Così ha vinto il Napoli
e ora un grande mercato

Venerdì 27 Maggio 2016, 23:44 - Ultimo agg. 28 Maggio, 23:42
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Colpo di teatro, non poteva che farlo un uomo di spettacolo come De Laurentiis. Quando sembrava che non vi sarebbe più stato l’incontro annunciato da due settimane, il presidente ha convocato Sarri e gli ha fatto firmare il nuovo contratto, con il sostanzioso aumento in virtù della qualificazione in Champions e l’eliminazione delle clausole che avrebbero fatto scattare, di anno in anno, il rinnovo.

Era quello che il tecnico aveva chiesto da mesi, senza farsi assolutamente distrarre dal lavoro sul campo e dall’obiettivo europeo conquistato con i 36 gol di Higuain e con un gioco che da tempo non si ammirava al San Paolo, in primis apprezzato dal patron. Fino a pochi giorni fa lo scenario era differente e le clausole fissate nel documento siglato nello scorso giugno sembravano inattaccabili. «Il contratto è questo. Punto». Il contratto è stato invece cambiato ed è stato il migliore apprezzamento possibile per lo sforzo compiuto da Sarri, che a prescindere dai risultati ha rigenerato alcuni giocatori che erano usciti a pezzi dalla seconda stagione con Benitez: visto cosa hanno saputo fare Koulibaly e Jorginho?

In questa vicenda, che ha avuto come happy end la foto di gruppo nello studio romano di via XXIV Maggio, a un passo dal Quirinale, non ci sono né il vincitore né lo sconfitto. Ha vinto il Napoli, fortificato dall’asse De Laurentiis-Sarri che continuerà a rappresentare una garanzia per i tifosi, come è accaduto nella stagione chiusa al secondo posto, dopo un intenso duello con la Juve per lo scudetto. Vi sono stati, e magari continueranno ad esservi, differenti punti di vista sul mercato e sulla gestione della squadra, però non vi è stata la spaccatura - temuta dalla tifoseria e dagli azzurri, in particolare da Higuain, il fuoriclasse che si è molto legato al tecnico arrivato dalla provincia - dopo un risultato di prestigio. Ma questo rientra in una logica dialettica. È importante che, al di là dei formalismi, De Laurentiis e Sarri abbiano raggiunto una convinta intesa per proseguire in questo sodalizio: gli aspetti umani valgono sempre più di contratti e clausole. Un uomo come Maurizio, che nella vita si è conquistato tutto con il sacrificio, non sarebbe stato così affettuoso verso il suo presidente se non fosse stato sinceramente convinto dell’importanza del “gesto”, ovvero di un’intesa rivista nei punti più importanti.

«Abbiamo posto le basi per altri quattro anni straordinari», ha annunciato con un tweet il presidente, che ha “ospitato” sul proprio profilo Twitter le dichiarazioni del tecnico, che è tutt’altro social e dice di avere come principale fonte di informazione il televideo. Così a lungo sulla panchina del Napoli di De Laurentiis vi sono stati soltanto due allenatori, entrambi importanti: Reja, che firmò la doppia promozione dalla C alla A, e Mazzarri, che vinse il primo dei tre trofei dell’attuale gestione societaria (Coppa Italia 2012) e conquistò due qualificazioni Champions. Adesso c’è l’aspirazione di vedere Sarri centrare l’obiettivo più prestigioso, riportando a Napoli lo scudetto, vinto soltanto due volte in novant’anni di storia. È possibile farcela anche senza Maradona, il più grande al mondo, e in un contesto tecnico che vede la dittatura della Juve? Ci proverà il Napoli, cercando di rafforzarsi in maniera adeguata, perché occorrerà più qualità e quantità in panchina per la Champions e la nuova sfida ai bianconeri: il ridottissimo turnover potrebbe essere in parte dipeso anche da questo limite. Imprescindibile la presenza di Higuain. Certo, 94 milioni - qualora arrivassero - potrebbero essere investiti per uno straordinario mercato, però sarebbe difficile sostituire un bomber così forte, che si è calato negli schemi di Sarri subito e bene.

De Laurentiis ha personalmente preso il difensore Tonelli dall’Empoli e altre operazioni intende mettere a segno in tempi rapidi, magari anche sorprendendo i suoi stessi collaboratori, superando i primi contrattempi di mercato. Su Vrsaljko e Lapadula si sono fiondati altri club; Klaassen, chissà quanto strumentalmente, ha ribadito il forte legame con l’Ajax e Vecino, pupillo di Sarri, ha un feeling con il suo allenatore Paulo Sousa, secondo quanto afferma il presidente del Napoli. Ostacoli che possono essere superati con la forza dei milioni e, soprattutto, con la possibilità che questo club offre di partecipare alla prossima Champions. Sarri non vede l’ora di giocarsela. E noi con lui.
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