Tar, de Magistris perde 89 candidati Pd escluso a Bagnoli e San Giovanni

Tar, de Magistris perde 89 candidati Pd escluso a Bagnoli e San Giovanni
di Carlo Porcaro
Mercoledì 18 Maggio 2016, 09:13
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La strage dei colpevoli si è consumata ieri poco prima di mezzogiorno sul filo del telefono. Gli avvocati amministrativisti che attendevano l'esito dei ricorsi, presentati al Tar Campania per conto delle liste escluse, si sono passati la ferale notizia: «Tutti respinti». Pochi minuti più tardi, è arrivata l'ufficializzazione con la pubblicazione sul sito Giustizia-amminitrativa.it. Coloro che hanno sbagliato a presentare la documentazione sabato 7 agli uffici elettorali a Soccavo sono, insomma, tutti colpevoli: 23 per la precisione. Nello specifico la seconda sezione del Tribunale amministrativo regionale, presieduta da Claudio Rovis, ha escluso dalla corsa al Comune: il candidato a sindaco del Partito comunista dei lavoratori Paolo Prudente; le liste Mo-Unione Mediterranea e Partito del Sud che fanno parte della coalizione di De Magistris; 11 candidati della lista fassiniana Bene comune con de Magistris. Fuori invece dalla corsa alle Municipalità: Pd (San Giovanni e Bagnoli); La città (Avvocata-Porto, Bagnoli); M5S (Stella-San Carlo, Bagnoli); Napoli in comune a Poggioreale; Udc (Vomero-Arenella); Napoli popolare (Chiaia-Posillipo, Stella-San Carlo), Bene comune (Vomero-Arenella, Soccavo-Pianura), Ce simme sfasteriati in tutte e dieci i parlamentini; De Magistris sindaco a Stella-San Carlo e Poggioreale; I Cittadini (Bagnoli); Napoli Succoio presidente a Poggioreale; Romano presidente a Soccavo-Pianura; un esponente di Napoli vale.

Oggi si terrà la seconda udienza per gli altri ricorsi: in primis altre 2 liste del sindaco uscente, due dell'aspirante primo cittadino del centrosinistra Valente e 4 del candidato civico del centrodestra Lettieri. Domani, invece, si riunirà il Consiglio di Stato a Roma per l'appello presentato da tutti gli esclusi. Gli unici a salvarsi nelle sentenze emesse ieri dal Tribunale nella nobile sede dell'ex hotel Londra di piazza Municipio sono stati due candidati al Consiglio comunale di San Potito sannitico: esclusi in un primo momento dalla commissione elettorale competente di Piedimonte Matese per aver riportato una condanna per droga, sono stati riammessi dal momento che la legge Severino tra i motivi di incandidabilità prevede produzione e traffico di stupefacenti ma non la detenzione, reato per cui i due aspiranti consiglieri sono stati condannati.È stata frenetica l'attività del Tar per scrivere la bellezza di 49 sentenze nell'arco di poche ore. Per garantirne il regolare svolgimento, il presidente Rovis ha stabilito un'udienza straordinaria lunedì ed un'altra oggi alle ore 10 per i 28 ricorsi depositati sabato 13.

«Non risulta alcuna carenza di personale né di magistratura né amministrativo che stia rallentando il normale corso della giustizia», precisa il segretario generale Filomena Zamboli. Per l'occasione «l'ufficio Ricezione Ricorsi e Atti, la II sezione Giurisdizionale e l'ufficio copie, direttamente interessati al procedimento elettorale, sono stati oggetto di provvedimenti ad hoc e potenziati di personale amministrativo al fine di scongiurare disservizi». Dato l'ingente numero di ricorsi esaminati, «la definizione non poteva avvenire in tempi più brevi».

Quanto alle conseguenze politiche, evidente il vulnus alla coalizione arancione. De Magistris perde 89 candidati in un sol colpo. Tra questi gli undici di Bene comune, esclusi perché le firme sono state autenticate da funzionari non di Napoli: Acone Carmela, Andolfi Delfina, Bonelli Gaetano, Carbone Agostino, Carbone Nunzia, Di Donato Alessio, Funaro Rita, Massa Umberto, Riccio Rita, Torre Massimo. Ora tutti a presentare ricorso al Consiglio di Stato. «Il ricorso - segnala Mo, il movimento guidato da Flavia Sorrentino - è stato preparato dall'avvocato Antonio Parisi e si confida che sia accolto, visto che il 16 maggio è stato accettato quello di una lista di Cosenza che era nelle identiche condizioni di Mo, cioè con candidati ricusati perché hanno autenticato le firme di accettazione nel proprio Comune di residenza e non nel posto dove si vota.  Il Consiglio di Stato ha appena chiarito che tali firme sono valide. Ciò vale per le sottoscrizioni relative alle accettazioni delle candidature (quali quelle in esame), essendo contrario alle finalità di semplificazione che ispirano la legislazione elettorale costringere i candidati, che non necessariamente devono essere elettori nel Comune al quale si candidano, a sottoscrivere le accettazioni e a farle autenticare dal solo ufficiale dell'ente territoriale alle cui elezioni intendono partecipare».

Per il candidato sindaco Pcl Prudente il verdetto «sembra essere una sentenza più politica che giuridica basata sul nulla». «Ci rivarremo contro il Comune per le sue carenze», annunciano i legali de I Cittadini (emanazione di Scelta Civica), Andrea Torino, Raimondo Nocerino e Alessandro Barbieri. Fuori da due Municipalità i candidati di De Magistris sindaco: nella Terza ne cadono 11 su 23, nella IV 11 su 28 e quindi cade l'intera lista, il cui numero minimo deve essere di 20. «La burocrazia non ci fermerà», il commento su facebook di Ivo Poggiani, candidato presidente di Stella-San Carlo.