La guerra psicologica con Allegri lo scaltro

di Francesco De Luca
Martedì 2 Febbraio 2016, 23:52
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Dieci giorni alla supersfida scudetto ma è già cominciata ieri, alla vigilia di Lazio-Napoli e Juve-Genoa. Perché Allegri ha elegantemente invitato Sarri a farsi i fatti suoi, cioè a gioire per i successi del Napoli, senza guardare alla Juve, ai suoi trofei e al suo fatturato. E poi elogi per il lavoro del collega, che dopo 22 partite ha due punti di vantaggio su una squadra che ha vinto quattro scudetti di fila, ha una rosa forte e ha innegabilmente un fatturato più alto. Difficile che match importanti come quello di sabato 13 possano «ridursi» ai 90’ in campo, al confronto tra i fuoriclasse bianconeri e azzurri. C’è altro. C’è questo gioco psicologico, neanche tanto sottile, che spinge tecnico e giocatori del Napoli - la capolista - a indicare nella Juventus - l’inseguitrice - la favorita per lo scudetto 2016.

D’altra parte, il confronto diretto conta ma non può essere decisivo, perché vi sarebbero da giocare altre tredici partite di campionato, intervallate da quelle internazionali. La Juve non può optare per il turnover, magari escludendo alcuni big nelle partite contro il Bayern Monaco in Champions League, mentre questo Sarri può forse consentirselo nei match con il Villarreal perché la lotta per lo scudetto ha la priorità rispetto all’Europa League. Juve-Napoli ha risvolti non soltanto di campo e di fatturati.

La decisione dell’Osservatorio del Viminale di escludere i tifosi azzurri residenti in Campania dagli spettatori del grande match ha provocato amarezza. C’è l’avvocato Angelo Pisani che studia un ricorso al Tar affinché i tifosi del Napoli di tutte le regioni, in possesso della «Tessera» (vale a intermittenza?), possano recarsi allo Juventus Stadium. Sicuri che negare l’accesso negli stadi - il discorso vale anche per il San Paolo, dove non vennero ammessi i tifosi bianconeri il 26 settembre - sia l’unica soluzione per il problema?

C’è un’attenzione forte verso la tifoseria napoletana da parte del ministero dell’Interno, non soltanto perché vi è stato un elevato numero di Daspo emessi nella scorsa stagione. È concreta la possibilità che sia off limits la Curva A per Napoli-Carpi, dopo la chiusura disposta per Napoli-Empoli, in seguito alla tentata aggressione di un gruppo ultrà a tifosi dell’Inter in Coppa Italia. È un problema che rischia di pesare su questa stagione, la più bella nel dopo-Maradona.

L’amarezza per il divieto è comprensibile, non le reazioni violente e le minacce che cominciano purtroppo a circolare sui social. Il pensiero di Sarri non è rivolto alla Juve, ma alla Lazio e alle due pesanti assenze a cui deve far fronte, perché all’Olimpico non ci sono l’esterno destro Hysaj e il mediano Allan, i due acquisti che sono diventati subito preziosi titolari. Il tecnico, che all’andata aprì contro i biancocelesti la sua serie di successi (5-0), ha modificato raramente l’assetto: al massimo uno/due cambi in cinque delle diciannove partite di campionato.

Non è un uomo, o due, a squilibrare l’assetto e la Lazio non è quella della scorsa stagione (peraltro stasera ha una rilevante serie di giocatori indisponibili) ma c’è la necessità di offrire un’altra prova ad alta intensità per mantenere il vantaggio sulla Juve, che intanto lamenta la perdita di Khedira per tre settimane. Sulla formazione-filastrocca di Sarri, come l’Inter degli anni Sessanta e la Juve degli anni Settanta, si è detto tutto, però mancava l’elemento scientifico offerto dal centro ricerche sul calcio dell’università svizzera di Neuchatel: in testa ai campionati più prestigiosi ci sono le squadre che utilizzano meno giocatori, dal Napoli (20) al Leicester e al Bayern Monaco (22), dal Paris St. Germain (23) al Barcellona (24).

La scelta dell’allenatore di puntare su un ristretto gruppo di 11 giocatori + Mertens, che hanno finora avuto un altissimo rendimento, può giustificare un’altra scelta, quella della società sul mercato.
De Laurentiis ha optato per l’acquisto di un giovane centrocampista, Grassi, e per il prestito di un difensore, Regini, per completare l’organico in vista del rush finale. I big, pur sondati, non si sono mossi dalle rispettive squadre e peraltro sarebbe stato difficile in questo contesto finora perfetto trovare un’adeguata collocazione. Se si è trattato di un azzardo, è stato calcolato.
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