Vitalizi in Campania, è bagarre
il Consiglio accantona la norma

Vitalizi in Campania, è bagarre il Consiglio accantona la norma
di Gerardo Ausiello
Mercoledì 21 Dicembre 2016, 11:34 - Ultimo agg. 20:55
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Al via il Consiglio regionale con all'ordine del giorno la legge di stabilità. Occhi puntati sul governatore Vincenzo De Luca, il quale ha annunciato ieri che chiederà ai consiglieri di ritirare la contestata norma sul vitalizio camuffato da sistema previdenziale di cui ha scritto in questi giorni Il Mattino.
 

 

In apertura di seduta la presidente dell'assemblea Rosetta D'Amelio annuncia che per l'attentato a Berlino rivendicato dall'Isis il Consiglio espone le bandiere a mezz'asta. L'Aula osserva quindi un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime dell'attacco terroristico, rivolgendo un pensiero anche alla giovane dispersa Fabrizia Di Lorenzo, la cui famiglia è originaria di Contursi.
 


E' il presidente della commissione Bilancio Franco Picarone a chiedere di «stralciare l'articolo 5 del maxi-emendamento», ovvero la norma con i vitalizi camuffati da pensioni. A replicare è la grillina Valeria Ciarambino, che attacca: «E' sorprendente che proprio Picarone chieda di ritirare la norma, lui che ha bocciato con la maggioranza in commissione Bilancio il nostro emendamento con cui puntavamo ad abrogare i vitalizi. Avete perso la faccia e ora mettete la pezza a colori. De Luca ha detto che era una palla ma poi ha chiesto di stralciarla. Non è affatto una palla. I vitalizi esistono eccome perché la Campania non si è adeguata ad un ordine del giorno dell'assemblea dei presidenti dei Consigli regionali che chiedeva di procedere con una decurtazione del 40 per cento a chi percepisce i doppi vitalizi».

Prende la parola Luciano Passariello, consigliere di Fratelli d'Italia: «Dalla X legislatura (quella in corso, ndr) il vitalizio è stato abrogato. L'ufficio di presidenza aveva invece l'obbligo di definire il sistema pensionistico, ma non lo ha fatto. E' quindi inadempiente, lo ha detto con chiarezza anche l'Inps. Stamattina ho allora diffidato ufficialmente l'ufficio di presidenza. Non si doveva arrivare ad inserire la norma nella legge di stabilità. Così avete fatto una figura da quattro soldi». Quindi si rivolge ai grillini: «Anche il Movimento 5 Stelle ha presentato un emendamento per equiparare il regime pensionistico dei consiglieri regionali a quello dei dipendenti pubblici». A De Luca, poi, dice: «Presidente, siamo a Natale. Le palle si mettono sull'albero». Quindi lancia una provocazione: «Sfiduciamo quest'ufficio di presidenza». Tira infine in ballo i giornalisti, colpevoli evidentemente di aver smascherato l'accordo consociativo sui vitalizi camuffati (il caso è stato sollevato in anteprima da Il Mattino): «Prendono le pensioni migliori di tutti», è l'attacco. 

Picarone difende la misura messa a punto dalla maggioranza: «Abbiamo definito pensioni con il sistema contributivo, che è diverso dal vitalizio. La norma si trova nella legge di stabilità perché Ciarambino aveva presentato un emendamento ad hoc, che era una schifezza, e noi ci siamo limitati a scriverlo meglio. Il risultato è che, senza questo sistema di regole, ora paghiamo la nostra quota di contributi senza avere diritto alla pensione. La verità - insiste Picarone - è che noi abbiamo assimilato il nostro regime a quello dei dipendenti regionali. Un sistema che quasi tutte le Regioni hanno già adottato. La mia tesi era di votare un altro emendamento ma il presidente De Luca è stato ecumenico, ha scelto di seguire un'altra strada. Scandaloso è l'atteggiamento dei Cinque Stelle, siete in mala fede, fate politica ingannando i cittadini, oppure non sapete fare il vostro lavoro». Quanto all'estensione dei benefici pensionistici agli assessori, Picarone chiarisce: «La norma esiste già da molti anni».

E' il turno del capogruppo di Forza Italia, Armando Cesaro: «Grazie ai Cinque Stelle quest'aula è diventata un circo, un teatro. In commissione abbiamo votato contro il maxi-emendamento e presentato un emendamento soppressivo dell'articolo 5, mentre i Cinque Stelle hanno presentato un emendamento chiedendo la pensione. Noi abbiamo presentato 60mila emendamenti che sono stati bocciati, li abbiamo ripresentati e temo che accadrà lo stesso. Ma non consentiamo ai Cinque Stelle di avere la patente della legalità».

Di nuovo Ciarambino: «Il nostro emendamento è corretto e lo sosteniamo. Anzi noi chiediamo di ricalcolare il vitalizio già acquisito con il sistema contributivo. Peraltro chiediamo che tutti i contributi vengano prelevati dall'indennità di carica, il Consiglio regionale non dovrebbe aggiungere nessuna altra quota. Noi riteniamo che i consiglieri regionali debbano percepire la pensione se lavorano».

Il capogruppo dei Verdi Francesco Borrelli ringrazia De Luca per aver deciso di accantonare la norma e Picarone per aver fatto sua la proposta del governatore. Ricorda di aver presentato nel 2015 un emendamento con cui venne abolito l'una tantum di 30mila euro in caso di decesso dei consiglieri regionali. Poi apre ai Cinque Stelle: «Il loro emendamento può essere un punto di partenza su cui lavorare. Il Mattino  - prosegue Borrelli - ha sollevato un caso con articoli firmati anche da editorialisti che hanno chiesto a De Luca di riflettere nel merito. Noi su questi temi abbiamo il dovere di essere una casa di vetro. Quindi è opportuno approfondire la vicenda e presentare una nuova proposta. E' giusto abolire i vitalizi ma bisogna anche riconoscere a chi per cinque anni lavora nelle istituzioni senza dedicarsi ad altro il diritto di costruirsi una pensione».

A questo punto D'Amelio mette in votazione lo stralcio dell'articolo 5 proposto da Picarone su richiesta di De Luca: lo stralcio viene deciso all'unanimità con il conseguente rinvio in commissione.
La norma è quindi momentaneamente accantonata, se ne riparlerà nelle prossime settimane quando si dovrà mettere a punto una proposta ad hoc.

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