Referendum per la riforma costituzionale, presentato a Napoli il primo comitato per il sì

Referendum per la riforma costituzionale, presentato a Napoli il primo comitato per il sì
Venerdì 6 Maggio 2016, 20:17
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È stato presentato oggi a Napoli il primo comitato della città per il «sì» al referendum per la riforma costituzionale in programma il prossimo ottobre. L'incontro si è svolto nella sala San Carlo dell'Hotel Palazzo Caracciolo. «Velocità, flessibilità e decisione sono le parole chiave del lessico politico che vanno coniugate per il governo delle moderne società democratiche», è stato detto durante l'incontro dai promotori - l'associazione S&D del deputato Pd Marco Di Lello, Vincenzo Improta, vice presidente dell'Oua e coordinatore del Comitato, e numerosi professionisti ed esponenti della società civile tra cui l'avvocato Gianfranco D'Angelo, e Vincenzo Scognamiglio - che hanno illustrato i «quattro i motivi che spingono a sostenere le ragioni del SI».

«Basti pensare - hanno detto ancora i promotori - che i tempi di produzione delle leggi e l'ordinamento in cui si incardina il cavilloso sistema di produzione di esse, attraverso il meccanismo bicamerale, come previsto dalla costituzione, è stato pensato nel lontano 1947. Pertanto, invitiamo tutti i cittadini italiani a battere il polo della conservazione e dell'immobilismo, a dare corpo con il proprio SI alla riforma, ad una vera e propria svolta per condurre l'Italia nella modernità».

«L'eliminazione della duplicazione delle funzioni dei due rami del Parlamento, - hanno proseguito - la consistente riduzione del numero dei parlamentari e la soppressione di organi ausiliari ormai desueti è la risposta con i fatti a chi per anni ha annunciato riforme soltanto a parole». «Dopo anni di sterile dibattito siamo passati dalle parole ai fatti - hanno concluso Di Lello e Improta - per velocizzare i tempi delle decisioni, garantire il pieno rispetto della rappresentanza politica e l'equilibrio del sistema istituzionale, valorizzare il ruolo e la funzione delle autonomie locali, ridurre il numero degli addetti e dei costi della politica».
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