Così l'area no tax attira le imprese
chance per Bagnoli e il porto

Così l'area no tax attira le imprese chance per Bagnoli e il porto
di Valerio Iuliano
Sabato 30 Luglio 2016, 10:36 - Ultimo agg. 15:23
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Zona economica speciale o no tax area, per gli imprenditori il risultato è lo stesso. La zona franca allo studio del governo Renzi per Bagnoli e per i porti di Napoli e Salerno riscuote il consenso unanime di quasi tutte le categorie produttive. Un risultato perfino ovvio, giacché alla base della Zes si trova un presupposto fondamentale che non può non essere salutato come una manna dal cielo da tutte le forze in campo. L’abbattimento della pressione fiscale - secondo modalità e tempi variabili in base alle singole circostanze - è il requisito principale di tutte le zone franche, dal modello primigenio della Repubblica Popolare Cinese del 1978, fino alla Polonia dei giorni nostri.

L’eliminazione dei dazi doganali potrebbe fungere quindi da panacea per i mali del Porto di Napoli. Almeno secondo gli auspici dl presidente dell'Ordine dei commercialisti di Napoli, Vincenzo Moretta. Ma dalla Zes scaturirebbe un altro beneficio, forse ancora più evidente. «Per le piccole imprese che insistono su un territorio - riprende Moretta - c’è l’esenzione sulle imposte dirette, cioè Ires, Irap e le addizionali. E, nello stesso tempo, anche dell’Iva. Vantaggi di questo tipo si riscontrano già nella zona franca in Lombardia. Quest’agevolazione può durare un anno o anche più. Anche in questo caso, la durata del beneficio varia in base al finanziamento erogato. Per questo bisogna attendere il testo di legge per capire come si regolerà il governo. In ogni caso, si tratta di un provvedimento che può aiutare moltissimo l’imprenditoria locale. A Bagnoli, ad esempio, una zona franca - conclude Moretta - rappresenterebbe un volano per attrarre grandi investimenti». 

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