Inutile girarci attorno: il dato più evidente a livello locale nella vittoria di Elly Schlein è la sconfitta di Vincenzo De Luca. Certo non è la prima volta che l'ex sindaco perde un congresso (accadde nel 2019 ma fu velocissimo a riposizionarsi su Zingaretti) ma stavolta è diverso perché la vittoria di Bonaccini era strettamente legata al sogno del terzo mandato a palazzo Santa Lucia. Ipotesi su cui la Schlein è nettamente contraria. Tanto che questo punto è stato uno dei pochi, se non l'unico, motivo di scontro tra la neo segretaria e il governatore dell'Emilia in una campagna, quella congressuale, contrassegnata dal più assoluto fairplay. «Al mio competitor voglio chiedere una cosa molto seria: ho sentito che da parte sua c'è un'apertura al terzo mandato di De Luca. Mi chiedo se sia questa l'idea di rinnovamento di Bonaccini, perché abbiamo idee molto diverse. Nuovo gruppo dirigente e poi De Luca? Bene...», attaccava non a caso la Schlein dal palco di Milano mentre il suo competitor, venerdì, era a Napoli prima da De Luca e poi accolto da tutto il gruppo dirigente a stretta osservanza deluchiana. E qui, a Città della Scienza, come aveva fatto già a Salerno, la roccaforte del governatore, benediceva il terzo mandato. Un punto, quindi, su cui non si faranno né sconti, né prigionieri. Non a caso ieri De Luca era di umore pessimo. E incalzato dai giornalisti per un commento sul voto dem si sottrae dribblando taccuini e telecamere.
Senza contare come sia seriamente a rischio, ora, anche il posto da vicecapogruppo alla Camera del figlio Piero De Luca che di Bonaccini era coordinatore della mozione al Sud.
Insomma è una sconfitta.