«Beni confiscati, scongiurare il rischio del nulla»

di Tonia Limatola
Lunedì 23 Febbraio 2015, 23:40 - Ultimo agg. 23:46
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Giugliano. «Vedere i beni confiscati ancora inutilizzati è come assistere ad una sconfitta delle istituzioni e dello Stato perché qualcuno può pensare che si stava meglio quando si stava peggio». Parole del presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione Raffaele Cantone, intervenuto nella sua città, Giugliano, alla cerimonia di inaugurazione della nuova era dell’ex villa bunker con piscina sulla Circumvallazione esterna. Confiscata ai clan alla fine degli anni Novanta, nel 2007 è stata intitolata ad Antonio Ammaturo, il poliziotto ucciso nel 1981, perché diventasse un centro sportivo polifunzionale. Ieri ha riaperto ufficialmente i battenti con una nuova gestione in seguito alla pubblicazione di un bando l’anno scorso. È stata destinata a polo per la formazione ambientale e alle attività sportive e di riabilitazione. Del complesso di 36 mila metri quadrati - il più grande mai sequestrato in Campania - restano vandalizzati e abbandonati ancora molti pezzi. Ma la lista dei beni da ristrutturare e riconvertire è lunga: oltre 40, con un carico di costi ingente per le ristrutturazioni. Resta da riutilizzare anche una villa sequestrata l’anno scorso a Zagaria in un bosco sul litorale. Il Comune di Giugliano è stato sciolto per presunte infiltrazioni della camorra ad aprile 2013.



«La venuta della commissione prefettizia è stata una grande occasione per questo comune, un'occasione per svegliarsi dal sonno della ragione, di chi ha fatto sempre finta di pensare che qui si stava bene perché il clan portava lavoro, faceva fare affari, era sempre disponibile». In questa città «la camorra l'ha fatta da padrona, aveva il controllo ferreo del sistema economico. L'operazione di scioglimento ha svelato che il re era nudo». Di fronte alla villa inaugurata ieri, c’è un’ex concessionaria, ormai ridotta a uno scheletro di cemento. Nel 2009 l’allora ministro Clemente Mastella l’aveva indicata come sede del Tribunale di Giugliano, poi finita ad Aversa.



«Caso più unico che raro, il tribunale col nome di questa città è stato poi realizzato ad Aversa per colpa dell’insipienza della classe dirigente di questo Paese». Per Cantone, che ha tagliato il nastro dell’ex villa bunker con i tre membri della commissione prefettizia, quindi ora la riapertura è la prova del «tentativo che lo Stato ha messo in campo con tante difficoltà e con tutti i limiti di una legislazione che fa acqua da tutte le parti, per provare a dare un segnale alla collettività». Poi, aggiunge: «Questo è solo un piccolo bene, ma ce ne sono altri ancora inutilizzati. Sono reduce da Belgrado, dove per ragioni ideologiche hanno lasciato i palazzi con i segni delle bombe della Nato - dice - Allo stesso modo, lasciare sventrati questi beni a Giugliano può servire a ricordarci cosa si nascondeva dietro questo sfarzo, chi ha rubato il nostro futuro. Per cambiare, però, non dobbiamo guardare solo al passato: bisogna utilizzare questi immobili in prospettiva credendo con forza nella legalità e nel rispetto delle regole. È necessario scongiurare il rischio che dopo il taglio dei nastri ci sia il nulla».



«Bisogna scongiurare il rischio - insiste Cantone - che i commissariamenti dei comuni sciolti per camorra siano solo una parentesi tra il prima ed il dopo. Sarebbe interessante andare a vedere per quante centinaia di opere pubbliche sono stati tagliati i nastri e poi c'è stato il nulla, o quante volte le stesse opere sono state inaugurate». Cantone è stato accolto dai piccoli del Quarto Circolo, destinato a essere intitolato a don Peppe Diana, e dagli studenti del liceo Kant. Ai ragazzi ha detto che «non bisogna fare un mito della criminalità e che vanno bene quelle operazioni di narrazione in cui perdono quell’aurea di invincibilità su cui si basa la loro forza». E sulla terra dei fuochi: «È un tema che è stato a lungo sottovalutato o raccontato con un approccio sbagliato. La vicenda dei roghi tossici non ha nulla a che vedere con la criminalità; il problema serio è l'interramento dei rifiuti nocivi e tossici. Ora se ne parla sempre di meno sui giornali. Ma non è vero che c'è stata sottrazione di risorse». Poi, si chiede: «Dove sono le migliaia di cittadini che sono scesi in piazza? Il sacco di questo territorio è avvenuto nel silenzio assoluto di una parte dei cittadini, silenzio che vale a tutti gli effetti come una complicità».