De Laurentiis: «Sarri resterà al Napoli. Higuain, nessuna offerta»

di Roberto Ventre
Mercoledì 13 Aprile 2016, 23:47
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Castel Volturno. Il Trentino gli mette buonumore, De Laurentiis è un habitué del ritiro a Dimaro, la sua è una presenza fissa a luglio al seguito della squadra e in mezzo ai tifosi azzurri. E il presidente azzurro alla presentazione del prossimo raduno estivo dal 9 al 30 luglio già vola con la mente alla prossima stagione fissando dei paletti ben precisi: l’esigenza di tornare nell’Europa che conta, la conferma di Sarri sulla panchina e la volontà di trattenere Higuain, anche se per il Pipita restano aperti tutti gli scenari e sulla sua permanenza può influire positivamente la qualificazione del Napoli in Champions. L’occasione per ribadire la strategia sul mercato di gennaio e per spiegare la scelta del silenzio in merito al ricorso dell’argentino che verrà discusso domani alla Corte d’appello Federale.

Higuain sarà presente domani a Roma nell’udienza alla corte d’Appello?
«Stiamo valutando la mia presenza e quella di Gonzalo, ci confronteremo e prenderemo la decisione».

Come mai avete adottato la strategia del silenzio?
«Per evitare che qualsiasi dichiarazione possa anche involontariamente condizionare la Corte d’Appello che sarà impegnata in una decisione per noi importantissima».

Higuain sarà in ritiro a fine luglio in Trentino di ritorno dalla Coppa America?
«Per Higuain non ho ricevuto nessuna offerta, fino a prova contraria rimane con noi. Se ci saranno offerte le valuteremo, c’è una clausola rescissoria e non mi sembra che sia oggetto di discussione. Poi è chiaro che dipende anche molto da come termineremo questo campionato perché i giocatori ovviamente vogliono giocare certe competizioni: non credo che per Conte che andrà al Chelsea sarà piacevole non partecipare alla Champions come anche per i giocatori. Noi l’anno scorso siamo usciti, quest’anno non abbiamo partecipato ed ora è il momento di tornarci».

Guardando al prossimo mercato estivo: a luglio quanti volti nuovi potranno vedersi?
«Il problema del mercato è prematuro: le componenti sono sempre bilaterali, c’è chi deve comprare e chi deve vendere e c’è bisogno che le parti s’incontrino. Quelli che mi hanno segnalato i miei collaboratori non erano in vendita, la verità è che non si sono voluti muovere».

Un passo indietro, il mercato di gennaio...
«Se avessi voluto fare il mercato della Roma lo avrei fatto con gli stessi soldi spesi per Grassi. Non è stato così perché non ce ne era bisogno perché non devi sfasciare lo spogliatoio o rendere inquieti quelli che ci sono. Nel calcio esistono due modalità: c’è chi compra per rivendere e quelli come noi che invece acquistano giovani per tenerli. Quindi, se ne comprassi sei all’anno e li tenessi, in 5 anni avrei già 30 giocatori più gli altri.

In Trentino ci sarà Sarri?
«Certo che ci sarà, avevate qualche dubbio? Ho letto un romanzo, è stato scritto di tutto e di più...».

Il primo agosto il Napoli festeggia novant’anni: organizzerete un’amichevole al San Paolo?
«Vediamo, la squadra sarà in ritiro fino al 30 luglio e i giocatori avranno bisogno di staccare qualche giorno. Le date non sono un problema, si potrà organizzare una partita anche il 3 agosto».

Tre settimane di ritiro in Trentino: una scelta presa con l’allenatore o per esigenze di marketing?
«Non ci sono esigenze di marketing, avevo chiesto una quarta settimana ma nel contratto c’è scritto che possiamo stare tra i 15 e i 21 giorni. Sono contrario agli spostamenti, in Trentino si sta molto bene e lo adotterei come base estiva fino ad inizio campionato, metterei un aereo privato a disposizione della squadra per spostare i giocatori. Sono per metà svizzero e metà italiano, a volte ho anche pensato di portare la sede del calcio Napoli a Ginevra a casa di mia moglie».

Il ritiro lungo fa piacere a Sarri?
«Sì è una scelta condivisa con l’allenatore che è contrario a dover giocare determinate partite in estate, come lo sono anch’io. Se stessi già in Champions League da un lato avrei l’esigenza di fare cassa e di far divertire i tifosi affrontando squadre importanti, dall’alto però così svelerei come gioca il Napoli ad avversari che potrei poi ritrovarmi in Europa».

Come mai nessun’amichevole internazionale?
«Mi hanno sempre invitato negli Stati Uniti ma non voglio andarci perché 6-9 ore di differenza creano difficoltà di riassorbimento del fuso. Preferibile andare verso Oriente, ma ogni volta abbiamo campionati europei, del Sudamerica, Mondiali per quello che possono servire... Sembra che si dia più importanza a queste cose per tenere in vita le varie Federazioni. Questo è un mio cavallo di battaglia: bisogna trovare un accordo democratico tra le varie entità e non essere sempre bacchettati. Nei prossimi 3-4 anni occorrono soluzioni che sostengano il vero calcio: se guardiamo alla Champions ci sono sempre Manchester City, Barcellona, Atletico Madrid. Anche queste manifestazioni hanno fatto il loro tempo, si dovrebbe pensare a qualcosa di più democratico e importante».
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