Bassolino al Mattino: «Sono io il candidato che può battere De Magistris. Napoli ha bisogno di unire le forze. Rifiuti e Bagnoli: ecco la verità»

Bassolino al Mattino: «Sono io il candidato che può battere De Magistris. Napoli ha bisogno di unire le forze. Rifiuti e Bagnoli: ecco la verità»
di Marco Perillo
Lunedì 15 Febbraio 2016, 10:50 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 12:22
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Forum oggi al Mattino con Antonio Bassolino, candidato alle primarie del centrosinistra promosse per scegliere il candidato sindaco di Napoli. È il primo appuntamento organizzato in via Chiatamone per discutere di programmi e idee, in vista delle consultazioni del 6 marzo. Nei prossimi giorni sono attesi anche gli altri candidati: domani ci sarà Marco Sarracino, poi Antonio Marfella e Valeria Valente. Il forum con Bassolino si è svolto alla presenza del direttore del Mattino Alessandro Barbano, del vicedirettore Federico Monga e dei giornalisti di cronaca e politica del nostro giornale. Tanti i temi trattati, dalle primarie ai rifiuti, da Bagnoli al futuro della città. 

 



Lei, Bassolino, ha detto di temere le primarie di più delle stesse elezioni.

«Abbiamo varie tappe una dopo l'altra: una competizione tra i candidati, le elezioni a giugno. Io penso di contare da sempre su un voto soprattutto di opinione. E' meno difficile la battaglia quando votano in grandissimo numero di napoletani. In queste settimane ho fatto il candidato militante e voglio chiarire alcuni equivoci. Chi pensa di non essere iscritto al Pd e di non poter votare alle primarie si sbaglia. Basta il certificato elettorale e un documento». 

Se perde alle primarie si candiderà lo stesso dentro o fuori il Pd?

«Una battaglia alla vota, in modo tranquillo e senza nervosismi. Vado avanti con determinazione per l'interesse della città. Spero vadano al voto più napoletani possibili. Ma non potranno andare al voto i cinesi come a Milano. E' diritto dei napoletani eleggersi a giugno il loro sindaco e anche il candidato del 6 marzo».

Se lei perderà il 6 marzo appoggerà il candidato vincente?

«Io sono io. Sono una persona seria. Il Pd lo appoggio. Avrei potuto non candidarmi alle primarie. Sul mio Facebook centinaia di napoletani mi hanno chiesto di non candidarmi col Pd perché avrei preso più voti. Ma io sono uno dei fondatori del Pd. Nel 1998 ho voluto con Prodi il partito dell'Ulivo. Penso anche oltre giugno. Chi governa Napoli lo deve fare in un positivo rapporto di collaborazione con governo. Non ho l'appoggio dei vertici del Pd? Non è vero. Non c'è stata una sola parola contro di Renzi. Lui è interessato che a Napoli si vinca ed è il garante delle primarie. Faccio la mia battaglia sapendo che non ho con me un grande numero di dirigenti del Pd locale ma sapendo di poter avere la maggioranza dei cittadini. Non esiste un candidato ufficiale del Pd, altrimenti le primarie non si fanno. Valeria Valente ha solo l'appoggio di più dirigenti locali del Pd. Io ho meno appoggi interni ma penso di avere più appoggi da parte dei cittadini. Valeria? Sarei contento di vederla nella stanza della Fondazione Sudd accanto a me, dove è sempre stata».

Perché si candida? 

«Penso di essere il candidato che può battere De Magistris. Posso fare uno spostamento di forze. Con me tanti si sentono rimotivati a far politica. Molti hanno superato l'astensionismo grazie a me. Mi candido alle primarie per fare il sindaco, il mio è un atto verso la città. Non mi interessa fare il deputato o altro: l'ho già fatto». 

Che Napoli ci consegna De Magistris?

«Una Napoli bloccata, che non dialoga, chiusa in sé stessa. Napoli è soprattutto una città di dialogo. Il sindaco deve rappresentare la città nel suo insieme. Io farò il sindaco di tutti i napoletani. Il mio giudizio su De Magistris è negativo. Fatti positivi ci sono, come l'iniziativa dei ciceroni a San Valentino. Ma io non faccio una battaglia contro De Magistris. La città deve fare una battaglia oltre De Magistris. Se guardiamo a terra, vediamo buche interminabili. Il Parco Virgiliano è impraticabile, quando vado a correre. Poi c'è il trasporto pubblico: quanto tempo occorre per aspettare un autobus? Chi prende 400 euro al mese di pensione non può chiamare un taxi. La principale critica che faccio a De Magistris è sulle piccole cose, che rendono la città scarsamente vivibile. Inoltre ci sono i temi del futuro come il porto. Per me le persone si guardano negli occhi, non sopra la testa con troppo senso di sé. Il rapporto coi cittadini è fatto anche di sentimento». 

La battaglia di Bagnoli del sindaco ha segnato un isolamento, che è anche frutto di una disattenzione del Paese nei confronti del Mezzogiorno. Come potrebbe fare la "sua" Napoli a recuperare il suo rapporto col Paese?

«Il problema di Napoli oggi è la sua irrilevanza politica. Dobbiamo ridare peso alla città a livello nazionale, in tutti i campi: istituzioni, sindacati, imprenditori. Il sindaco è questo: è il rappresentante di tutte queste forze. A Napoli occorre mettere insieme le persone. A ricucire gli strappi sociali. A Roma c'è il frutto del muro contro muro, come quando è venuto Tim Cook e il sindaco di Napoli non c'era». 

Che idea ha dello sviluppo di Napoli? Bagnoli, Napoli Est, porto, lavoro...

«Il sindaco può avere un ruolo importante. Il sindaco non crea direttamente lavoro: è demagogia. Il sindaco deve creare le condizioni per investimenti pubblici e privati. Se vengo eletto chiamo Renzi e gli chiedo di partecipare alla cabina di regia per Bagnoli. Mi auguro che lì vada la Apple. Lì può nascere una città digitale. Le mani su Bagnoli non si mettono: ho fatto io il piano regolatore. Penso sia stato giusto salvaguardare il territorio di Bagnoli, oggi possiamo far sorgere sinergie pubblico-private. Il porto? E' il peccato più grave che abbiamo avuto a Napoli. Gli imprenditori cinesi sono andati via nel silenzio generale. Avere un porto rilanciato è una grande occasione. Napoli e Salerno messi insieme saranno una realtà competitiva nel Mediterraneo. E che dire dei fondi europei per il centro storico? Abbiamo perduto risorse rilevanti. Alcune sono state proprogate ma non ci saranno risorse nuove. Come si risolve tutto questo? Con la collaborazione delle istituzioni».

Non teme che la crisi dei rifiuti possa rappresentare un pregiudizio su di lei?

«Io mi candido a fare il sindaco e non il presidente della Regione. Ho fatto il sindaco per 6 anni e mezzo. Voglio mandare avanti a Napoli tante cose avviate in quegli anni. Ci vogliono 5 anni per completare la metropolitana e vorrei avere la soddisfazione di vedere io la fine dei lavori. Arriverà fino all'aeroporto, che ho privatizzato negli anni '90 e l'ho trasformato da suk a eccellenza internazionale. A Napoli c'è bisogno di più Stato nella città e di più mercato nell'economia. Rifiuti? Quando è scoppiata la crisi io non avevo alcun ruolo. C'erano i commissari. De Magistris non ha tolto i rifiuti. Sono stati tolti dal termovalorizzatoe di Acerra, che ho voluto io quando c'era al governo il centrodestra».

Sono tre le critiche su di lei: l'emergenza rifiuti, il blocco amministrativo di Bagnoli e la classe dirigente non costruita.

«Sono abituato a prendermi le mie responsabilità, a volte anche quelle degli altri, un errore che non commetterò più. Noi votiamo oggi su De Magistris; se per i napoletani ha fatto bene sarà eletto al primo turno, come accadde per me. Rifiuti: sono stato tra quelli che ha fatto la battaglia per un ciclo integrato, compresi i termovalorizzatori. C'erano troppi avversari. Alla fine con due anni di ritardo per le resistenze alla fine il termovalorizzatore si è fatto e ci consente di non avere crisi molto gravi. Se ne serve un altro? Voglio vedere prima i dati reali. Bagnoli? Il piano regolatore l'ho fatto anni fa ma poi ho aggiunto che era giusto fare accordi di programma tra governo e investitori. La classe dirigente? Tutti i nomi di cui si parla sono cresciuti con me o con la Jervolino: dalla Valente a Migliore. Oggi però guardo avanti. La mia battaglia la faccio con l'iPad. Ora ci vuole un rapporto trasversale con la città e la gente deve dire: Bassolino ce la può fare». 

Se vince cosa fa riguardo al Lungomare?

«Parto prima da Piazza Plebiscito, che si deve completare. Palazzo Reale diventerà museo di Napoli Capitale con grandi mostre, collegato col Maschio Angioino. E' un'insula culturale. Per il lungomare occorre una riflessione. Va valorizzato ciò che c'è di positivo».

E se va al ballottaggio?

«De Magistris se lo sogna di vincere al primo turno. Senza una candidatura forte il Pd non arriva al ballottaggio. Dopo la partita si riapre. Guardo a sinistra e a destra per le alleanze. Chi vota contro Renzi può votare per me: io chiedo un voto civico». 

Come saranno i rapporti col governatore De Luca? Teme rapporti difficili?

«Come per Renzi, lui non si è mai pronunciato su di me e non avremo problemi istituzionali. Dobbiamo unire le forze e difendere meglio i nostri interessi di meridionali».

Più facile che lei vinca le primarie o il Napoli lo scudetto?

«Io faccio la mia battaglia, Sarri la sua.
Mi è sembrato una bella cosa che migliaia di napoletani siano andati a Capodichino e abbiamo spronto la squadra. Sembra un po' la mia storia: mi sono rotto le ossa, ho fatto una traversata nel deserto, mi sono mosso con umiltà e ho scalato di nuovo la montagna. Devo fare altre tre tappe».

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