Appalti Trenitalia, inchiesta flop: tutti assolti

Appalti Trenitalia, inchiesta flop: tutti assolti
di Viviana Lanza
Lunedì 19 Giugno 2017, 23:16 - Ultimo agg. 23:17
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 Quando il 6 luglio 2010 scattarono le misure cautelari con arresti in carcere e ai domiciliari e il sequestro milionario di beni e aziende si aprì uno scenario inquietante sugli appalti ferroviari. Trenitalia figurava come parte lesa. L’accusa prospettava «gare truccate in modo seriale». Erano le gare per la manutenzione di carrozze e locomotori, inclusa la divisione Cargo. Un anno prima, il 29 giugno 2009, c’era stato a Viareggio un terribile incidente ferroviario con il deragliamento di un treno merci e ci fu chi ipotizzò persino un collegamento tra l’inchiesta napoletana e i fatti di Viareggio. I reati contestati spaziavano dall’associazione per delinquere alla turbativa d’asta, corruzione e riciclaggio. Fu un terremoto giudiziario.

Quando ieri il giudice Serena Corleto, presidente della prima sezione del Tribunale di Napoli, ha letto in aula il dispositivo della sentenza tutte quelle accuse sono crollate. Assolti «perché il fatto non sussiste» è la decisione del giudice. Gli imputati hanno tirato un sospiro di sollievo, gli avvocati del collegio difensivo si sono guardati soddisfatti. È vero che il dibattimento serve ad approfondire gli elementi dell’accusa, ascoltare testimoni e analizzare prove è finalizzato all’accertamento della verità e che la sentenza di assoluzione è tra le conclusioni contemplate in un processo, ma un verdetto come quello di ieri, che manda assolti 13 imputati su 13 (uno nel frattempo deceduto) è sentenza che ispira più di una riflessione. Assoluzione piena per tutti gli imputati.

Assoluzione che si aggiunge a quella degli imputati che hanno optato per il rito abbreviato e sono uscititi senza condanne chi dal primo chi dal secondo grado. Perché sono cadute tutte le accuse nel processo sugli appalti Trenitalia? Bisognerà attendere 90 giorni, il tempo che i giudici hanno preso per depositare la sentenza completa delle motivazioni. Su alcuni capi di imputazione c’era l’ombra della prescrizione ma il tribunale è andato oltre, disponendo le assoluzioni nel merito; per due ex dirigenti di Trenitalia e per tre imprenditori la pubblica accusa aveva chiesto condanne tra i 4 anni e mezzo e i due anni e mezzo e tutti sono stati assolti con formula ampia.

Assoluzione, dunque, per l’ingegnere Raffaele Arena, ex dirigente Trenitalia (difeso dagli avvocati Giuseppe Siciliano e Erasmo Fuschillo), assolta la moglie medico Rosa Nappi (assistita dagli avvocati Fuschillo e Letizia Nappi. Assoluzione per l’ingegnere Fiorenzo Carassai (difeso dagli avvocati Eugenio Crì Crì e Paolo Pauri) e per il figlio Leonardo, per gli imprenditori Antonio e Giovanni De Luca (assistiti dagli avvocati Vincenzo Siniscalchi, Camillo Irace e Emireno Valteroni), per Carmine D’Elia (difeso dagli avvocati Vincenzo Maiello e Giacarlo Biancardi) che l’accusa indicava socio occulto dei De Luca. Assolto l’imprenditore Luigi Allocati (difeso dall’avvocato Luigi Tuccillo) e assolti Francesco Santorelli, Santo Vicidomini, Federica Di Pomponio, Carlo Giralda. Finirono tutti sotto inchiesta nel luglio 2010.

A vario titolo le accuse ruotavano attorno a presunte irregolarità negli appalti Trenitalia relativi alla manutenzione di carrozze e locomotori per 10 milioni.
In qualche caso si ipotizzarono appalti affidati con trattative private a imprese riconducibili a parenti di uno dei dirigenti di Trenitalia. L’inchiesta, coordinata dai pm Henry John Woodock e Francesco Curcio nacque da un audit di Trenitalia, da una indagine interna all’azienda. Si ipotizzò una sistematicità nel truccare le gare per imprese amiche. Ci furono arresti (poi revocati) e sequestri di aziende, incluso un pastificio, che negli anni sono stati dissequestrati. Dopo sette anni tutti assolti.
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