Primarie centrosinistra, ecco dove votare in Campania. «Alle urne 200mila». Ma i democrat temono il flop

Primarie centrosinistra, ecco dove votare in Campania. «Alle urne 200mila». Ma i democrat temono il flop
Sabato 28 Febbraio 2015, 12:00 - Ultimo agg. 12:05
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Obiettivo 200mila votanti. Punta in alto il Pd campano. E, quasi a voler cancellare mesi di tira e molla e di tensioni, chiede a tutti di andare alle urne. Si vota domani, dalle 8 alle 21. Subito dopo ci sarà lo spoglio. Il verdetto, salvo clamorosi imprevisti, arriverà nella notte.



DOVE VOTARE IN PROVINCIA DI NAPOLI



DOVE VOTARE IN PROVINCIA DI SALERNO



DOVE VOTARE IN PROVINCIA DI CASERTA




DOVE VOTARE IN PROVINCIA DI AVELLINO



DOVE VOTARE IN PROVINCIA DI BENEVENTO






La macchina organizzativa, messa a dura prova dalle polemiche, dai rinvii e dalle manovre per far saltare le primarie, è comunque partita. Le difficoltà, com'è logico, non mancano. Basti pensare che fino a ieri sera sul sito del Pd campano si leggeva che «l'ubicazione ed il numero di seggi pubblicati è in aggiornamento». A conti fatti, i seggi dovrebbero essere 606. Numero più, numero meno. A coordinarli sarà un esercito di scrutatori e di volontari: circa 4mila, distribuiti nelle cinque province. A cui bisogna aggiungere i collaboratori e i rappresentanti di lista assoldati dai tre candidati (Andrea Cozzolino, Vincenzo De Luca e Marco Di Lello).



I circoli del Pd e i locali che ospiteranno le urne (persino un centro sociale a Caserta e uno studio medico a Domicella) si preannunciano dunque blindati. Massima allerta per le voci di presunti brogli che potrebbero avvenire. «Siamo al lavoro senza sosta, pronti a intervenire in caso di anomalie o situazioni sospette - assicura il consigliere regionale Antonio Amato, presidente della commissione primarie - Ho scritto alle federazioni provinciali per invitare i dirigenti a segnalarmi qualsiasi problema». Del resto non è la prima volta che sulle primarie si scatena la bufera. Specie in Campania. Torna subito alla mente la storia dei cinesi, 2500, andati a votare tutti per Cozzolino in un solo seggio, a Miano. Era il 2011 e l'europarlamentare si contendeva la candidatura a sindaco di Napoli con, tra gli altri, l'ex sottosegretario Umberto Ranieri. Tra i due litiganti spuntò il prefetto Mario Morcone, che conquistò percentuali imbarazzanti, mentre si faceva strada la famigerata rivoluzione arancione. Quella era un'altra storia. Ma spesso la storia si ripete. Da qui i timori per domani. Come si vota? Alle urne possono recarsi praticamente tutti, «armati» di carta d'identità, tessera elettorale e 2 euro. Nessun filtro. Proprio per questo sono scoppiate le polemiche su presunti accordi con pezzi del centrodestra per sostenere questo o quel candidato. Gli unici «paletti» riguardano minorenni e immigrati: per votare era infatti necessario prenotarsi iscrivendosi ad apposite liste. Lo hanno fatto in pochissimi. Solo 28 under 18 (di cui 12 on line e 16 nel comune di Cardito) e appena 3 extracomunitari.



E allora la domanda sorge spontanea: è davvero credibile l'obiettivo dei 200mila votanti? O si rischia un clamoroso flop? Per farsi un'idea si può dare un'occhiata ai numeri delle precedenti tornate. Dieci anni fa alle primarie (di coalizione) per Romano Prodi andarono alle urne in Campania oltre 333mila persone. Nel 2007 (Walter Veltroni-Tino Iannuzzi) gli elettori furono invece 447mila. Due anni dopo (Pier Luigi Bersani-Enzo Amendola) i votanti sfiorarono i 300mila. Poi sempre meno. Alle primarie di coalizione per Bersani in Campania si sono recati ai seggi 195mila simpatizzanti. A quelle del Pd per Matteo Renzi l'anno dopo 192mila. Infine la consultazione popolare per eleggere segretario Assunta Tartaglione, con circa 121mila votanti.
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