Diportisti ammassati l’uno sull’altro fino a soffocare l’acqua, e magari da queste eleganti barche e barchette c’è pure chi si libera allegramente dai rifiuti buttandoli giù, per non parlare di chi accende i motori dove non è consentito, intasando l’ambiente di veleni. Così, alla fine, le due fotografie si avvicinano, si toccano, si fondono in un’unica visione.
L’oltraggio alla natura, violento o sottile, di fiamme o di schiuma.
E la natura offesa che ribolle nel sottobosco o si accovaccia in profondità, pronta a prendersi la sua rivincita quando il momento sarà giusto. Piromani e pirati, nello stesso giorno di prima estate, consumano senza ritegno il bene più prezioso che sia stato donato alla nostra razza: il posto in cui vivere. Un’altra foto che nelle ultime ore sta passando e ripassando davanti agli occhi ha più o meno le stesse sfumature e lo stesso gioco di contrasti. Una spiaggia con il mare placido, un cielo azzurro e terso. In primo piano la piramide delle macerie, la polvere che riempie gli occhi, l’architettura della morte. Nel palazzo caduto a Torre Annunziata un altro capitolo del cattivo lavoro dell’uomo.