Se una telefonata (del candidato) non ti allunga la vita

Se una telefonata (del candidato) non ti allunga la vita
di Anna Trieste
Venerdì 27 Maggio 2016, 16:30 - Ultimo agg. 19:49
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Se state di casa a Napoli e votate alle prossime elezioni comunali, oltre all'assistere a avvincenti comizi dove il bue dice cornuto all'asino, e l'asino per tutta risposta invita il bue a dare un'accelerata al proprio transito intestinale, tra le varie iatture che vi possono capitare ci sta sicuramente quella di possedere, oltre alla tessera elettorale, pure un telefono cellulare atto alla ricezione di messaggi e chiamate vocali.

Sì, perché se fino a poco tempo fa il multiforme esercito dei candidati si limitava a invadere le nostre vite azzeccando manifesti e santini elettorali pe' tutt' part', di modo che per fare la differenziata non si guarda più al colore del bidone ma al partito del candidato che troneggia sul cassonetto, adesso ci chiamano pure al telefono. Ma non a quello di casa, eh, attenzione, ché quello è pubblico e facilmente rinvenibile sugli elenchi. No, amanti delle sfide impossibili pure, perché sennò non si candidavano a amministrare i quartieri di Napoli, gli aspiranti consiglieri comunali ci chiameranno o ci faranno chiamare direttamente al cellulare. E così, non paghi di far parte ormai dell'arredo urbano assieme a guardrail e pali della luce, ignorando o aggirando le regole del garante per la privacy, come dei provetti investigatori del Ris costoro ci staneranno fin dentro la cella telefonica e agganciandosi ad essa con le unghie e con i denti ci giureranno e spergiureranno che se li voteremo tutto cambierà.

Del resto, se nel segreto della cabina elettorale Stalin non ti vede figuriamoci nel registro delle chiamate ricevute. E così, mescolandosi a operatori di call center e ex fidanzati indomiti, per convincerci pure loro a cambiare gestore, essi ci telefoneranno o, ed è questa la modalità più drammatica, ci invieranno dei brevissimi messaggi di testo la cui decifrazione, per forma e contenuto, sarà seconda soltanto alle ricette del medico dell'Asl e al Codice di Hammurabi. In entrambi i casi, a nulla varranno le nostre proteste che se Maometto non va alla montagna un motivo ci sarà e che non è che la montagna deve per forza andare da Maometto o mettersi al telefono per convincerlo a votare. No. Essi continueranno finché noi, sfiniti, li considereremo ormai genti di famiglia e a Pasqua e a Capodanno li chiameremo pure per gli auguri. Peccato che a quel punto saranno stati eletti e non ci risponderanno più. Sempre se nel frattempo, oltre al partito, non avranno cambiato pure il numero di telefono, eh!
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