Napoli. Provocazione a Cinque Stelle: «Il candidato? Tiriamo a sorte»

Napoli. Provocazione a Cinque Stelle: «Il candidato? Tiriamo a sorte»
di Davide Cerbone
Mercoledì 24 Febbraio 2016, 11:35
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A sdoganare la domanda che ronza nella testa di tutti ci pensano un paio di simpatizzanti: «Quando avremo i candidati consiglieri e il candidato a sindaco di Napoli?», scrivono sulla pagina Facebook di Roberto Fico. A lui, nella triplice qualità di fondatore del gruppo partenopeo, di responsabile nazionale dei Meetup e di membro del direttorio tocca il compito - o meglio, la rogna - di dirimere le faide interne a questa creatura politica che a dieci anni dalla nascita appare trasfigurata.

Una presa di posizione del suo leader pare oggi l’unica speranza per superare la logica dei clan e delle conventicole. Per il momento, però, una risposta a quella domanda non c’è. Ernesto Brando, attivista della prima ora, una spiegazione ce l’ha: «Quando Roberto non interviene dicono che è assente, quando lo fa dicono che cala le decisioni dall’alto. La verità è che lì dentro l’impazzimento è tale che certe dinamiche non si riescono più a governare. Da tempo il Meetup è occupato da persone che non hanno a cuore le sorti del Movimento: c’è solo la voglia di prevalere sull’altro, l’ansia di occupare una poltrona. Si stanno scannando per una battaglia tutta tra di loro, si è completamente perso di vista il vero obiettivo: il progetto, la voglia di fare qualcosa per la città. Anzi, sa che le dico? Se le cose stanno così, sarò il primo a non votare il M5S a Napoli».

Parla a ruota libera, Brando, come se dalla pentola a pressione delle sue amarezze fosse saltato il coperchio. «Esattamente otto anni fa facevamo parlare il mondo con il “Giorno del rifiuto”. Nessuno aveva voglia di apparire, eravamo lì solo per portare un contributo. Facevamo cose concrete, magari piccole ma utili. Adesso è arrivata una banda di lanzichenecchi e sta bruciando tutto», si addolora il commerciante, che in coerenza con questa profonda delusione si è autosospeso. «Se alla fine la lista si farà? Io spero di no - risponde -. Certo, le conseguenze sarebbero devastanti, ma mi auguro che nessuno di quei personaggi entri nelle istituzioni. Lo dico col cuore spezzato, perché vedo davanti ai miei occhi la fine di un progetto nel quale abbiamo messo l’anima. Ma tanto è troppo tardi per recuperare».

Poi arriva il guizzo. Provocatorio, e forse neanche tanto: «Se proprio dobbiamo presentarci, scegliamo i candidati tirando a sorte - propone Brando -. Sarebbe l’applicazione estrema del principio “uno vale uno”, uno schiaffo ai personalismi che ci stanno devastando». I veleni, però, non sono finiti. Se ne annunciano altri per sabato, quando i trenta espulsi terranno a Palazzo Marigliano una conferenza stampa che promette scintille.
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