My Fair Lady debutta al San Carlo
Per la prima volta un musical all'opera

My Fair Lady debutta al San Carlo Per la prima volta un musical all'opera
di Rossella Grasso
Martedì 6 Febbraio 2018, 22:33
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Nel luogo sacro dell'opera debutta un musical. Succede al Teatro San Carlo che mette in scena uno dei musical più conosciuti e canticchiati di sempre, My Fair Lady. Lo fa con un nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo, nell’adattamento della commedia di G.B. Shaw e del film di Gabriel Pascal Pygmalion, rispettando testi, musica e scene. Sul podio Donato Renzetti che ha diretto l' Orchestra e il Coro del San Carlo che hanno accompagnato gli attori e il Corpo di Ballo. Anche la rgia di Paul Curran ha rispettato la tradizione regalando uno spettacolo che piace dal 1956 quando fu scritto da  Alan Jay Lerner, autore del libretto su musiche di Frederick Loewe del musical.
 
Ispirato al Pigmalione di George Bernard Shaw, la storia del cinico professor Higgins, che per scommessa riesce a trasformare in una signora dell’alta società l’incolta fioraia Eliza Doolittle è una fiaba dal sapore un po'amaro che fa sognare per le brillanti musiche e per la storia d'amore impossibile e che riporta subito alla memoria una deliziosa Audry Hepburn che è passata alla storia interpretando la fioraia nell'omonimo film del 1964. Sin dalla sua prima rappresentazione fu subito un trionfo: il 15 marzo del '56 My Fair Lady debuttò a New York al Mark Hellinger Theatre dove è stato rappresentato per ben 2.700 volte e nel 1958, messo in scena a Londra, le repliche furono 2.281. Il successo si deve proprio alla solida struttura drammaturgica su cui poggia (Shaw per il suo Pigmalione si ispira a sua volta al raffinato racconto delle Metamorfosi di Ovidio),  all’elegante gioco tra reale e onirico, alla varietà di personaggi e caratteri che affollano la scena, dal padre scansafatiche e alcolizzato della protagonista, alla madre-complice di Higgins,  al sornione Colonnello Pickering, ai magnifici quadri di una società colorita e brulicante accanto all’aristocrazia inglese ingessata e pettegola.

«My Fair Lady è uno dei musical più belli e conosciuti in assoluto – racconta il regista Paul Curran – per le sue scene spettacolari, per l’ironia, per la bellezza della vicenda che racconta. Ma è anche la storia di un ritratto e di un riscatto sociale; da una condizione di sacrificio, qui troviamo una donna che vuole emanciparsi, che vuole ritrovare una dignità esistenziale cui tutti hanno diritto. E questo mi sembra un aspetto di assoluta contemporaneità. Infatti nella mia regia non ho voluto stravolgere nulla rispetto all’originale, né tempo, né luogo, perché questa è una storia senza tempo, è una storia umana che si può ripetere all’infinito». Il cast scelto per la rappresentazione è tutto made in London e recita nella lingua originaria (i sovratitoli sono in italiano): «Abbiamo ricevuto circa 2400 richieste di audizioni – continua Curran - dalle quali abbiamo selezionato 300 artisti cui fare il provino. I cantanti sono anche ballerini e attori, tutti artisti straordinari che provengono prevalentemente dal Teatro Nazionale di Londra e dalla Royal Shakespeare Company». 

Il rapido cambio di scene tutte curate nel dettagio ma molto semplici sono di Gary McCann, i costumi di Giusi Giustino. Le coreografie del Corpo di Ballo del San Carlo sono di Kyle Lang, le luci di David Martin Jacques.
Tra gli interpreti principali, Nancy Sullivan nel ruolo di Eliza Doolittle, Robert Hands, Mr. Henry Higgins, Martyn Ellis, Alfred P. Doolittle, John Conroy, Colonnello Pickering, e Julie Legrand, Mrs Higgins. Lo spettacolo sarà in scena fino al 14 febbraio. 

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