Napoli, ecco l'app contro la violenza sulle donne

Napoli, ecco l'app contro la violenza sulle donne
Venerdì 27 Marzo 2015, 21:14
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NAPOLI - Si chiama S.H.A.W. ed è l’arma scaricabile gratuitamente dall’app store per combattere la violenza contro le donne. Il progetto di Soroptomist, un’associazione che opera per la promozione e l’avanzamento della condizione femminile, è stato accolto dai farmacisti della Campania che inviteranno le donne ed anche gli uomini a scaricare l’app S.H.A.W. (Soroptimist Help Application Women). Spesso sono proprio i farmacisti, con il loro ruolo sociale, ad assistere le donne che non vogliono denunciare e che preferiscono curare da sole le ferite di un aggressione o una violenza. Da qui la forza per compiere quei difficilissimi primi passi verso il percorso di denuncia. Napoli sarà la città pilota di questo progetto che a breve verrà esteso a tutta l'Italia. “Il farmacista si prende cura delle persone e ultimamente possiamo vantare una farmacia sempre più ‘rosa’” spiega Michele Di Iorio, Presidente di Federfarma Napoli.



L’app che già conta circa 2500 download, permette di chiamare il 112 e il 1522, un numero verde istituito nel 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità attivo 24 ore su 24 e grazie alla geolocalizzazione consente di conoscere il centro antiviolenza più vicino oppure consultarne una lista. E’ possibile visitare una sezione sugli aspetti legislativi, le tutele della legge sul femminicidio, quelle sullo stalking e sul mobbing o sui percorsi di Codice Rosa che si stanno diffondendo in parecchie strutture sanitarie. L’app inoltre è tradotta in varie lingue tra cui rumeno, l’ucraino, lo sloveno, l’arabo ed il cinese: “Ci rivolgiamo anche alle donne indotte alla prostituzione e considero la versione in cinese dell’app una sfida perchè ci rivolgiamo ad un popolo che non denuncia – spiega Mariolina Coppola, Vicepresidente nazionale Soroptimist International d’Italia - con l’aiuto delle farmacie vogliamo arrivare anche agli uomini: un fratello, un amico, un figlio possono aiutare una donna vittima di violenza”.



(a cura di Comunicare il Sociale)
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