Veleni grillini, la Menna in fuga solitaria. Dissidenti all’attacco: Fico ha «sospeso» tutti gli avversari

Veleni grillini, la Menna in fuga solitaria. Dissidenti all’attacco: Fico ha «sospeso» tutti gli avversari
di Davide Cerbone
Giovedì 11 Febbraio 2016, 10:09
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La delazione, come la calunnia, è un venticello che s’insinua subdolo tra screenshot e gruppi chiusi, profili occultati e messaggi che girano vorticosamente tra i mille rivoli della comunicazione al tempo dei social, rimbalzando dagli smartphone ai pc, da Facebook a Whatsapp. Strumenti consacrati alla democrazia 2.0 che, pensati per unire, ora finiscono per dividere. Di più: per spaccare.
Così capita che dentro quella rete eletta dal grillismo a panacea di tutti i mali (di sicuro politici, ma non solo) finiscano impigliati - o per dirla con la forza del dialetto, “arravogliati” - proprio i Cinquestelle. E allora le diramazioni diventano tentacoli, le opportunità si trasformano in minacce e la famiglia solidale e unita - meglio, «connessa» - si trasforma in un rissoso condominio.

Poco a poco, infatti, viene fuori che sotto l’inerzia apparente degli ultimi mesi era tutto un tramare di gruppi e fazioni. E nel momento in cui arriva la scomunica, dal «volemose bene» alla guerra tutti contro tutti il passo è breve. «Hanno già pronte le liste per alcune Municipalità», ti sussurra in un orecchio qualcuno. «Volevano fare i furbi, gli è andata male», esulta quell’altro. «Ormai è risaputo che al nostro interno c’è una talpa, uno sporco spione che, navigando in acque torbide, non perde occasione per spifferare tutto ai vertici del Movimento. Grazie per averci tolto anche la possibilità di parlarci in libertà», si sfoga un movimentista, dedicando allo spione sentite contumelie. E via ancora tra reciproche accuse, sgambetti, spifferi malevoli e colpi bassi.

Un’aria pesante, pesantissima, che lo stesso fondatore del Meetup di Napoli aveva annusato. «Se vogliamo iniziare un percorso, dobbiamo farlo in modo chiaro, sano e trasparente. E dobbiamo impegnarci tutti insieme per un solo obiettivo, evitando riunioni separate e personalismi. Tutti devono sapere cosa fanno gli altri. L’attivismo in molti casi ha snaturato il senso, i valori fondanti del Movimento, diventando ricerca di candidature e di consenso. Questo non possiamo accettarlo», aveva scosso l’uditorio Fico ad ottobre nel corso in un’affollata riunione vomerese. E subito dopo aveva aggiunto: «Non c’è niente di scontato, neanche il fatto che faremo una lista. Se non saremo capaci di essere sani e maturi, possiamo decidere di non presentarci».

A sentire i dissidenti il disegno sarebbe chiaro: azzerare la concorrenza intorno a Francesca Menna, l’ordinaria di Veterinaria che Roberto Fico vorrebbe a tutti i costi come candidato sindaco di Napoli. Con l’esclusione di Roberto Ionta, Luca Capriello e Elio D’Angelo, tutti e tre aspiranti sindaci e in attesa di giudizio in quanto iscritti al gruppo «segreto» di presunti cospiratori “Napoli Libera”, infatti, si farebbe il vuoto dietro la fedelissima del presidente della Commissione di vigilanza Rai. Stando così le cose, la docente universitaria, classe ‘59, grillina della prima ora, sarebbe lanciata verso una fuga solitaria (o quasi: anche l’attivista Gennaro Giugliano avrebbe dato la propria disponibilità per la poltrona di primo cittadino).
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