Vele, case assegnate ai camorristi
Il sindaco: applicata la norma regionale

Vele, case assegnate ai camorristi Il sindaco: applicata la norma regionale
di Daniela De Crescenzo
Venerdì 24 Marzo 2017, 22:47
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«Dire che il Comune di Napoli dà le case ai camorristi non corrisponde assolutamente alla fotografia di quello che il Comune e questa amministrazione fanno e di cui andiamo orgogliosi»: il sindaco Luigi De Magistris risponde ai giornalisti che chiedono perché l’amministrazione abbia deciso di assegnare le nuove case di Scampia anche a tre famiglie di persone gravate da procedimenti penali per «reati associativi» (tra di loro c’è anche il pregiudicato accusato del delitto di Antonio Landieri, vittima innocente della prima faida di Scampia), e ribadisce: «Da quanto è a mia conoscenza, gli uffici comunali hanno svolto un lavoro entrato nella storia di questa città e necessario per consentire l’abbattimento delle Vele. Ci siamo riusciti, tra mille difficoltà, con leggi complicate e nonostante ciò abbiamo proceduto ad assegnare 188 alloggi per circa 1000 persone». In realtà le case assegnate finora sono, almeno a leggere i bandi, circa 130: altre cinquanta devono ancora essere destinate. Se qualcosa non ha funzionato, però, secondo il primo cittadino, la responsabilità è della norma regionale: «Dalle notizie che abbiamo acquisito stamattina (ieri, ndr) - ha concluso de Magistris - non mi risultano errori, ma se ce ne dovessero essere uno o due è questa l’occasione per intervenire sulla normativa», spiega. E conclude: «Noi siamo una casa di vetro». Dal canto suo, la Procura si muove. Per il momento ha acquisito gli articoli di giornale e nelle prossime ore valuterà l’opportunità per l’apertura di un’inchiesta. Intanto dal fronte di Palazzo San Giacomo anche l’assessore alle Politiche per la casa, Enrico Panini, se la prende con la norma regionale: a suo parere le case sarebbero finite anche ai malavitosi a causa della sanatoria regionale del Duemila. «A mio avviso, dall’articolo del Mattino non appare con la necessaria evidenza un dato fondamentale: le gravi manchevolezze denunciate dipendono da una legge regionale rispetto alla quale il Comune di Napoli non può far altro che applicarla». E poi propone l’interpretazione fornita al servizio casa dall’Avvocatura del Comune. Perché bisogna ricordarlo, le assegnazioni sono avvenute dopo un intervento dei legali: i funzionari del servizio casa si erano rifiutati di firmare le assegnazioni. «L’articolo 2 della Legge Regionale 18/’97 che disciplina l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, per i regolari assegnatari, non prevede tra i requisiti per l’assegnazione di un alloggio pubblico alcun controllo su casellari giudiziari e/o carichi pendenti. Le verifiche sono circoscritte dalla Legge citata esclusivamente alla residenza, alle possidenze, al reddito e all’assenza di precedenti assegnazioni o sublocazioni di alloggi pubblici assegnati. Addirittura la verifica dei casellari giudiziari e/o carichi pendenti non è prevista nemmeno nei casi di decadenza dal diritto all’assegnazione, disciplinata dall’art. 20, della citata normativa». Le assegnazioni ai malavitosi, dunque, sarebbero conseguenza della legge di sanatoria. Panini sottolinea: «Il paradosso della norma del ‘97 – mai modificata – è che i gravissimi reati che riguardano i richiedenti o i componenti del loro nucleo familiare, non sono ad oggi motivi di diniego del diritto all’assegnazione di un alloggio pubblico a meno che non se ne occupi abusivamente uno e si richieda successivamente di regolarizzare il rapporto con il Comune. Occorre urgentemente rinnovare il quadro normativo». Al fianco della decisione dell’amministrazione si schiera Omero Benfenati, esponente di quel comitato Vele che ha collaborato con l’amministrazione nel progettare la nuova Scampia.
Contattato per telefono, è netto: «Quello che è stato scritto sul Mattino è un articolo di merda. Il pregiudicato di cui si parla non è nello stato di famiglia dei genitori». Poi annuncia una risposta documentata che fino a tarda sera non arriva. Anche all’interno della maggioranza, però, c’è chi avanza qualche dubbio. Mario Coppeto del gruppo consiliare Sinistra Napoli condivide su Facebook il commento alla vicenda di Isaia Sales (pubblicato dal Mattino) e poi spiega: «Penso che l’amministrazione da un punto di vista politico avrebbe dovuto fare tutto quello che descrive Sales. Se la nostra è una città ribelle, e mi piace che lo sia, dovrebbe ribellare innanzitutto contro l’ineluttabilità della malavita organizzata. Sarebbe stato bene affrontare anche un contenzioso. Abbiamo bisogno di tutelare le famiglie che si sono sentite assediate dai malavitosi per troppi anni». Il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, poi, chiede interventi fermissimi. A suo parere «vanno sospese immediatamente tutte le assegnazioni di alloggi popolari, a Napoli e in tutte le altre città campane, e verificare, caso per caso, perché neanche una casa costruita con i soldi pubblici deve finire nelle mani dei delinquenti». Dall’opposizione interviene il consigliere di FDI-AN Andrea Santoro che chiede che sulla vicenda sia aperta un’indagine e sostiene: «Il Mattino ha portato alla luce un caso gravissimo di assegnazione di alloggio pubblico alla famiglia di un presunto camorrista, Davide Francescone, indagato per l’omicidio di Antonio Landieri, ragazzo disabile vittima innocente della prima faida di Scampia. L’aspetto più grave della vicenda sono le modalità con cui è avvenuta l’assegnazione: i funzionari del Servizio Assegnazione Alloggi avevano giustamente escluso il nucleo familiare di Davide Francescone. Ma tale decisione è stata sovvertita da un intervento di Palazzo San Giacomo, attraverso un parere dell’avvocatura comunale che ha obbligato l’allora dirigente del Servizio, la dottoressa Assunta Malinconico, a procedere con l’assegnazione, concretizzatasi l’11 novembre 2016». E poi Santoro racconta cosa è accaduto nei mesi scorsi: «Alla mente mi tornano fatti a cui ho personalmente assistito. Una delle ultime commissioni Trasparenza da me presiedute prima delle elezioni di giugno 2016 era convocata proprio sulla vicenda di Scampia e dei ritardi nella consegna dei nuovi alloggi. Si sfiorò quasi la rissa, con i comitati delle Vele presenti che invece di preoccuparsi dei ritardi si preoccupavano che noi del centrodestra non mettessimo il naso in questa vicenda. Ricordo altresì che in piena campagna elettorale mi trovai per tutt’altri motivi presso gli uffici del Servizio Assegnazione Alloggi di piazza Cavour e trovai una moltitudine di gente che aveva occupato gli uffici: erano le famiglie delle Vele che ambivano ad avere un alloggio nelle nuove palazzine e che pretendevano di seguire i lavori di compilazione della graduatorie. Ricordo che erano presenti numerosi agenti di Polizia e più di un impiegato comunale mi disse che ormai era un scena quotidiana perché quello era il clima di pressione che si era venuto a creare ed in cui erano costretti ad operare gli impiegati addetti alla compilazione delle graduatorie. In ultimo, cosa a questo punto non meno importante, ricordo che la stessa dottoressa Assunta Malinconico è stata esclusa dal bando per i dirigenti dello scorso dicembre. Un siluramento che a molti parve strano ma su cui a questo punto va fatta chiarezza». Quindi Santoro conclude: «Mi auguro che la Procura della Repubblica voglia approfondire ogni singolo aspetto di questa vicenda». © RIPRODUZIONE RISERVAT
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