Sarri: «La mia è una squadra adolescente
non uccidiamo mai la partita»

di Pino Taormina
Lunedì 28 Novembre 2016, 23:24
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Quanto è profondo l’abisso? Il palo di Callejon affossa l’inseguimento alla Juve del Napoli quando il cronometro segna il 92’ e i nostri eroi sono certi di poter conquistare ancora la vittoria per poter rimanere nel gruppone nella scia dei bianconeri. Una sola gara vinta negli ultimi due mesi in casa e sei punti nelle ultime sei partita al San Paolo (Champions compresa): la prova di ieri sera è la meno grave sotto il profilo del gioco perché il Napoli di Sarri con il Sassuolo sembra giocare la sua onesta partita. Ma è un atteggiamento che non paga. Come quello di tenere il possesso palla più alto del campionato (71,5 per cento) senza mai dare la sensazione di avere davvero in pugno il proprio destino.

Sarri, un Napoli senza cattiveria?

«Continuiamo a fare prestazioni di alto livello, anche con il Sassuolo abbiamo giocato una buona partita, così come in tante altre volte nel corso di questa stagione. Ma i risultati non arrivano. Sì, ci manca qualcosa a livello di cattiveria nel chiudere le gare quando le abbiamo in pugno, siamo non maturi nella gestione delle partite».

È una brutta frenata questa con il Sassuolo?

«Non abbiamo concesso quasi niente, il nostro è stato un dominio assoluto: ho visto uno dei miei migliori Napoli da quando sono qui. Ma basta un nulla per prendere un gol. E allora, poiché siamo fatti così bisogna avere la forza di fare il prima possibile anche un altro gol».

Cosa non va?

«Ci sono momenti in cui siamo rabbiosi e altri in cui ci compiaciamo senza avere la forza e la serenità di affondare il colpo. Ed è questo l’aspetto su cui dobbiamo lavorare, i motivi per cui sembriamo una squadra ancora adolescente».

Il palo di Callejon brucia?

«Certo, siamo sfortunati, è un periodo storto sotto il profilo degli episodi. Abbiamo delle colpe ma ci gira tutto per il verso sbagliato. Anche il gol preso: la partita era completamente in pugno. Ma è chiaro che se non vinciamo non è solo per questo».

Riesce a trovare qualche aspetto positivo in questo punto senza gloria?

«Beh, la prestazione mi è apparsa assai positiva. Sarei davvero contento se continuassimo sempre a esprimere questo gioco. Ma non credo sarà semplice».

Il sesto posto a novembre se lo aspettava?

«Non credo che siamo in difficoltà. Difficile dover rimproverare qualcosa ai miei: poi normale che si guardi solo al risultato e allora tutto sembra negativo. Dovevamo ammazzare la partita e non ci siamo riusciti. Ma l’1-1 è risultato sfortunato e ingiusto: solo che a noi gli omicidi non riescono mai».

Manca un attaccante centrale a questa squadra, è evidente.

«Costruiamo tanto e la sensazione è che si potrebbe segnare di più. Ovvio che Milik ci manca, ma mancherebbe a tutti. I tiri da fuori? Spesso li ho visti fare e non mi sono sembrati una buona scelta. La squadra ha grande facilità a trovare l’area da rigore, il problema è che lì davanti non riusciamo a chiudere».

Perché è uscito Gabbiadini?

«Era un momento in cui gli avversari stavano concedendoci degli spazi maggiori e Dries è più adatto alle ripartenze in campo aperto. In quel momento della partita sembrava la cosa giusta da fare».

Albiol è andato in tribuna. Come mai?

«Due partite in quattro giorni sono troppi per uno che ha appena recuperato in questo periodo. E allora abbiamo deciso di tenerlo a riposo, facendogli svolgere del lavoro particolare per averlo al massimo nei prossimi impegni».

Insigne ha segnato ancora.

«Sono sempre stato contento delle sue prove, doveva rimanere sereno perché sapevo che il gol prima o poi sarebbe arrivato. Sta segnando e questo mi fa piacere».

Rog era pronto all’esordio?

«Sì, è pronto. Se avessimo fatto il 2-0 avrebbe giocato. Il suo ruolo? Per me è una alternativa ad Allan. Tatticamente è acerbo ma credo che presto debutterà in qualche partita in cui non deve sentire addosso particolare pressione».

La Juve è lontanissima, la Roma è a -4...

«Fa freddo con questo clima, ma io non amo il caldo.
Sono sicuro che risaliremo alla svelta la classifica».
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