Primarie, via al piano anti-brogli
Migliore: a Napoli solo 5 seggi

Primarie, via al piano anti-brogli Migliore: a Napoli solo 5 seggi
di Carlo Porcaro
Sabato 25 Marzo 2017, 10:56
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Il Pd campano prova a riannodare i fili sconnessi con la società civile. Si è svolto ieri pomeriggio il primo incontro – il secondo sarà oggi al teatro Sannazaro con il ministro della Coesione territoriale Claudio De Vincenti – sul rapporto tra la questione meridionale e la costruzione di una nuova Europa. In mezzo, il ruolo della classe dirigente del Pd. Non foss’altro perché alle porte, tra quasi un mese, c’è un importante appuntamento come le primarie nazionali colme di rischi su Napoli. A confermare il piano “anti-brogli” – anche se di assai difficile applicazione per la confusione che si potrebbe creare il 30 aprile – è Gennaro Migliore, deputato dem e sottosegretario alla Giustizia. «Colgo l’occasione per rilanciare la mia proposta di far svolgere le primarie in città soltanto in cinque piazze: in modo tale da convogliare le persone in luoghi aperti di aggregazione», ha detto. Adesso si potrà mettere finalmente in moto la macchina per le primarie, giacché anche la commissione regionale di garanzia ha terminato il proprio lavoro e approvato 24.742 tessere, dopo aver esaminato venti ricorsi. 

Intanto, è stato costituito il coordinamento regionale dei sostenitori di Andrea Orlando alla segreteria: ne fanno parte Peppe Russo, Marco Rossi Doria, Gennaro Marasca, Rosaria Capacchione e Vincenzo Scognamiglio mentre Peppe Balzamo è il coordinatore provinciale a Napoli.

Sul fronte del convegno moderato dal deputato dem e condirettore de l’Unità Andrea Romano, Migliore ha evidenziato che «così riapriamo il filo di ragionamento con la società» partendo dalla consapevolezza che «il Sud deve riprendere la sua funzione ma ora il Partito Socialista europeo si dia una mossa per dare una nuova identità all’Europa». Su questa scia gli interventi degli altri relatori. Il giurista Sergio Locoratolo ha infatti invocato di rilanciare al più presto la questione meridionale «assente dal dibattito nazionale da oltre 15 anni»: «Ci fu detto che il Mezzogiorno doveva aspettare la crescita del Nord: invece in questi anni di recessione l’Italia non è cresciuta e il Mezzogiorno è sprofondato. A Napoli – ha aggiunto - abbiamo un sindaco populista ma ci siamo arrivati come reazione ai disastri combinati dal Pd a partire dalle primarie 2011». Da par suo Claudia Mancina ha sottolineato che «bisogna dire basta con questo europeismo scontato: non mi convince ricordare che l’Europa unita ci ha assicurato 60 anni di pace perché alle nuove generazioni questo argomento non tocca per nulla. Ora serve alimentare la crescita accantonando l’austerità». 

La fautrice di questa due giorni di riflessioni sul ruolo del Pd, il segretario regionale Assunta Tartaglione ha spiegato che è utile «coinvolgere il mondo accademico anche in ottica delle primarie». Quanto alla sfida di riportare il Sud, con i suoi ritardi ma anche le sue potenzialità, al centro dell’agenda nazionale, ha ricordato: «Va detto che in questi ultimi anni il dibattito si è riaperto finalmente, ora dobbiamo superare i luoghi comuni e i vecchi schemi puntando sulla soluzione dei problemi». Il presidente del Pd regionale, Stefano Graziano, reduce dalla polemica in Consiglio con i grillini sul tema del giustizialismo, ha aperto il capitolo del rapporto tra politica, magistratura e media: «Il populismo ha così invaso fortemente i tessuti sociali che chi sta nelle istituzioni si comporta come se stesse ancora fuori». 
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