Roulette bus: «Passa ogni mezz’ora»: invece l’attesa diventa di due ore

Roulette bus: «Passa ogni mezz’ora»: invece l’attesa diventa di due ore
di Paolo Barbuto
Sabato 19 Agosto 2017, 00:00
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Sono un cittadino napoletano, ho bisogno di raggiungere l’ospedale Cardarelli, decido di prendere il bus. Alle 10,30 mi presento alla fermata di via Altamura in attesa del C38. Alle 13 abbandono la fermata perché in due ore e mezza mi sono passati davanti otto autobus in totale, ma nessun C38. Eppure mi ero informato, avevo verificato che quella linea non rientrasse fra quelle sospese per via dei tagli estivi, la pagina web dell’Anm mi aveva informato che il tempo medio d’attesa sarebbe stato di circa un’ora, ma due ore e mezza sono davvero troppe...

Quello che avete appena letto non è un racconto: è esattamente ciò che è accaduto ieri mattina. Abbiamo deciso di verificare di persona cosa significa affidarsi nelle mani del servizio di trasporto pubblico napoletano, abbiamo scoperto che è davvero difficile organizzare i tempi della vita fidandosi dell’Anm.
Siamo entrati in azione alle 10,30 del mattino, abbiamo selezionato tre fermate che ci sono sembrate utili a coprire gran parte del territorio cittadino perché a quelle paline è previsto il passaggio di mezzi che percorrono tanta parte della città: via Altamura dove convergono i bus che si muovono da Pianura, dalla zona ospedaliera, dal Vomero; piazza Dante dove passano i pullman che provengono dalla zona di piazza Carlo Terzo dal centro e anche da una porzione della città che s’arrampica verso Capodimonte; via Salgari per scoprire come funzionano i servizi nelle aree più periferiche di Napoli.


Prima di metterci all’opera abbiamo studiato nel dettaglio il mondo dell’Anm: l’abbiamo fatto nella maniera più semplice possibile, cercando notizie sulle pagine del sito web dell’Azienda. Innanzitutto abbiamo scoperto che esisterebbero 102 linee ufficialmente attive lungo le strade di Napoli ma che in questo momento, complice il ridimensionamento estivo e altri piccoli disagi, i percorsi coperti dagli autobus dell’Anm sono appena 48.


Come ogni napoletano sa bene, non esiste un orario ufficiale del passaggio dei bus alle fermate, però l’azienda tenta di andare incontro alle esigenze dei passeggeri posizionando, accanto ai dettagli di ogni linea urbana, anche la periodicità media del passaggio. Insomma, non è possibile sapere a che ora passerà il pullman, però l’Azienda dei trasporti napoletani spiega che in media quel bus passa con una determinata cadenza (ogni 20 minuti, ogni mezz’ora, ogni quarto d’ora) così almeno un passeggero può farsi due conti e sapere quanto tempo aspetterà alla fermata.

Ovviamente abbiamo verificato la corrispondenza dei tempi previsti dall’azienda con quelli «reali» e dobbiamo mettervi in guardia: sono per la maggior parte sballati, ipotizzati al ribasso. Insomma, i pullman passano con tempi ampiamente superiori a quelli raccontati dall’Anm. Anche se, a onor del vero, abbiamo riscontrato qualche caso di eccellenza (pochi) con passaggi in tempi addirittura inferiori a quelli annunciati dall’azienda dei trasporti.
Del bus fantasma vi abbiamo già raccontato: durante il tempo della nostra verifica (due ore e mezza dalle 10.30 alle 13), su via Altamura non è transitato nemmeno un C38. Ma oltre a questo caso-limite, ne abbiamo individuati tanti altri.

La palma del ritardo più clamoroso della giornata va assegnata al bus della linea 130 che dovrebbe transitare (anche questo su via Altamura) ogni 34 minuti secondo le speranze dell’Anm e che invece ieri mattina è passato una prima volta alle 10.45 e una seconda volta alle 12,34. Centonove minuti tra un passaggio e l’altro, invece della mezz’ora ipotizzata dai dirigenti aziendali: un aggravio di tempo del 220% che a noi, utenti non esperti, è sembrato clamoroso, irritante, deprimente.

Una prestazione negativa che, però, è stata quasi eguagliata dal mezzo della linea 139 che a piazza Dante non s’è visto per quasi un’ora dalle 10.30: è passato una prima volta alle 11.25 e una seconda volta alle 12,25 esattamente un’ora dopo la prima apparizione. Il fatto è che, secondo l’Anm i bus della linea 139 dovrebbero passare in media ogni 25 minuti. Anche in questo caso c’è poco da commentare, sono i fatti che parlano. E non c’è nemmeno la possibile scusante del traffico, perché ieri le strade della città erano praticamente vuote, come solo ad agosto può capitare.

Prima di addentrarci negli altri ritardi e negli altri problemi, però, va segnalato anche qualche dettaglio positivo, uno per ogni fermata alla quale ci siamo appostati. A via Emilio Salgari il 191 che dovrebbe transitare in media ogni 28 minuti, ieri mattina non smetteva di passare, con un passaggio medio ogni 17 minuti anche se, come leggete nell’articolo in basso in questa stessa pagina, nelle due ore di presidio e di passaggi a tempo di record, un solo passeggero è salito sul bus. Anche a piazza Dante c’è stato un piccolo record di buon trasporto, l’hanno ottenuto i mezzi della linea 168 che dovrebbero ufficialmente presentarsi alla fermata ogni 22 minuti ma ieri hanno recuperato sessanta secondi registrando un transito ogni 21 minuti. Corretta anche la «prestazione» del C33 vomerese che ha rispettato perfettamente il tempo di 34 minuti per ogni passaggio previsto dai piani della società di trasporti.

Quelle che avete appena letto, però, sono state le uniche punte di eccellenza in una mattinata sconfortante. Siamo costretti a raccontarvi del 532 che dovrebbe raccogliere passeggeri alla fermata ogni 45 minuti e invece si presenta dopo oltre 75 minuti d’attesa; abbiamo il dovere di segnalarvi che il 178 per il quale ogni transito dovrebbe giungere allo scadere dei ventotto minuti dal precedente, che invece si presenta dopo 51 minuti: altri dettagli li leggete nella tabella di questa stessa pagina.

Adesso probabilmente qualcuno starà pensando che questa storia dei minuti di ritardo è esagerata, solo chi non è rimasto in piedi alla fermata sotto un sole da 34 gradi all’ombra può pensare questo: restare in attesa al caldo, al sole, magari portandosi dietro il peso degli anni o un carrozzino con un bimbo che vuol tornare a casa, o la busta con la spesa, non è impresa da poco; e aspettare 51 minuti invece dei previsti 28 può essere dura. Forse chi governa il trasporto pubblico napoletano dovrebbe provare la stessa esperienza: in strada, col sole che brucia, assieme alle persone in difficoltà, si capiscono tante cose.
 
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