NapoliServizi, spuntano altri due
bandi di gara per 1,7 milioni

NapoliServizi, spuntano altri due bandi di gara per 1,7 milioni
di Luigi Roano
Lunedì 26 Settembre 2016, 09:14
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Dunque, il piano di esternalizzazioni della Napoli servizi non si ferma, oltre alla sanificazione e pulizia degli immobili comunali per 3,3 milioni, alla manutenzione della case comunali, ora spunta fuori un bando per la vigilanza degli immobili di proprietà di Palazzo San Giacomo che vale 1,5 milioni e un altro ancora dove per circa 200mila euro si cercano aziende che facciano verifiche sugli «impianti ascensore» di tutti i siti comunali. Riepilogando pulizia, manutenzione e finanche i controlli sul funzionamento degli impianti elevatori vengono fatti da soggetti esterni all’azienda, da privati, con costi aggiuntivi. Resta l’interrogativo di fondo: a cosa servono quasi 1500 dipendenti se non li utilizzano? O meglio cosa sanno fare questi dipendenti? 

Domande sull’azienda se le pongono anche un paio di consiglieri comunali, uno della maggioranza, Gaetano Simeone del gruppo «De Magistris sindaco» e l’altro Mara Carfagna di Forza Italia. Iniziamo da Simeone: «Non so con chi abbia concordato questa strategia il dottor Allocca, posso dire che non è stata certa concordata con i consiglieri comunali né si è mai discusso di esternalizzare dei servizi. Siamo una amministrazione di sinistra o no?». Simeone nella sostanza casca dalle nuvole però ha chiaro in mente cosa deve fare: «Mi piacerebbe ascoltare Allocca in commissione per avere notizie sulle strategie della Napoli servizi. Cosa significa togliere, spostare all’esterno il servizio di pulizia? Se si tratta di risparmiare allora occorre che ci spieghi che cosa li teniamo a fare i dipendenti. Mi piacerebbe si esprimesse il Consiglio comunale sulla vicenda». Critico il consigliere arancione, non di meno la parlamentare e consigliera comunale di Forza Italia Mara Carfagna: «L’amministrazione non può essere reticente su queste problematiche, il sindaco non può fare solo caciara e non dire mai come stanno le cose. Deve rispondere alle domande: perché se in campagna elettorale ha promesso che i servizi sarebbero stati internalizzati poi fa appalti all’esterno?» si interroga l’ex ministro alle Pari opportunità.
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