Azzurri subito a rapporto da Sarri
«Troppi errori, adesso reagiamo»

Azzurri subito a rapporto da Sarri «Troppi errori, adesso reagiamo»
di Pino Taormina
Sabato 25 Febbraio 2017, 23:38 - Ultimo agg. 26 Febbraio, 00:12
3 Minuti di Lettura
Perdere così, facendo appena appena un po’ di solletico a un avversario non proprio gigantesco, non fa piacere a Maurizio Sarri. Ancora una volta Gasperini gli rovina la giornata, come ha fatto anche a Bergamo nella gara di andata e come anche altre volte nel passato. Appena potrà, ovvero questa mattina a Castel Volturno, radunerà la squadra e riprenderà il discorso iniziato ieri sera dopo il ko con l’Atalanta. Non un processo, certo che no, ma la lunga serie di errori commessi che già nello spogliatoio degli azzurri il tecnico ha iniziato a elencare. E non sono pochi. «Torniamo subito a giocare come sappiamo», sarà la frase programmatica del suo discorso. Perché subito dopo il fischio finale Sarri ha parlato chiaro alla squadra. Ed è stato duro, nel contenuto e non nel tono, nell’analisi della sconfitta. I pretoriani, Reina e Callejon, erano al suo fianco, per dare forza alle sue parole. Ha spiegato, Sarri, quello che non è andato: il basso ritmo, lo scarso approccio degli esterni, la poca ispirazione di Zielinski e Hamsik nella sera in cui la loro fantasia sarebbe stata fondamentale per uscir fuori dall’imbuto di Gasperini, la prevedibilità degli attaccanti e di un Mertens che sembra in una fase involutiva rispetto a un mese fa e che non hanno mai saputo approfittare di un Atalanta per mezz’ora in 10.

Ne ha provate tante, Sarri, per scardinare il fortino dei nerazzurri. Ha giocato col tridente leggero, poi ha piazzato Milik là davanti e infine ha proposto anche Pavoletti assieme al polacco, in un modulo col doppio centravanti. I 45mila del San Paolo hanno applaudito alla fine, mostrando di essere vicini al Napoli e intonando, anche sullo 0-2 le note di “Un giorno all’improvviso”.

Le ferite del tonfo con l’Atalanta non saranno facili da rimarginare. Ma la depressione per il ko dovrà essere messa velocemente alle spalle perché tra due giorni c’è la Coppa Italia e la sfida allo Juventus Stadium. A dire il vero, Sarri ne farebbe volentieri a meno di questa gara a pochi giorni da Roma e Real Madrid. Stramaledice il calendario ma non può farci nulla. Ma oggi il gruppo sarà messo dinnanzi ai propri errori: con l’Atalanta la manovra è apparsa lenta, con tanti protagonisti che non hanno compiuto i movimenti giusti. Il secondo posto era lì, almeno per una notte, in attesa della gara della Roma. 

Dagli Stati Uniti, da Los Angeles, Aurelio De Laurentiis tace. Niente dichiarazioni, nessuna telefonata al tecnico e neppure un tweet. Né prima né dopo. Sarri non ne ha avvertito la mancanza: ormai i rapporti tra i due, dopo Madrid, sono quelli che sono. E per ricucirli c’è bisogno di un faccia a faccia che non avverrà prima di una settimana almeno. Ma forse, anche di più.

Sarri sa bene che è un passo indietro sul piano della fiducia ma non ne fa un dramma: metterebbe la firma per perdere ogni 14 partite. Vorrebbe affrontare i giornalisti e chiede di nuovo, pur sapendo la risposta, se il silenzio stampa è confermato. Avrebbe parlato anche della sfortuna in occasione dei pali di Insigne e Mertens ma anche della bravura altrui (le parate di Berisha). È un Sarri che torna a casa deluso, molto: ed è anche, per la prima volta, preoccupato. Avesse perso dopo aver visto il suo solito Napoli aggredire l’avversario con brutalità, dopo averlo chiuso nel recinto, ecco sarebbe più tranquillo. Ma quello di ieri è un Napoli brutto. Cosa che raramente si è visto quest’anno. Ed è brutto nel periodo peggiore della stagione. Quello dove ogni passo falso può costare caro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA