Covid Campania, più contagi tra i bambini: ricoveri in crescita, paura per l'influenza

Covid Campania, più contagi tra i bambini: ricoveri in crescita, paura per l'influenza
di Ettore Mautone
Sabato 24 Ottobre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 19:23
4 Minuti di Lettura

Sessanta ricoveri di pazienti Covid in età pediatrica dall’inizio dell’epidemia per un totale di quattro posti letto che da oggi passano a nove con sei piccoli pazienti attualmente ricoverati: due in condizioni più serie per la concomitanza di una leucemia, due con segni di miocardite e uno con sepsi oltre ad un lattante di cinque mesi appena arrivato. «Il neonato con sospetta miocardite grave è il terzo riscontrato in una settimana a fronte di casi sporadici nella prima ondata» avverte Alfredo Guarino primario del reparto e ordinario della Federico II. Sars-Cov-2 fa dunque sentire gli echi della sua presenza anche nel il mondo infantile nonostante sia di gran lunga più protetto dall’infezione. «Quello che mi preoccupa – aggiunge Guarino – è l’imminente arrivo dell’influenza stagionale. Tra pochi giorni inizieremo ad avere migliaia di piccoli pazienti in cui sarà necessario capire come distinguere l’influenza dal Covid e stabilire anche se le due virosi coesistono. Uno snodo che rischia di essere terribile per le conseguenze sulle famiglie e sulle strutture assistenziali». 

In questa nuova crisi si parla poco dei bambini: «Eppure sono al centro del problema Covid – aggiunge Guarino - sia perché sono il 20 per cento della popolazione sia perché l’apertura delle scuole ha messo in movimento un mondo non facilmente contenibile. Le malattie infettive pongono problemi moltiplicati per 10 bambini. Perché dipendono dagli adulti con cui vivono e hanno limitate possibilità di applicare misure di contenimento del contagio (non mettono mascherine, non possono stare a distanza, etc). I bambini con infezione da Covid per fortuna stanno meglio degli anziani tuttavia esistono popolazioni fragili anche in Pediatria e ad oggi alcuni bambini sono finiti in rianimazione e nella prima ondata in Italia ci sono state circa 10 decessi. Resta il fatto che i bambini sono potenzialmente contagiosi e non si può lasciare un bambino da solo chiuso in una stanza. Tra breve i bambini saranno al centro del problema Covid sia come malati sia, soprattutto, come trasmettitori del contagio sia dell’influenza sia di Coronavirus». 


L’unità complessa di infettivologia pediatrica della Federico II insieme al Santobono è un punto di riferimento in Campania per le malattie infettive nei bambini ed è stata identificata come centro Hub per l’emergenza Covid per la Pediatria. Dal mese di dicembre i pediatri infettivologi della Federico II studiavano i casi cinesi e si ragionava su cosa sarebbe successo. Con i primi casi campani Le stanze sono state trasformate in mini appartamenti con riserva d’acqua potabile, saponi, biancheria, giochi e  internet per degenze anche lunghe. In pista anche un sistema di radiocomunicazione tra area Covid e area non Covid per facilitare i contatti. Si è pensato che oltre all’assistenza medica fosse necessario tenere mamma e figlio in una stanza assicurando loro le migliori condizioni di vita possibili. «Per la prima volta abbiamo osservato in una malattia nuova e che cambia continuamente. Ci confrontiamo con una infezione per molti aspetti inquietante. I bambini stanno meglio degli adulti ma osserviamo dati che richiedono attenzione». 

I sei giovani specializzandi hanno un’energia che solo a venti anni si ha, affrontando con coraggio i rischi del contagio sotto la guida di colleghi più maturi ma anche più fragili. Il personale infermieristico non è stato da meno. Il tempo medio di lavoro da marzo a oggi dello staff è andato ben oltre quello ordinario ed è costante la collaborazione anche con la pediatria di famiglia con cui è stato sviluppato un prezioso  lavoro di squadra gestendo circa 400 casi in teleconsulto coinvolgendo anche il Santobono. Molti casi hanno richiesto decisioni difficili: come e dove operare d’urgenza un bambino oncologico con Covid la cui madre sta per partorire. Come isolare  un bambino di due anni che ha bisogno di ricovero perché infetto da Covid ma vive con una mamma e un fratello autistico non infetto? Come rinviare a casa  due bambini bulgari, guariti, ma poco accetti dalla comunità? (epidemia di Mondragone questa estate). Come accompagnare a casa in biocontenimento una mamma con il figlio se la mamma soffre di attacchi di panico? Come gestire un focolaio di Covid in un centro di riferimento per bambini a rischio, se la terapia immunosoppressiva rischia di peggiorare il decorso del Covid. Tutte situazioni che ora potrebbero diventare ancora più critiche. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA