Addio al veleno, la rabbia della città
«Preferisce i soldi al nostro amore»

Addio al veleno, la rabbia della città «Preferisce i soldi al nostro amore»
di Paolo Barbuto
Domenica 24 Luglio 2016, 01:32
14 Minuti di Lettura
La città ha reagito con rabbia alla notizia dell’addio. Sui muri striscioni offensivi e scritte anche minacciose, nelle crocchie dei tifosi al mercato o sulla spiaggia la parola più utilizzata è «traditore», condita, generalmente, da ogni tipo di insulto, dal più colto al più volgare.
La città parla, si interroga sul futuro, pensa a quel che sta per accadere. Il tam tam su Higuain è stato inaugurato di buon mattino dal sindaco De Magistris quando la notizia dell’addio non era ancora ufficiale: «Spero fortemente che Higuain resti e voglia restare a Napoli», ha detto il primo cittadino che, sorridendo, ha ricordato di avere «tante responsabilità, ruoli e poteri, ma non posso decidere le sorti di Higuain». De Magistris si è anche spinto a ragionare sul futuro degli azzurri: «Credo che per poter vincere si debba anche consolidare una squadra e non cambiare in continuazione. Mi auguro che si riesca a mettere in campo una squadra forte visto che dobbiamo iniziare subito alla grande avendo alla seconda giornata già il Milan. Il Napoli si deve far trovare pronto».
Nel frattempo, però, la giornata si è arroventata e i dubbi si sono trasformati in certezze: radio, tv e web hanno iniziato a raccontare i particolari della vicenda che, lentamente, ha travolto il mondo della passione calcistica. Subito il pastoraio Marco Ferrigno s’è affrettato a cambiare colore alla maglia dell’argentino e ha esposto davanti alla sua bottega la statuina con il Pipita bianconero: «Questo è un pastore che non avrei mai voluto fare», ha confessato senza nascondere lo sconforto.

Gongolava, invece, sulla strada del mare, il rettore della Federico, II Gaetano Manfredi: «Sono un tifoso della Juventus e non posso che essere felice per questo affare di mercato», ha spiegato prima di rientrare nel ruolo ufficiale per chiarire: «Da rettore dell’università di Napoli sono dispiaciuto, da tifoso bianconero invece sono contento. Anche se sono rimasto sorpreso: il valore economico attribuito all’operazione mi sembra davvero esagerato, mette in risalto il problema vero di un calcio in cui sceicchi e danarosi uomini d’affari hanno fatto crescere in maniera pericolosa il valore di mercato dei calciatori».
Francesco Tuccillo, presidente napoletano dell’Acen e devoto tifoso azzurro, è rimasto scottato da questa vicenda: «Higuain chi? No, mi dispiace, non conosco questo giocatore», dice nascondendo la rabbia dietro l’ironia. Poi prova a guardare l’altra faccia della medaglia: «Con il denaro incassato da questo affare la squadra potrà rinforzarsi, magari prendere un giocatore che sappia diventare leader, ruolo che il Pipita non è mai riuscito a interpretare in questo gruppo». E a proposito di gruppo, Sergio Mannato, presidente dell’Associazione Borgo Marechiaro chiarisce che «Onestamente l’argentino non si è mai mostrato particolarmente felice di essere qui a Napoli. Spesso i calciatori vengono a Marechiaro, tutti sono sempre stati disponibili e felici di incontrare i tifosi, l’unico che si mostrava infastidito dalla passione azzurra era proprio Higuain».

Sulla stessa linea Pietro Russo, presidente di Confcommercio Napoli: «Se non ha voglia di rimanere a Napoli se ne vada - dice senza mezzi termini - ha preferito la Juventus e ci ha feriti. Ma ormai il calcio funziona così, vince chi ha più soldi. Non so se renderà altrettanto bene in maglia bianconera, forse oltre a lui avrebbero dovuto prendere anche Sarri che lo ha messo in condizione di segnare così tanto».
Affronta con maggiore distacco l’argomento Antonio Izzo, presidente di Federalberghi Napoli: «Leggo questo addio su tre piani diversi. Il primo è quello del giocatore che ormai non ha più legami con la sua squadra, affascinato dalla possibilità di competere in altri scenari e da un ingaggio elevato. Il secondo riguarda la clausola rescissoria esagerata, superiore anche al reale valore del giocatore tenuto conto dell’età, e che non può opporsi alla cessione. Infine il piano dei tifosi che non gradiscono discorsi legati al denaro, che amano la maglia, la squadra e vedono come un affronto la cessione di un campione alla più acerrima rivale. Forse non ci sono colpevoli e nemmeno alternative, ma solo valori antichi di cui nessuno ricorda più il significato, che fortunatamente esistono ancora in altri sport».

Anche Armando Rossi, presidente dell’ordine degli Avvocati, pensa che ormai il denaro abbia cancellato ogni valore: «In questo calcio ha ragione chi ha più soldi a disposizione, non esistono più cuore, passione, amicizia. E comunque si è avverato ciò che avevo predetto una settimana fa. Purtroppo con questo ingaggio la Juventus si rafforza ulteriormente e il gap con le altre formazioni italiane, a partire dal Napoli, diventa sempre più ampio. Così come stanno le cose, la Juventus il prossimo anno sembra non avere avversarie».
Guarda la vicenda con una doppia prospettiva Vincenzo Moretta che è presidente dell’ordine dei Commercialisti di Napoli oltre ad essere appassionato seguace delle vicende azzurre, così alterna la visione del tifoso a quella del professionista: «Da tifoso, questa è un’operazione che ovviamente non mi fa gioire, e il dispiacere aumenta perché consente a una diretta avversaria di arricchirsi e da rinforzarsi enormemente. Se osservo questa vicenda con gli occhi del commercialista, però, devo dire che si tratta di un’ottima operazione finanziaria. Considerando l’età di Higuain, credo ottenere in cambio che 94 milioni sia un gran colpo. Rappresentano un patrimonio enorme per le casse del Napoli e sicuramente possono essere investiti in ottimi giocaPaolo Barbuto
La città ha reagito con rabbia alla notizia dell’addio. Sui muri striscioni offensivi e scritte anche minacciose, nelle crocchie dei tifosi al mercato o sulla spiaggia la parola più utilizzata è «traditore», condita, generalmente, da ogni tipo di insulto, dal più colto al più volgare.

La città parla, si interroga sul futuro, pensa a quel che sta per accadere. Il tam tam su Higuain è stato inaugurato di buon mattino dal sindaco De Magistris quando la notizia dell’addio non era ancora ufficiale: «Spero fortemente che Higuain resti e voglia restare a Napoli», ha detto il primo cittadino che, sorridendo, ha ricordato di avere «tante responsabilità, ruoli e poteri, ma non posso decidere le sorti di Higuain». De Magistris si è anche spinto a ragionare sul futuro degli azzurri: «Credo che per poter vincere si debba anche consolidare una squadra e non cambiare in continuazione. Mi auguro che si riesca a mettere in campo una squadra forte visto che dobbiamo iniziare subito alla grande avendo alla seconda giornata già il Milan. Il Napoli si deve far trovare pronto».
Nel frattempo, però, la giornata si è arroventata e i dubbi si sono trasformati in certezze: radio, tv e web hanno iniziato a raccontare i particolari della vicenda che, lentamente, ha travolto il mondo della passione calcistica. Subito il pastoraio Marco Ferrigno s’è affrettato a cambiare colore alla maglia dell’argentino e ha esposto davanti alla sua bottega la statuina con il Pipita bianconero: «Questo è un pastore che non avrei mai voluto fare», ha confessato senza nascondere lo sconforto.

Gongolava, invece, sulla strada del mare, il rettore della Federico, II Gaetano Manfredi: «Sono un tifoso della Juventus e non posso che essere felice per questo affare di mercato», ha spiegato prima di rientrare nel ruolo ufficiale per chiarire: «Da rettore dell’università di Napoli sono dispiaciuto, da tifoso bianconero invece sono contento. Anche se sono rimasto sorpreso: il valore economico attribuito all’operazione mi sembra davvero esagerato, mette in risalto il problema vero di un calcio in cui sceicchi e danarosi uomini d’affari hanno fatto crescere in maniera pericolosa il valore di mercato dei calciatori».
Francesco Tuccillo, presidente napoletano dell’Acen e devoto tifoso azzurro, è rimasto scottato da questa vicenda: «Higuain chi? No, mi dispiace, non conosco questo giocatore», dice nascondendo la rabbia dietro l’ironia. Poi prova a guardare l’altra faccia della medaglia: «Con il denaro incassato da questo affare la squadra potrà rinforzarsi, magari prendere un giocatore che sappia diventare leader, ruolo che il Pipita non è mai riuscito a interpretare in questo gruppo». E a proposito di gruppo, Sergio Mannato, presidente dell’Associazione Borgo Marechiaro chiarisce che «Onestamente l’argentino non si è mai mostrato particolarmente felice di essere qui a Napoli. Spesso i calciatori vengono a Marechiaro, tutti sono sempre stati disponibili e felici di incontrare i tifosi, l’unico che si mostrava infastidito dalla passione azzurra era proprio Higuain».

Sulla stessa linea Pietro Russo, presidente di Confcommercio Napoli: «Se non ha voglia di rimanere a Napoli se ne vada - dice senza mezzi termini - ha preferito la Juventus e ci ha feriti. Ma ormai il calcio funziona così, vince chi ha più soldi. Non so se renderà altrettanto bene in maglia bianconera, forse oltre a lui avrebbero dovuto prendere anche Sarri che lo ha messo in condizione di segnare così tanto».
Affronta con maggiore distacco l’argomento Antonio Izzo, presidente di Federalberghi Napoli: «Leggo questo addio su tre piani diversi. Il primo è quello del giocatore che ormai non ha più legami con la sua squadra, affascinato dalla possibilità di competere in altri scenari e da un ingaggio elevato. Il secondo riguarda la clausola rescissoria esagerata, superiore anche al reale valore del giocatore tenuto conto dell’età, e che non può opporsi alla cessione. Infine il piano dei tifosi che non gradiscono discorsi legati al denaro, che amano la maglia, la squadra e vedono come un affronto la cessione di un campione alla più acerrima rivale. Forse non ci sono colpevoli e nemmeno alternative, ma solo valori antichi di cui nessuno ricorda più il significato, che fortunatamente esistono ancora in altri sport».

Anche Armando Rossi, presidente dell’ordine degli Avvocati, pensa che ormai il denaro abbia cancellato ogni valore: «In questo calcio ha ragione chi ha più soldi a disposizione, non esistono più cuore, passione, amicizia. E comunque si è avverato ciò che avevo predetto una settimana fa. Purtroppo con questo ingaggio la Juventus si rafforza ulteriormente e il gap con le altre formazioni italiane, a partire dal Napoli, diventa sempre più ampio. Così come stanno le cose, la Juventus il prossimo anno sembra non avere avversarie».
Guarda la vicenda con una doppia prospettiva Vincenzo Moretta che è presidente dell’ordine dei Commercialisti di Napoli oltre ad essere appassionato seguace delle vicende azzurre, così alterna la visione del tifoso a quella del professionista: «Da tifoso, questa è un’operazione che ovviamente non mi fa gioire, e il dispiacere aumenta perché consente a una diretta avversaria di arricchirsi e da rinforzarsi enormemente. Se osservo questa vicenda con gli occhi del commercialista, però, devo dire che si tratta di un’ottima operazione finanziaria. Considerando l’età di Higuain, credo ottenere in cambio che 94 milioni sia un gran colpo. Rappresentano un patrimonio enorme per le casse del Napoli e sicuramente possono essere investiti in ottimi giocaPaolo Barbuto
La città ha reagito con rabbia alla notizia dell’addio. Sui muri striscioni offensivi e scritte anche minacciose, nelle crocchie dei tifosi al mercato o sulla spiaggia la parola più utilizzata è «traditore», condita, generalmente, da ogni tipo di insulto, dal più colto al più volgare.

La città parla, si interroga sul futuro, pensa a quel che sta per accadere. Il tam tam su Higuain è stato inaugurato di buon mattino dal sindaco De Magistris quando la notizia dell’addio non era ancora ufficiale: «Spero fortemente che Higuain resti e voglia restare a Napoli», ha detto il primo cittadino che, sorridendo, ha ricordato di avere «tante responsabilità, ruoli e poteri, ma non posso decidere le sorti di Higuain». De Magistris si è anche spinto a ragionare sul futuro degli azzurri: «Credo che per poter vincere si debba anche consolidare una squadra e non cambiare in continuazione. Mi auguro che si riesca a mettere in campo una squadra forte visto che dobbiamo iniziare subito alla grande avendo alla seconda giornata già il Milan. Il Napoli si deve far trovare pronto».
Nel frattempo, però, la giornata si è arroventata e i dubbi si sono trasformati in certezze: radio, tv e web hanno iniziato a raccontare i particolari della vicenda che, lentamente, ha travolto il mondo della passione calcistica. Subito il pastoraio Marco Ferrigno s’è affrettato a cambiare colore alla maglia dell’argentino e ha esposto davanti alla sua bottega la statuina con il Pipita bianconero: «Questo è un pastore che non avrei mai voluto fare», ha confessato senza nascondere lo sconforto.

Gongolava, invece, sulla strada del mare, il rettore della Federico, II Gaetano Manfredi: «Sono un tifoso della Juventus e non posso che essere felice per questo affare di mercato», ha spiegato prima di rientrare nel ruolo ufficiale per chiarire: «Da rettore dell’università di Napoli sono dispiaciuto, da tifoso bianconero invece sono contento. Anche se sono rimasto sorpreso: il valore economico attribuito all’operazione mi sembra davvero esagerato, mette in risalto il problema vero di un calcio in cui sceicchi e danarosi uomini d’affari hanno fatto crescere in maniera pericolosa il valore di mercato dei calciatori».
Francesco Tuccillo, presidente napoletano dell’Acen e devoto tifoso azzurro, è rimasto scottato da questa vicenda: «Higuain chi? No, mi dispiace, non conosco questo giocatore», dice nascondendo la rabbia dietro l’ironia. Poi prova a guardare l’altra faccia della medaglia: «Con il denaro incassato da questo affare la squadra potrà rinforzarsi, magari prendere un giocatore che sappia diventare leader, ruolo che il Pipita non è mai riuscito a interpretare in questo gruppo». E a proposito di gruppo, Sergio Mannato, presidente dell’Associazione Borgo Marechiaro chiarisce che «Onestamente l’argentino non si è mai mostrato particolarmente felice di essere qui a Napoli. Spesso i calciatori vengono a Marechiaro, tutti sono sempre stati disponibili e felici di incontrare i tifosi, l’unico che si mostrava infastidito dalla passione azzurra era proprio Higuain».

Sulla stessa linea Pietro Russo, presidente di Confcommercio Napoli: «Se non ha voglia di rimanere a Napoli se ne vada - dice senza mezzi termini - ha preferito la Juventus e ci ha feriti. Ma ormai il calcio funziona così, vince chi ha più soldi. Non so se renderà altrettanto bene in maglia bianconera, forse oltre a lui avrebbero dovuto prendere anche Sarri che lo ha messo in condizione di segnare così tanto».
Affronta con maggiore distacco l’argomento Antonio Izzo, presidente di Federalberghi Napoli: «Leggo questo addio su tre piani diversi. Il primo è quello del giocatore che ormai non ha più legami con la sua squadra, affascinato dalla possibilità di competere in altri scenari e da un ingaggio elevato. Il secondo riguarda la clausola rescissoria esagerata, superiore anche al reale valore del giocatore tenuto conto dell’età, e che non può opporsi alla cessione. Infine il piano dei tifosi che non gradiscono discorsi legati al denaro, che amano la maglia, la squadra e vedono come un affronto la cessione di un campione alla più acerrima rivale. Forse non ci sono colpevoli e nemmeno alternative, ma solo valori antichi di cui nessuno ricorda più il significato, che fortunatamente esistono ancora in altri sport».

Anche Armando Rossi, presidente dell’ordine degli Avvocati, pensa che ormai il denaro abbia cancellato ogni valore: «In questo calcio ha ragione chi ha più soldi a disposizione, non esistono più cuore, passione, amicizia. E comunque si è avverato ciò che avevo predetto una settimana fa. Purtroppo con questo ingaggio la Juventus si rafforza ulteriormente e il gap con le altre formazioni italiane, a partire dal Napoli, diventa sempre più ampio. Così come stanno le cose, la Juventus il prossimo anno sembra non avere avversarie».
Guarda la vicenda con una doppia prospettiva Vincenzo Moretta che è presidente dell’ordine dei Commercialisti di Napoli oltre ad essere appassionato seguace delle vicende azzurre, così alterna la visione del tifoso a quella del professionista: «Da tifoso, questa è un’operazione che ovviamente non mi fa gioire, e il dispiacere aumenta perché consente a una diretta avversaria di arricchirsi e da rinforzarsi enormemente. Se osservo questa vicenda con gli occhi del commercialista, però, devo dire che si tratta di un’ottima operazione finanziaria. Considerando l’età di Higuain, credo ottenere in cambio che 94 milioni sia un gran colpo. Rappresentano un patrimonio enorme per le casse del Napoli e sicuramente possono essere investiti in ottimi giocatori, molto più giovani».
Anche l’avvocato Claudio Botti, tra gli storici fondatori del «Te Diegum» e da sempre appassionato tifoso azzurro, per via di questa vicenda si ritrova costretto a vestire i panni professionali anche quando avrebbe dovuto parlare di calcio. Si trova a Dimaro, sede del ritiro azzurro dove era prevista la presentazione di un libro scritto a molte mani e dedicato proprio a Higuain: «La presentazione è stata cancellata, sostituita da un “processo a Higuain” nel quale io sono stato chiamato a vestire i panni dell’accusa».

Prova a scherzarci su l’avvocato Botti, però non riesce a nascondere la rabbia da vero tifoso di fronte al tradimento perpetrato dal giocatore argentino che è andato a vestire la maglia della Juventus: «Preferisco astenermi da ogni commento perché rischio di essere scortese. Mi affido alle parole di Leonardo Sciascia che suddivideva gli uomini in diverse categorie, gli uomini, gli ominicchi e i quaqquaraquà. Dato per assodato che un calciatore come Diego Maradona appartiene alla prima categoria, quella degli uomini, lascio ai lettori del Mattino e ai tifosi la scelta sulla categoria nella quale inserire Higuain».
Visione meno appassionata quella di Carlo Claps, presidente dell’AidaCon, associazione di consumatori: «Ovviamente da tifoso provo dispiacere per l’addio del Pipita, ma capisco le ragioni del mercato e cerco di guardare anche al lato positivo di questa vicenda ovvero all’importante iniezione di denaro che arriverà nelle casse del club. Ecco, adesso quei soldi possono essere utilizzati per far crescere realmente la società: il regalo che ci farà la Juve potrà essere utilizzato per realizzare finalmente un centro sportivo o, magari, per dare nuovo impulso al settore giovanile».
Non pensa a investimenti in strutture, invece, Salvatore Isaia, presidente di Federsociale: «È una cessione che ovviamente dispiace per il valore del giocatore, ora speriamo soltanto che il presidente De Laurentiis sappia reinvestire al meglio i soldi ricavati grazie all’addio di Higuain perché il Napoli merita una squadra competitiva e da Champions».
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