Capello: «Sì, la squadra di Sarri può sognare la finale»

di Roberto Ventre
Giovedì 29 Settembre 2016, 23:52
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Quella finale di Atene resterà nella storia del Milan e del calcio italiano. C’è modo e modo di vincere la Champions (allora coppa dei Campioni) e i rossoneri scelsero quello più spettacolare possibile travolgendo 4-0 il leggendario Barcellona di Crujiff: una notte magica quella del 18 maggio 1994 con uno straordinario condottiero in panchina, Fabio Capello, che firmò una delle imprese più belle di una carriera lunga e vincente. Quel Milan non soltanto trionfava in campo europeo ma ci riusciva producendo un calcio innovativo per quei tempi e soprattutto inedito per le squadre italiane in campo europeo. Sono passati 22 anni da allora e adesso in Champions è partito alla grande il Napoli di Sarri lasciando un marchio forte di gioco in queste prime due partite accompagnate da numeri record: punteggio pieno, sei gol, il polacco Milik capocannoniere insieme a tre grandi bomber d’Europa. 
Lecito accostare questo Napoli al Milan di Capello che vinse la Champions?
«Non mi piacciono i paragoni con il passato, sono improponibili: vent’anni fa, tanto per fare un esempio, con quei palloni così pesanti non si poteva neanche calciare dalla distanza come si fa adesso. Parliamo del presente e il presente dice che questo Napoli ha idee chiare, grande organizzazione, convinzione in quello che fa e vive con intensità tutti i momenti della partita: insomma gioca un gran calcio».

Un Napoli sempre più europeo che viaggia a un ritmo record dopo le prime due partite di Champions.
«Sì, è un Napoli sempre più convinto sia in Italia che in Europa, gioca molte bene e ha le idee chiare su tutto quello che deve fare, ha grande equilibrio, ed è bello vederlo giocare. Sarri sta svolgendo un lavoro importante».

Si aspettava un Napoli così convinto contro una potenza europea come il Benfica che l’anno scorso si fermò in Champions solo ai quarti di finale contro il Bayern Monaco?
«Non era una partita semplice questa contro il Benfica, anzi riservava molte insidie, basta ricordare che i portoghesi erano imbattuti da nove mesi in trasferta. Il Napoli ha superato molto bene questa prova, ora deve continuare così e sarà fondamentale gestire al meglio il doppio impegno di campionato e Champions: sicuramente è dura e bisognerà vedere più avanti. Però da quanto visto in quest’avvio di stagione emerge che Sarri abbia le idee chiare per gestire al meglio la situazione».

Questo Napoli senza Higuain è ancora più forte dell’anno scorso?
«Aspettiamo un attimo prima di dare giudizi definitivi: Higuain è un attaccante che la butta sempre dentro e tutti gli allenatori sono contenti quando lo hanno in squadra. Adesso l’idea offensiva di gioco è leggermente cambiata ma altrettanto efficace».

Milik con tre gol in due partite è capocannoniere in Champions con Messi, Aguero e Cavani...
«Sì, il Napoli ha trovato in Milik un grande attaccante e lo è anche Gabbiadini che sta ritrovando fiducia e può tirare fuori colpi importanti. La forza è il gioco di Sarri fatto di velocità, occupazione rapida degli spazi movimenti, tagli continui: un gioco davvero spettacolare».

Hamsik al decimo anno di Napoli non è stato mai cosi forte e soprattutto così continuo e decisivo: merito anche questo di Sarri?
«Hamsik sta vivendo un momento bellissimo, sono particolarmente contento per lui che oltre ad essere un ottimo calciatore è una persona straordinaria. Ho avuto modo di conoscerlo quattro anni fa e mi ha confermato l’impressione che avevo di lui: ci incontrammo in Colombia per una partita di beneficenza organizzata da Messi e fu un bel momento».

Torniamo al Napoli che ha lasciato il segno in queste prime due giornate di Champions: dove possono arrivare gli azzurri?
«La partenza è stata ottima, la Champions è dura, una manifestazione lunga, i giochi si decidono in primavera ed è in quel periodo che occorrerà farsi trovare al top della forma: ma io ho fiducia in questo Napoli perché mi piace molto come filosofia di gioco e modo di approcciare le partite».

Quali sono le sue favorite per la finale di Cardiff?
«Le solite, metto Bayern Monaco e le spagnole davanti a tutte. Ma spero con tutto il cuore che anche un’italiana possa arrivare fino in fondo».

Soltanto una speranza?
«Una speranza fondata sul fatto di aver guardato in tv le partite di Champions e di aver apprezzato sia il Napoli che la Juventus».
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