«Stop ai massoni, liste pulite» il sindaco rilancia e tenta il bis

«Stop ai massoni, liste pulite» il sindaco rilancia e tenta il bis
di Luigi Roano
Domenica 1 Maggio 2016, 10:24
3 Minuti di Lettura
«Nelle liste DemA non ci sarà nessun candidato iscritto alla massoneria di cui abbiamo conoscenza». Prima di salire sul palco del Modernissimo - dove ha lanciato la sua campagna elettorale come 5 anni fa - il sindaco Luigi de Magistris chiarisce che lui, Enzo Peluso, leader del movimento Lir, che non ha mai fatto mistero dell'affiliazione alla massoneria, non lo conosceva. L'anticipazione de Il Mattino - in buona sostanza - nell'ambiente arancione è stata valutata più o meno così: «Meglio che sia capitato adesso che dopo la presentazione delle liste». Uno scivolone - nella sostanza - e il sindaco spiega come evitarne altri in futuro. Sulla composizione delle liste è pragmatico e avverte: «Non ci saranno impresentabili, non ci saranno persone legate alla camorra, non ci saranno corrotti, non ci saranno delinquenti, ma ci saranno persone pulite».

Tutti i candidati - spiega - devono presentare i certificati del casellario giudiziario, dei carichi pendenti e un'autocertificazione «molto rigorosa. Un lavoro di selezione che inizierò stasera (ieri ndr) e che finirà il 7 maggio alle 12 quando presenterò le liste». Sul punto politico è altrettanto pragmatico: «Le liste - sottolinea de Magistris - non saranno il recinto del centrosinistra e dunque non vi meravigliate se vedrete persone che non hanno la mia stessa ideologia perché noi dobbiamo parlare a tutta la città. Nelle 14 liste a mio sostegno ci saranno persone convinte del programma, ma se nel passato hanno avuto esperienze moderate o di altro tipo, saranno accolte nelle nostre liste dopo un'attenta valutazione».

Un lavoro iniziato ieri sera con un vertice a quattro, con il sindaco Attilio Auricchio, Alessandro Nardi e il fratello Claudio. E stando a quello che trapela, la prima decisione potrebbe essere quella di escludere l'intera lista Lir. Si diceva del Modernissimo, e della campagna elettorale: tutte e 600 le poltroncine della sala erano occupate e almeno trecento persone sono rimaste in piedi, e fuori tanta gente che non è potuta entrare per la capienza limitata. Tra questa quasi tutti gli assessori e i consiglieri comunali. All'interno de Magistris all'inizio si è seduto in prima fila di fianco alla moglie Maria Teresa, lasciando il palco all'attrice Rosaria De Cicco che ha introdotto l'endorsement di Salvatore Borsellino, fratello del compianto Paolo Borsellino ucciso dalla mafia. Poi è toccato a lui salire sul palco, si è accomodato sulla seggiola a lui riservata e ha ascoltato quattro suoi grandi elettori che lo hanno fatto commuovere più volte. Patrizio Oliva, il campione di pugilato, che ha scomodato Tucidide per spiegare perché appoggia de Magistris: «Sicuramente i più coraggiosi sono coloro che hanno la visione più chiara di ciò che li aspetta, così della gloria come del pericolo, e tuttavia l'affrontano.

Ecco, vogliono far passare de Magistris per un mostro ma lui ha avvicinato la gente alle Istituzioni e credo che le parole di Tucidide raccontino bene chi è de Magistris». Un tema raccolto dal filosofo Pino Ferraro, altro suo sostenitore salito sul palco: «All'inizio - dice il docente - quando sentivo parlare il sindaco di politica dal basso pensavo che fosse una delle tante storielle che raccontano i soliti politici, poi ho capito, il suo dal basso significa da dentro. Un cambiamento che deve partire da tutti i napoletani. Perché le cose calate dall'alto sono destinate a cadere e a rompersi. Io non sono mai stato così felice nella mia città come in questi ultimi 5 anni e ne voglio altri 5». Poi parola allo storico del movimento operaio, Geppino Aragno: «In tanti mi chiedono perché mi sono schierato con de Magistris. A questi dico perché il suo modo di fare politica ha alla base i valori della gente comune. Molti parlano di legalità ma anche coloro che processarono Gramsci agivano nella legalità, nella loro legalità. Ma non ci può essere mai legalità se non c'è giustizia sociale».