Insigne corre a tutto campo
per il Napoli e la Nazionale

Insigne corre a tutto campo per il Napoli e la Nazionale
di Roberto Ventre
Sabato 25 Marzo 2017, 23:36
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L’altra faccia di Insigne, quella che ha stregato tutti, in primo luogo Ventura. Il funambolo di Frattamaggiore diventa operaio per l’Italia e gioca più da terzino che da punta esterna. Rincorse, chiusure, diagonali difensive, pressing costante sugli avversari: Lorenzo esalta le sue qualità di grande lottatore e si sacrifica per la squadra mettendoci più corsa che qualità. La nuova versione di Insigne, quella necessaria per giocare nel 4-2-4 di Ventura e cioè nella formula che prevede il tandem d’attacco Belotti-Imomobile. Poi se Ventura decidesse di passare al 4-3-3 per il napoletano ovviamente sarebbe ancora meglio: è il modulo che da sempre esalta le sue qualità dagli anni di Zeman a Pescara a questi di Sarri a Napoli.

Insigne ora ha raggiunto il pieno della maturità e non solo dal punto di vista tecnico ma anche tattico perché riesce a sdoppiarsi e a fare al meglio in campo la doppia fase, requisito essenziale per potersi ritagliare un posto fisso nell’Italia, qualità che gli ha già consentito di stregare Sarri che lo ha schierato titolare in campionato per un intero girone, dalla partita di andata al San Paolo contro l’Empoli a quella di ritorno al Castellani, vinta 3-2 dagli azzurri con una sua doppietta.

Vive il miglior momento della carriera, al top il napoletano anche da un punto di vista atletico, ecco perché contro l’Albania è riuscito a far su e giù la fascia mille volte nel duello con Hysaj, il compagno di squadra a Napoli. Duttilità e spirito di sacrificio: le qualità messe a disposizione dell’Italia, il contributo essenziale alla difesa di squadra per frenare sul nascere i tentativi della nazionale allenata da De Biasi. Le qualità difensive le ha affinate con Benitez, il primo a chiedergli continui rientri sulla fascia nel suo 4-2-3-1, Lorenzo era chiamato sulla fascia a spingere e nello stesso tempo ad arretrare per affiancarsi ai centrocampisti in fase di non possesso: lunghe rincorse all’indietro anche di sessanta metri che a volte gli facevano perdere la necessaria lucidità nell’uno contro uno ma lo hanno formato al meglio per la cura dei particolari in fase difensiva. Adesso che fisicamente è cresciuto, riesce a reggere al meglio lo sforzo prolungato senza accusare flessioni: Ventura contro l’Albania lo ha tenuto in campo tutti i novanta minuti proprio perché Lorenzo è riuscito ad assicurare l’equilibrio alla formazione fino all’ultimo secondo.
Tanti i palloni recuperati anche con l’Italia, una qualità che Insigne mostra sempre nel Napoli: con 132 palloni recuperati è l’attaccante in serie A con la percentuale più alta. Fondamentale, quindi, anche la spinta di Sarri che sollecita tutti a partire dai tre uomini del tridente a rincorrere gli avversari e a recuperare palla il più rapidamente possibile: una situazione che Lorenzo ormai ha metabolizzato e che riesce a mettere in pratica in maniera naturale.
Dodici reti, uno dei migliori talenti italiani in circolazione, capace in ogni momento di tirare fuori un numero ad effetto ma cresciuto adesso in maniera esponenziale anche come contributo difensivo. Il 4-2-4 di Ventura ha ricordato quello schierato da Lippi nei tempi supplementari contro la Germania ai Mondiali del 2006: c’erano due attaccanti centrali (Toni e Gilardino) e larghi sulle fasce Iaquinta a destra e Del Piero a sinistra, cioè proprio l’idolo di Insigne da bambino. L’ex juventino (che indossava la maglia numero 7) si sacrificò da terzino e segnò poi il gol del 2-0 degli azzurri: Lorenzo forse si sarà ispirato anche a lui. Gli è mancato il gol ma ha corso senza fermarsi mai. Con il gruppo Italia resterà fino a martedì con la trasferta in Olanda: in ritiro a Palermo sono andati a trovarlo papà Carmine e gli agenti che hanno poi assistito alla partita in tribuna. Prossimo appuntamento al San Paolo per Napoli-Juve.

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