Fuorionda D'Anna: «Confermo tutto,
quei commissari incapaci al quadrato»

Fuorionda D'Anna: «Confermo tutto, quei commissari incapaci al quadrato»
di Gerardo Ausiello
Sabato 26 Novembre 2016, 08:28 - Ultimo agg. 18:49
3 Minuti di Lettura


Senatore D'Anna, in questi giorni tutti vittime di fuorionda? Lei, De Luca...
«Eravamo d'accordo che non avrebbero ripreso gli incontri privati. E invece, con un microfono direzionale, hanno carpito qualche passaggio della conversazione. Ma posso spiegare tutto».

Anche l'epiteto di «coglione» al commissario Polimeni? E di «trastolatore» al vice D'Amario?
«Sì, anche quelli. Sono giudizi che confermo. Polimeni è un coglione, anzi la radice quadrata di un coglione. D'Amario è un maneggione, uno che tratta le questioni dal punto di vista politico, che fa propaganda per il Nuovo Centrodestra. La differenza è che dall'ombelico di Polimeni sgorga acqua santa, da quello di D'Amario no perché è più pragmatico, diciamo...».

Non le sembra di essere troppo severo?
«Niente affatto. Per colpa loro i 30 milioni che De Luca stava per sbloccare non sono mai andati ai centri convenzionati».

I 30 milioni del «messaggino di Lotti»?
«Proprio così. Sono soldi che il presidente della Regione avrebbe voluto stanziare per coprire, fino al 31 dicembre, le prestazioni fornite dai centri convenzionati rivolte a malati oncologici, diabetici, disabili. Questo perché i calcoli sono stati sbagliati, i soldi sono finiti e la gente non può curarsi. O peggio: se vuole farlo, deve pagare di tasca propria. De Luca aveva trovato una soluzione per non interrompere le prestazioni, ma Polimeni e D'Amario si sono opposti. Se ne devono andare».

Allora meglio avere un governatore-commissario, come prevede la norma battezzata da qualcuno «ad De Lucam»?
«Certo. L'anno prossimo De Luca procederà con un'attenta e reale analisi dei fabbisogni delle prestazioni sanitarie stanziando le risorse necessarie, cosa che non hanno fatto Polimeni e D'Amario».

Perché secondo lei?
«Per inerzia, pigrizia, indolenza, incapacità. Scelga lei. Io so solo che alla fine l'unico accordo siglato da De Luca, per effetto dell'unica deroga concessa dai commissari, è stato con le case di cura, che garantiranno le prestazioni fino al 31 dicembre con uno sconto del 30 per cento sulle tariffe. Ai centri convenzionati, invece, non è andato neppure un centesimo».

Nell'incontro con Falanga, Schiavone e Crispino ad un certo punto lei parla anche di nomine accennando ad «un accordo con Angelucci e Verdini» sull'incarico ad un tecnico.
«L'accordo con Angelucci e Verdini riguarda una proposta di legge grazie alla quale anche le strutture pubbliche, oggi pagate a piè di lista, saranno soggette a tariffa come quelle private che, tanto per essere chiari, costano da 3 a 5 volte in meno».

Nel fuorionda, però, lei non parla della proposta di legge ma di una nomina. «La nomina è quella di Ettore Cinque. Ecco qua. Un tecnico, una persona capace, perbene».

E quando lei dice «la mandiamo via» a chi si riferisce?
«A Polimeni».

No, lei dice «la mandiamo via», alludendo ad una donna. Di chi si tratta?
«Guardi che intendo Polimeni. E poi non è mica una congiura di palazzo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA