Berlusconi torna a Napoli
«Salvini vince solo con noi»

Berlusconi torna a Napoli «Salvini vince solo con noi»
di Paolo Mainiero
Venerdì 27 Maggio 2016, 08:50 - Ultimo agg. 13:49
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Silvio Berlusconi torna a Napoli. Nel pomeriggio alle 17, il leader di Forza Italia sarà al teatro Politeama per sostenere l'imprenditore Gianni Lettieri, candidato del centrodestra.Presidente, i sondaggi dicono che ci sarà una sfida al ballottaggio tra Lettieri e De Magistris, la stessa sfida del 2011.

Perché oggi dovrebbe vincere Lettieri?
«Il tempo, come si dice, è galantuomo. Cinque anni fa arrivò come un turbine, lanciata dalle televisioni e dai giornali, la moda dei sindaci arancione. Si sono rivelati un disastro già aggregandosi sotto le ali della sinistra unita come Pisapia a Milano e Doria a Genova, ma diciamo che De Magistris a Napoli ha battuto il record di salto in basso. Ora, in questa competizione, la differenza tra i duellanti è sotto gli occhi di tutti. Da imprenditore Lettieri ha creato ricchezza e posti di lavoro in questa terra, le sue aziende sono cresciute in fatturato e in prestigio. De Magistris al contrario ha portato la città al dissesto. Non è propaganda, è il giudizio della Corte dei Conti. A me poi piace questa voglia di rivincita di Lettieri. Di solito, se uno non è politico di professione una volta che è stato battuto si ritira e dà la colpa al mondo della sua mancata vittoria. Lettieri non è un tipo che si deprime. Il centrodestra nel 1996 perse ma dopo la traversata del deserto nel 2001 stravincemmo. Capiterà lo stesso a lui».

Nel 2008 il suo governo dovette intervenire per risolvere l'emergenza rifiuti in Campania, oggi il governo Renzi interviene per tirare Bagnoli fuori dal pantano e lo stesso Lettieri condivide l'azione del premier. Perché Napoli non riesce a farcela da sola?
«Semplice: ha avuto una sequenza di pessime amministrazioni di sinistra rossa e di sinistra arancione. De Magistris non è stato capace di cavare un ragno dal buco. Crede di sistemare le cose con la danza delle chiacchiere e delle parolacce. Invece di constatare la propria inettitudine, la butta sull'orgoglio offeso dei napoletani che non meritano di farsi commissariare dal governo. Lo scontro continuo fra De Magistris e Renzi lo stanno pagando i napoletani. Vedo troppa voglia di protagonismo e poca disponibilità a lavorare per risolvere i problemi».

Se dovesse indicare a Lettieri una prima cosa da fare se eletto sindaco, cosa gli indicherebbe?
«Indossare la fascia tricolore rendendo onore e giustizia a questa città, abbandonando lo stile da capopopolo inconcludente di De Magistris, abbassando subito le tasse, riqualificando le periferie e valorizzando il meraviglioso centro storico di Napoli che è patrimonio dell'Unesco. La ricchezza dei napoletani è Napoli. Lettieri riuscirà a valorizzare un patrimonio che finora De Magistris e i sindaci di sinistra hanno sprecato».

Lettieri a Napoli, Marchini a Roma, Parisi a Milano: Forza Italia sostiene tre candidati civici. Perché?
«Sono uomini del fare. Non sono parte del problema, come invece sono stati rispettivamente De Magistris, Marino e Pisapia, ma sono appunto campioni del fare, abituati a risolvere i problemi. Forza Italia con queste scelte ha dimostrato che non è vero che la politica e i partiti sono inutili o più spesso dannosi. Il nostro movimento ha dimostrato di saper guardare oltre i propri confini e oltre le pur legittime ambizioni dei suoi dirigenti. La gente capisce questo cambiamento e lo apprezza. È finita l'epoca dei professionisti della politica, dei professionisti delle chiacchiere, di coloro che sono in politica perché altrimenti non saprebbero che altro fare nella vita. L'impegno politico deve essere un servizio che si offre in maniera disinteressata ai cittadini, non uno strumento per fare carriera o per arricchirsi».

A Napoli capolista di Forza Italia è Mara Carfagna, della quale si parla come suo successore...
«Non sarò io a scegliere il mio successore, ma si imporrà da sé, in modo naturale e saranno i cittadini a volerlo. Mara oltre a essere molto intelligente è una donna di una lealtà straordinaria. È stata un ministro eccellente. Sono sicuro che i napoletani apprezzeranno che Forza Italia abbia scelto di giocare sulla scacchiera di Napoli con uno dei suoi pezzi migliori».

Il centrodestra va diviso a Napoli, Roma e Torino, unito a Milano. A Milano nella coalizione c'è anche l'Ncd di Angelino Alfano che però è alleato del Pd a Napoli. Quale futuro c'è per il centrodestra in Italia?
«Le amministrative sono una storia a sé. Nella maggior parte delle città il centrodestra si presenta unito, in qualche città, purtroppo, non ci siamo riusciti. Ma è solo una parentesi. Abbiamo un programma comune pressoché già definito con gli altri partiti del centrodestra, stiamo organizzando insieme i comitati per dire No al referendum costituzionale. Quindi, sono assolutamente certo che il centrodestra sarà sempre più unito anche perché solo se saremo uniti potremo evitare di lasciare l'Italia nelle mani della sinistra o di consegnarla ai 5 stelle».

Denis Verdini è stato a Napoli per sostenere Valeria Valente del Pd. Oggi quali sono i rapporti con Verdini?
«Siamo naturalmente in dissenso. Ritengo che abbia commesso un errore venendo meno al mandato degli elettori che lo hanno eletto nel centrodestra e che non volevano certo vederlo fare da paracadute o da stampella a un governo di sinistra che non ha legittimità di voto popolare».

Matteo Salvini ha detto che «se Berlusconi è quello che sostiene Mastella a Benevento o Marchini a Roma non è il futuro che penso per l'Italia». Salvini è un alleato ingombrante che rivendica la leadership del centrodestra?
«Credo che se la pensasse in tutto e per tutto come me, sarebbe in Forza Italia. Ovvio che cerchi di portare fieno alla sua cascina, svalutando scelte, come quella di Marchini, che, se non ci fosse stato il veto preventivo della Meloni, avrebbe appoggiato anche lui volentieri. In una coalizione sana, dove non ci sono vassalli ma alleati di pari dignità, esiste una fisiologica competizione».

Salvini esulta per il risultato di Hofer in Austria e dialoga con Marine Le Pen. Non teme una deriva xenofoba della Lega? Condivide gli attacchi di Salvini a Napolitano?
«Salvini dovrebbe riflettere su questo dato: i partiti estremisti in Europa hanno certamente consenso, ma non un consenso tale da poter vincere e governare. Forza Italia ha altre radici, ha radici liberali e democratiche e siamo nella grande famiglia della democrazia e della libertà che è il Ppe. Il nostro è un movimento composto da moderati, che con la mia guida è riuscito a portare al governo la Lega e la destra di An, che ora in parte è in Fratelli d'Italia, invece che condannarli a gloriose ed eterne sconfitte. Di Napolitano non parlo, quello che ha fatto lo sanno tutti. A me interessano Napoli e i Napoletani, non Napolitano».

Salvini dice che al ballottaggio tra Raggi e Giachetti voterebbe la Raggi? Lei chi voterebbe?
«Io? Voterò Marchini... Il resto è fantapolitica, è teatrino della politica per ingannare gli elettori».E a Napoli, a un ballottaggio tra De Magistris e Valente del Pd chi voterebbe?«L'ipotesi non si pone neppure, al ballottaggio ci sarà sicuramente Lettieri e tutti gli elettori moderati e di buonsenso, a prescindere dalle loro simpatie di partito, voteranno Lettieri».

Il risultato elettorale in Austria dice comunque che c'è in Europa una destra che avanza mentre il 23 giugno si terrà il referendum in Gran Bretagna sulla Brexit. C'è una oggettiva debolezza dell'Europa?
«C'è una fragilità assoluta, una dissoluzione dalle fondamenta. E questo è dovuto alla mancanza di leadership nazionali che abbiano la forza e il prestigio di saper convincere il proprio popolo sul fatto che un'Europa unita e coesa conviene a tutti. Il sogno europeo in Italia è stato fortissimo perché in tanti vedevano negli Stati Uniti d'Europa un argine all'avanzata internazionale e interna del comunismo. Oggi abbiamo la necessità di cementare l'unità europea, con un esercito comune e una politica estera davvero unica, per contrastare le minacce terroristiche che ci vengono dal fondamentalismo islamico dell'Isis che, come effetto collaterale, sta generando un'immigrazione di massa che riguarda tutti e che dovrebbe essere affrontata con spirito di collaborazione da tutti gli stati europei. Invece si manifesta un forte egoismo da parte di alcuni Paesi e una totale incapacità del governo Renzi di far valere in Europa i legittimi interessi del nostro Paese».

Se il Pd dovesse perdere a Milano, Napoli e Roma chiederà le dimissioni di Renzi?
«Renzi è un premier non eletto, quindi un premier senza e addirittura contro la volontà popolare. È anche segretario del Pd. Se il Partito democratico dovesse perdere in tutte queste tre città, sicuramente non potrebbe far finta di nulla. Diciamo che una sconfitta di Renzi a Napoli, a Roma e a Milano costituirebbe per lui un sonoro avviso di sfratto».

Si vota per le comunali ma si discute solo del referendum sulle riforme. Conferma che voterà no?
«Come ogni italiano che ama la libertà e la democrazia non solo voterò no, ma mi sto impegnando per costituire comitati del No con gli alleati della Lega e di Fdi e con altri movimenti. Quella di Renzi non è una riforma costituzionale, è un ribaltamento della Costituzione e dei principi liberali e democratici che ne sono alla base».

Eppure Forza Italia votò le riforme in prima lettura salvo rompere il Patto del Nazareno dopo l'elezione di Mattarella...
«Sfatiamo una cattiva informazione dura a morire. Noi abbiamo detto sì perché io personalmente ho creduto che si potessero stabilire insieme le regole del gioco. Renzi invece ha cambiato unilateralmente 17 volte l'impianto che avevamo deciso insieme e, alla fine, ha voluto scegliere da solo anche il Presidente della Repubblica. Una scelta che non contestiamo nel merito ma nel metodo. Il capo dello Stato rappresenta l'unità della Nazione, rappresenta tutti ed è quindi normale che tutte le forze politiche siano coinvolte nella sua elezione. Invece Renzi non ascolta le ragioni degli altri, ascolta solo il suo ego smisurato. Non si può collaborare con chi non rispetta la parola data, in politica come nella vita. Noi di Forza Italia volevamo e vogliamo riformare la Costituzione, ma nell'interesse dell'Italia e degli italiani, non per trasformarla in un vestito disegnato su misura per lo strapotere di un aspirante dittatore. Alla fine queste riforme, in combinato disposto con la nuova legge elettorale, darebbero luogo a una sola Camera che fa le leggi, ad un solo partito - magari al di sotto del 30 per cento di consensi - che ha la maggioranza, e al leader di questo partito che è padrone di tutto. I napoletani, gli italiani, conoscono bene il valore della libertà e della democrazia. Per questo sono sicuro che al referendum voteranno No».

Anche lei da Presidente del Consiglio si lamentò dei limitati poteri che ha in Italia il capo del governo, si lamentò della difficoltà di legiferare, si lamentò del potere di veto dei piccoli partiti. Questa riforma non è un primo passo avanti verso un sistema più decisionista e veloce che lei stesso aveva più volte auspicato?
«Un conto è progettare una macchina veloce, e ho lavorato per questo. La riforma della Costituzione fatta dal centrodestra diminuiva il numero dei parlamentari e velocizzava le procedure parlamentari ma nel rispetto di tutti, nel rispetto dei cittadini, nel rispetto della democrazia. La macchina voluta da Renzi non ha freni, non si ferma agli stop, investe tutto e tutti. Renzi già adesso, pur non essendo stato eletto da nessuno, sta occupando militarmente con i suoi uomini più fidati tutti i posti chiave dell'Amministrazione dello Stato. E poi non bisogna prendere in giro gli elettori: Renzi non ha abolito il Senato, ha abolito il diritto dei cittadini di eleggere i senatori».

Nessun imbarazzo a votare con il M5s?
«Qui parliamo della Costituzione. I Padri costituenti erano sia di centro, sia di sinistra, sia di destra eppure, nel rispetto reciproco, lavorarono per dare all'Italia una Costituzione che potesse unire tutti gli italiani dopo la tragedia del regime e della guerra. Al referendum di ottobre non si voterà per un partito o per l'altro ma si voterà per l'Italia. Noi che vogliamo l'Italia ancora libera e democratica voteremo No ad una riforma illiberale e antidemocratica, una riforma pericolosa».Renzi conferma che se perde il referendum va a casa. È corretto personalizzare il voto?«No, non è corretto. Renzi si comporta come se la Costituzione fosse cosa sua. La Costituzione è del popolo sovrano. Credo che abbia commesso un errore nel voler personalizzare e radicalizzare a tutti i costi lo scontro. La Costituzione deve unire, Renzi vuole dividere il Paese per controllare tutto e tutt».