con le Amministrative. Mara mi ha mandato il conto di quanto spende il Comune a Napoli: 13 euro pro capite per gli asili nido. Non riesco a capire come un personaggio come de Magistris possa ancora essere votato, dopo aver anche rotto le relazioni con il governo".

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