Taglialatela si candida sindaco: «Pronto a ridiscutere se Berlusconi rivede scelte a Roma e a Napoli»

Marcello Taglialatela
Marcello Taglialatela
di Luigi Roano
Giovedì 17 Marzo 2016, 08:31
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Da oggi sono ufficialmente candidato». Scandisce bene le parole Marcello Taglialatela - deputato di Fratelli d’Italia - e lancia la sfida al sindaco uscente Luigi de Magistris: «Ha fallito è la prosecuzione di 25 anni di centrosinistra» ma mette nel mirino anche la sua parte politica e soprattutto l’altro candidato del centrodestra, l’imprenditore Gianni Lettieri, e gli ex - per ora - alleati come Fi e Stefano Caldoro.

Allora Taglialatela nello stesso giorno in cui il leader del suo partito Giorgia Meloni scende in campo a Roma lei si candida a Napoli.
«Mettiamola così: se Silvio Berlusconi ritira la candidatura a Roma di Bertolaso e a Napoli quella di Lettieri io sono pronto a discutere, non mi metto sul piedistallo».

Cosa è che non va in Lettieri?
«Il metodo con il quale è stato scelto, calato dall’alto, esattamente come 5 anni fa. Perse allora e perderà anche questa volta. E io non ci sto a perdere a tavolino, allora mi candido». 

Dunque, solo questione di metodo?
«È una grande parte del problema, la città non si riconosce più in questo metodo e nemmeno in Lettieri che è un perdente, Napoli ha bisogno di altro».

Di Taglialatela e nulla più?
«Essere candidati dall’alto non provoca emozione, Napoli invece per essere coinvolta ha bisogna di emozioni, anche al di là degli schieramenti».

Lei è sicuro di suscitarle le emozioni?
«Napoli vive una condizione incredibile. Certamente de Magistris ha fallito gli obiettivi posti nel suo programma, penso all’ordine pubblico, alla sicurezza, si è posto come paladino della legalità e non è sato così. Napoli non è bloccata solo da 5 anni, ma da 25. Questo il tesoro da raccogliere: il porto, Bagnoli, le periferie, il centro storico, la vivibilità, lo sviluppo. L’unica cosa che funziona è la metropolitana iniziata prima di 25 anni fa. Basta pensare che l’ultima grande opera pubblica prima della metro è stata il centro direzionale».

D’accordo, però lei è il quarto candidato del centrodestra o della destra, perché oltre a Lettieri ci sono Enzo Rivellini e Raffaele Bruno. Insomma, vi state frammentando come nella migliore tradizione del Pd. 
«Sono il candidato della destra sociale e popolare e liberale. Come modelli ho Antonio Parlato e Antonio Rastrelli. A loro mi ispiro. Confido nella capacità di giudizio dei napoletani e in quelli che si riconoscono nella destra. Ho un percorso di coerenza e di impegno che nessuno può mettere in discussione, mi auguro si possa avere una convergenza su di me perché punto a essere un candidato di coalizione».

Tuttavia la sensazione della resa dei conti, del muoia Sansone con tutti i filistei nel popolo del centro-destra è forte. E candidarsi non è che agevoli il ripristino del dialogo con le altre forze del centrodestra. 
«Non sono io che frammento, è Lettieri che non è capace di aggregare, 5 anni fa con Berlusconi in campo e capo del governo e con la Regione a guida centrodestra si sfilerono Mastella e l’Udc e perdemmo». 

Nulla di personale con Lettieri? 
«Io non muovo critiche solo a Lettieri, ma al metodo con il quale è stato scelto, e a Stefano Caldoro. Il principale suo sponsor politico che ha consentito a Lettieri di partire come candidato senza che sentisse il bisogno di condividere questa scelta. Mi aspetto che Caldoro tragga le conseguenze da questo comportamento e anche dalla sua sconfitta, e si metta a lavorare sul serio per il centrodestra. Sa che le dico? Sono convinto che ci saranno sorprese, che altri si sfileranno da Lettieri». 

Sta facendo un appello a Berlusconi? 
«La speranza è l’ultima a morire, dico che c’è tempo per individuare altri candidati, ripeto io non mi metto sul piedistallo» 

Però da oggi è in campagna elettorale, o no?
«Io sono sempre in campagna elettorale è da tempo che mi muovo e mi sorprende la sorpresa che suscita la mia candidatura a sindaco»
 
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