«Dieci milioni dalle multe»
Ma in cassa c’è solo la metà

«Dieci milioni dalle multe» Ma in cassa c’è solo la metà
di Paolo Barbuto
Martedì 20 Giugno 2017, 23:05
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Nel 2016 i vigili di Napoli hanno staccato multe per un totale di 79 milioni, ma siccome in pochi hanno pagato, gli incassi si sono fermati a sedici milioni, spiccioli. Nel 2017, invece, in soli quattro mesi le contravvenzioni hanno già portato in cassa quasi dieci milioni, una prestazione da record che, proiettata sui 12 mesi dell’anno porterebbe il valore a circa trenta milioni. Un trionfo. Il dato viene da un documento ufficiale del Comune di Napoli che porta la data del 29 maggio ed è inconfutabile, è rigorosamente vero, protocollato e ufficiale. Cioè, «forse» è inconfutabile.

Perché c’è un altro documento ufficiale del Comune di Napoli, stavolta datato 19 giugno, che smentisce il precedente e chiarisce che la riscossione è ferma a quasi cinque milioni, in linea con lo standard «bassino» del passato. E siccome anche questo documento viene da Palazzo San Giacomo, è rigorosamente vero, protocollato e ufficiale, quindi inconfutabile, non riusciamo a capirci granché. Insomma, quanti sono i soldi delle multe già riscosse? Chi ha ragione? Torniamo all’unica certezza, i documenti ufficiali. Il primo è datato 29 maggio e viene dal servizio gestione sanzioni amministrative.

Si tratta di una disposizione che distribuisce i denari incassati con le contravvenzioni: secondo una recente delibera di Giunta, il 50% dei soldi che entrano in cassa dalle multe, vanno distribuiti in parte agli stessi vigili che le hanno elevate (da utilizzare per nuove dotazioni e strutture), in parte al miglioramento delle strade e della circolazione. Ora, in questo documento di maggio c’è una ferrea certezza che riportiamo in maniera integrale: «Considerato che per il periodo compreso dal 1 gennaio al 30 aprile si certifica che sono state riscosse sanzioni per un importo di 9.632.250,63 euro... la Giunta ha destinato il 50% di siffatto importo, ossia 4 milioni 816mila e 125 euro per le finalità indicate...».

Segue una meravigliosa lista di esigenze e di corrispettivi economici destinati ad esse: quasi un milione per i semafori, più di un milione per la manutenzione delle disastrate strade napoletane, e poi denari per iscrivere i vigili al tiro a segno e altri denari per consentir loro di andare a esercitarsi con le pistole; soldi per il potenziamento delle attrezzature destinate alla polizia municipale e altri versamenti per la centrale operativa e per lo sgangherato sistema di comunicazioni radio. Una vera manna per il corpo della Polizia Locale che ha tanto bisogno di soldi, attrezzature e dotazioni.

Insomma, il 29 di maggio Palazzo San Giacomo «certifica» che in cassa sono già entrati quasi dieci milioni di euro per le multe agli automobilisti. Il 19 di giugno, però, la musica cambia. Un documento che proviene dal servizio contabilità e rendiconto, quelli che tengono i conti, precisi, dei soldi che entrano e di quelli che escono dalle casse del Comune, chiarisce che nel solo anno 2017 l’importo totale delle contravvenzioni elevate è di circa otto milioni (quindi inferiore al totale ipotizzato il 29 di maggio per le sole riscossioni) e che comunque in cassa, grazie a quelle multe, sono entrati solo 4 milioni e novecentomila euro, quasi la metà dei soldi certificati venti giorni prima da un altro ufficio.

Per approfondire abbiamo anche preso in considerazione le multe non pagate negli ultimi sedici anni. Qualche goccia di quell’oceano di soldi mai incassati dal 2002 ad oggi è stata versata nelle casse comunali dall’inizio del 2017: ma anche sommando i versamenti riferiti alle contravvenzioni del passato ed entrati in cassa solo oggi, il totale degli introiti derivati dalle sanzioni al codice della strada, ammonterebbe a poco più di otto milioni. Cifra comunque molto distante da quella ipotizzata alla fine di maggio. Il dato della riscossione da record, peraltro, è sembrato stupefacente anche agli stessi vigili (quelli che stanno per strada, con i quali abbiamo avuto modo di confrontarci.

Il comandante Esposito, invece, non ha voluto commentare): tutti hanno mostrato perplessità circa le possibilità di una riscossione così elevata e, di fronte al dubbio che l’exploit potesse essere stato generato dall’avvento delle multe con i tablet, hanno spiegato in maniera chiara che quegli oggetti tecnologici sono entrati in funzione solo di recente e non possono aver contribuito alla crescita della raccolta dei primi mesi dell’anno. Sulla vicenda interviene in maniera dura la deputata Pd e capo dell’opposizione in consiglio comunale, Valeria Valente: «Palazzo San Giacomo trovi una spiegazione al fatto che gli uffici del Comune dichiarano 10 milioni di euro dalla riscossione delle multe nei primi quattro mesi dell’anno, mentre le entrate effettive risultano appena la metà, 5 milioni di euro. Siamo di fronte all’ennesima bufala contabile di questa amministrazione».

La Valente insiste chiedendo chiarezza in prima persona al sindaco «ma intanto, voglio sperare che la Giunta eviti di utilizzare i cinque milioni che non risultano riscossi, sarebbero cinque milioni di spesa senza copertura e visto lo stato in cui versano i conti del Comune è un’operazione da evitare assolutamente. Sarebbe l’ennesimo conto da pagare per i cittadini napoletani a causa della cattiva amministrazione di de Magistris. Purtroppo, questa storia è l’ulteriore preoccupante conferma di quello che denunciamo da tempo: l’assoluta mancanza di trasparenza e di chiarezza nella gestione delle finanze pubbliche da parte di questa amministrazione che ormai è incurante di tutto. Si continua a giocare coi numeri anche nel pieno un’ispezione della Corte dei Conti a Palazzo S. Giacomo. Si continua a nascondere la verità sui conti del Comune e in particolare sul gravoso problema delle riscossioni».

Valeria Valente affronta, poi, un altro fronte delicato che è quello delle previsioni di bilancio collegate agli introiti per le contravvenzioni: «I numeri parlano chiaro: le multe elevate fino al 30 aprile ammonterebbero a un valore di appena 8 milioni a fronte degli 85 stanziati nel bilancio annuale, prospettandosi quindi non soltanto il tradizionale flop sul versante delle riscossioni, ma anche sul piano dell’accertamento, e ponendo tutte le premesse per un nuovo buco di bilancio. È arrivato il momento che il Sindaco si assuma le sue responsabilità, ammetta l’entità e la gravità dei problemi, prima di portare Napoli dritta nel baratro».
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