Il nostro cuore l’arma in più

Il nostro cuore l’arma in più
di ​Francesco De Luca
Sabato 2 Luglio 2016, 02:22
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I campioni del mondo sono proprio loro, i tedeschi. Ma l’Italia di Conte non è ai piedi di una montagna impossibile da scalare. Non lo dice soltanto la storia, i tanti trionfi rimasti nei nostri cuori, dal 1970 al 2012. Lo evidenzia quanto è accaduto nelle prime tre settimane degli Europei, in cui è stata la Nazionale di Conte la vera sorpresa. A dispetto di previsioni davvero fosche, ha vinto benissimo i match più delicati: netti i 2-0 su Belgio e Spagna. E ha mostrato un gioco e una personalità che neanche i più ottimisti avrebbero immaginato, anche se elementi per essere fiduciosi vi erano, a cominciare dal ct che sta dando il meglio adesso che il suo lavoro di selezionatore coincide con quello che era abituato a fare: l’allenatore, il bravo allenatore delle promozioni di Bari e Siena in A e dei tre scudetti della Juve, uscita dall’oblio in cui era precipitata grazie all’ex capitano.

A Bordeaux un vantaggio per gli azzurri c’è, quello psicologico. È una partita da dentro o fuori, ma chi ha qualcosa in più da perdere è la Germania, la squadra che due anni fa ha vinto il Mondiale, dopo aver sfiorato più volte la gloria. Per Loew sarebbe intollerabile l’eliminazione ai quarti. In marzo, nell’amichevole del 4-1 a Monaco di Baviera, il ct aveva modellato l’assetto tattico sull’avversario italiano, giocando con la difesa a tre. Stavolta non dovrebbe cambiare schema né avere dubbi. La presenza del redivivo Mario Gomez, ex Fiorentina, al centro dell’attacco potrebbe indirettamente favorire la retroguardia azzurra, dandole un punto di riferimento. Dove i tedeschi sanno essere più pericolosi è alle spalle della prima punta, con il movimento di Mueller (20 gol nella Bundesliga, ma a secco negli Europei), Ozil e Draxler, a loro volta coperti da Khedira e Kroos. E qui servirà un intenso lavoro dei centrocampisti per limitarne gli inserimenti centrali (la Germania lavora meno sulle fasce), non basterà una difesa finora solidissima. E il problema è rappresentato più dai problemi fisici di De Rossi che dalla squalifica di Thiago Motta, evanescente negli Europei: il ct riflette perché, in un senso o nell’altro, non può sbagliare.
Hanno sbagliato poco le squadre di Conte e Loew: complessivamente un gol incassato nelle 8 partite, peraltro da Sirigu, vice di Buffon. Non può farci paura l’aspetto fisico, uno dei punti di forza della Germania, perché il livello di preparazione raggiunto con lo staff di Conte è eccellente: belgi e spagnoli sono stati sovrastati, il confronto coi campioni del mondo sotto questo aspetto parte pari. La gara con le ex Furie Rosse ha dimostrato di quanta personalità sia dotata la squadra ed è fondamentale per incutere timore nella Germania. Guai a concedere il pallone, i tedeschi hanno un’eccellente capacità di verticalizzazione e arrivano al tiro con frequenza: sono state calcolate 78 conclusioni nelle 4 partite del torneo, anche se quella in cui gli uomini di Loew sono stati più incisivi è stato l’ottavo con la Slovacchia di Hamsik, liquidata senza problemi.

Sarà necessario un lavoro più intenso da parte degli esterni Florenzi e De Sciglio per accompagnare le ripartenze, quella che ancora una volta può essere un’arma devastante grazie allo spirito di sacrificio di due attaccanti, Pellè ed Eder, che non saranno i più appariscenti al mondo ma si vedono, eccome, nei momenti chiave. Certo, dietro a quelle maglie bianche della Mannschaft c’è Neuer, l’altro super portiere. Ma anche lui è superabile dall’Italia che non è più affidata all’estro del fuoriclasse (che non c’è): dall’altra parte ci sono una squadra e un allenatore che non possono interrompere il sogno proprio ora, sul più bello. E poi ci sarà il talismano Insigne, a cui sono bastati 8’ contro gli spagnoli per avviare l’azione del raddoppio. Lorenzo c’è, pronto per un altro momento di gloria.
 
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