Vertice con Renzi, no De Magistris
«Se c’è Nastasi non ci sono io»

Vertice con Renzi, no De Magistris «Se c’è Nastasi non ci sono io»
di Gerardo Ausiello
Martedì 13 Settembre 2016, 11:10
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Il nuovo strappo istituzionale si consuma nel palco reale del San Carlo pochi minuti prima dell’inizio del concerto di Jonas Kaufmann. De Magistris è già in prima fila quando arriva Renzi, accompagnato dal governatore De Luca e dal commissario Nastasi. Il faccia a faccia tanto atteso, di cui si parla da mesi manco fosse uno dei tanti flirt estivi tra vip (o una «telenovela», come l’ha definita la deputata Mara Carfagna, anche lei al San Carlo), salta pure stavolta. Salta perché de Magistris, come ha spiegato lui stesso poco prima ai giornalisti, non ci sta a parlare con Renzi in presenza di Nastasi. «Vorrei incontrare solo il premier, senza il commissario. È assurdo che questo non sia possibile». 

Il riferimento è alla decisione del presidente del Consiglio, comunicatagli nel pomeriggio, di far partecipare al colloquio anche Nastasi. Ecco che quella che sarebbe dovuta essere la serata del disgelo si trasforma nell’ennesimo momento di crisi di un rapporto sempre più difficile, incancrenito da tensioni, polemiche e persino da pesanti accuse. Così quando Renzi arriva nel palco reale, poco prima delle 20, l’atmosfera è già incandescente. Il premier si affaccia, saluta i presenti e incrocia lo sguardo del sindaco, distante da lui. Una gelida e timida stretta di mano, sorrisi imbarazzati, qualche parola frettolosa. Poi più nulla. 

Accanto a Renzi c’è Nastasi, tra lui e l’ex pm pure cala il gelo. All’esterno, nel corridoio, De Luca tenta l’ultima mediazione. Confabula con il capo di gabinetto di de Magistris, Attilio Auricchio, gesticola, gli chiede spiegazioni. Il ragionamento del governatore è chiaro: non si rifiuta un incontro istituzionale con il presidente del Consiglio. Il capo di gabinetto del sindaco spiega la posizione del Comune, poi si congedano. Ci siamo. Il concerto sta per iniziare. Ma le porte del palco reale si riaprono e spunta Renzi, che si affaccia nel corridoio. Si guarda intorno, chiede un bicchier d’acqua, saluta i presenti. Tra loro c’è Alessandra Clemente, fedelissima di de Magistris. Un sorriso, poi la stretta di mano. «Di cosa ti occupi in giunta?» le chiede. E lei: «Ho le deleghe ai Giovani, alla Legalità, alla Polizia municipale». E lui: «Con quanti voti sei stata eletta in Consiglio comunale?». «Oltre 5mila», lei. È a questo punto che Renzi e Clemente scambiano qualche parola su Napoli. «C’è tanto da fare», dice la giovane assessora. E il premier: «Da parte mia massima disponibilità e impegno per la città». 

Il presidente del Consiglio rientra nel palco reale, accanto a lui, tra gli altri, i ministri Angelino Alfano e Dario Franceschini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, il prefetto Gerarda Pantalone, il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone. È l’ora dello show. Prima, però, il minuto di raccoglimento per le vittime del terremoto. All’esterno, intanto, la diplomazia continua la certosina opera di mediazione. Più di tutti si spende Auricchio, l’obiettivo è tentare un riavvicinamento a fine serata, durante la cena al Circolo dell’Unione. I margini, tuttavia, sono molto stretti. Sì, perché su Bagnoli, e sulla governance per tentare la bonifica e il rilancio dell’area, sindaco e premier restano a distanze siderali. Lo sa bene De Luca, che a lungo ha cercato una mediazione provando a separare il momento della bonifica, da gestire con poteri straordinari, da quello della riconversione e della riqualificazione urbanistica, quando si potrebbe tornare ai poteri ordinari per attuare il piano messo a punto da Invitalia (che prevede la rimozione totale della colmata, la costruzione del porto turistico, la valorizzazione del parco urbano e molto altro). Ad oggi sembra essere questa l’unica soluzione possibile per salvare, come si suol dire, capra e cavoli. Ormai, però, sembra essere tutto un problema di volontà di Renzi e de Magistris. L’eventuale chiarimento, con l’auspicata ripresa del dialogo, dipende solo da loro.
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