Il primo maggio di de Magistris: «L'Italia non è ancora fondata sul lavoro»

Il primo maggio di de Magistris: «L'Italia non è ancora fondata sul lavoro»
Domenica 30 Aprile 2017, 17:00 - Ultimo agg. 17:08
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«Il primo maggio è per il lavoro, per i lavoratori. L'Italia non è ancora, purtroppo, fondata sul lavoro come scrissero i padri costituenti nel primo articolo della Costituzione». Così il sindaco Luigi de Magistris in vista del primo maggio.

«Il diritto ad avere un lavoro come diritto e non come concessione o privilegio da parte dell'ordine costituito o di altri poteri. Il diritto ad avere un lavoro sempre, anche se non il diritto al posto fisso. Il diritto ad un lavoro dignitoso. Il diritto a non essere schiavo o sotto ricatto dei padroni. Il diritto ad essere reintegrato nel posto di lavoro se il padrone ti licenza senza giusta causa o senza giustificato motivo. Il diritto allo sciopero. Il diritto a manifestare. Il diritto ad un reddito giusto. Il diritto alla redistribuzione delle ricchezze economiche. Ed allora per conquistare questi diritti, il diritto ad abbattere le ingiustizie formalizzate in leggi in cui il lavoro non è ancora il diritto statuito dall'art. 1 della Costituzione Repubblicana nata dalla resistenza al nazifascismo. La legalità formale non di rado è violenta. L'abuso del potere va sconfitto con costruzioni di comunità politiche popolari in lotta per la liberazione», scrive ancora il sindaco.

«L'amministrazione comunale della città di Napoli che ho l'onore di guidare da quasi sei anni ha resistito con forza e successo alle politiche liberiste delle austerità e dai tagli pesantissimi alle comunità messi in atto per soffocare e costringere a privatizzazioni selvagge e svendita di beni e coscienze. Non abbiamo licenziato un lavoratore, non abbiamo messo sul mercato liberista servizi costituzionali ed anzi abbiamo anche assunto centinaia di persone e realizzato le condizioni perché nella nostra città si possa investire e crearsi lavoro libero, senza catene e guinzagli. La strada è ancora lunga, anche assai faticosa, ma ci fermeremo solo quando la democrazia costituzionale popolare sarà pienamente affermata. Difatti, sempre l'Art. 1 recita che la sovranità appartiene al popolo. Quindi oggi e sempre, per i lavoratori e, soprattutto, per il popolo», conclude de Magistris.
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