Pd, tre ipotesi aspettando Renzi:
commissario, tutor o rinvio a ottobre

Pd, tre ipotesi aspettando Renzi: commissario, tutor o rinvio a ottobre
di Fulvio Scarlata
Lunedì 4 Luglio 2016, 10:42 - Ultimo agg. 17:27
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Commissario, tutor o niente: è il giorno in cui si decide il destino del Pd napoletano. A Roma si riunisce la Direzione nazionale nella quale il segretario nazionale, a caldo dopo il primo turno elettorale, aveva annunciato di voler usare il «lanciafiamme» a Napoli. In realtà, oggi sono altre le priorità del premier. Tanto che il commissariamento sembra un'ipotesi molto lontana ed è tutto da verificare se sarà nominato un tutor o un «inviato». Di fronte alle emergenze nazionali e internazionali, la questione partenopea potrebbe non essere nemmeno menzionata. Per non sconvolgere equilibri e non creare spazi politici ad altri, a cominciare da Antonio Bassolino.

L'ex sindaco, infatti, oggi riunisce i suoi al Filangieri in un'assemblea pubblica. «Fa caldo, poi alle 16,30 ma è per fare parlare quante più persone è possibile. So bene che sembra quasi una follia, che però in politica e nella vita ogni tanto ci vuole. Per chi è interessato a seguire, diretta streaming su fb fondazione Sudd» è il post di Bassolino per invitare alla mobilitazione per l'assemblea in cui raccogliere «tutte le persone che, dentro e fuori il Pd, vogliono dialogare su Napoli, il sud e il paese». La richiesta dei bassoliniani era di azzerare tutti gli organismi del Pd, quelli regionali, provinciali e cittadini cancellando il tesseramento. Una posizione che, almeno per il partito napoletano, curiosamente coincide con l'analisi di uno dei maggiori avversari di Bassolino, Umberto Ranieri che ieri sul Mattino ha chiesto di «sciogliere il Pd». Il fatto è che Bassolino, dopo il dialogo con i vertici del partito alle primarie e durante le elezioni, non ha ottenuto quel riconoscimento politico richiesto. E ora cerca spazi. A sinistra del Pd, o anche fuori visto che molti bassoliniani hanno già appoggiato de Magistris al voto. Con una conversione che dovrebbe essere radicale dallo sbandierato renzianesimo e dal sì al referendum costituzionale di ottobre.