La concretezza di Sarri e i soliti errori del «vecchio» Rocchi

di Francesco De Luca
Sabato 21 Gennaio 2017, 23:32
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Il calcio dà un sorriso nei giorni del dramma di Rigopiano con partita di forza e fascino, quella vinta dal Napoli in casa del Milan.

Straordinaria la squadra di Sarri nei primi trenta minuti, in vantaggio con Insigne e Callejon - doppio assist di Mertens - e padrone del campo con una trama e un’aggressività che hanno bloccato i rossoneri. Mezz’ora di affascinante calcio, fino a quel tiro fiacco del belga sotto porta che avrebbe potuto trasformarsi nel terzo gol e consentire agli azzurri di chiudere già la partita. Invece, in quel momento il Milan ha cominciato ad emergere perché un po’ cedevano centrocampo e difesa, con una serie di errori. Pesante quello di Jorginho e Tonelli che consentiva a Kucka di accorciare, una leggerezza - l’ennesima in questi mesi - pagata a caro prezzo. Ma su questo parziale ribaltamento di fronte incidevano anche gli errori dell’arbitro Rocchi. Si sono rivelate fondate le perplessità sulla sua designazione perché dopo appena due minuti non ha concesso un rigore per il fallo su Mertens (ed era in ottima posizione) e ha commesso una successiva serie di sviste che hanno condizionato il Napoli. Direzioni così rischiano di pesare sulla stagione: quello del Meazza era uno scontro diretto in chiave Champions. Peraltro, questo stesso arbitro nel 2008 e nel 2011 aveva assegnato al Milan due inesistenti rigori nelle partite con gli azzurri a San Siro. Il fiorentino dirige gare di serie A dal 2003, quattordici anni: non è il caso di metterlo a riposo?

Il Napoli ha proposto per lunghi tratti la sua doppia faccia. Quelle di una squadra che in attacco sa essere spietata ma che in difesa soffre troppo, perfino quando è sul 2-0 dopo pochi minuti. Il Milan è squadra di qualità, tuttavia troppo gli è stato concesso in un secondo tempo che è stato colpo su colpo, con una traversa presa da Pasalic dopo un paio di minuti e un tiro da metà campo di Insigne che stava per beffare Donnarumma. Il Napoli è arretrato e ha cercato di ripartire in contropiede. I ventenni Diawara, Zielinski e Rog sono stati inseriti per dare copertura alla difesa, dove Reina dava segnali incoraggianti con la sua sicurezza tra i pali. Sarri saggiamente piazzava una linea a cinque a centrocampo mentre si affievoliva la spinta dei rossoneri. È un segno di maturità da parte del tecnico: bel calcio sì, ma soprattutto pratico.

Stringendo i denti, a cominciare dagli esausti Insigne e Mertens, gli azzurri - sempre in completo bianco portafortuna - hanno conquistato tre punti pesanti (respinto l’assalto del Milan in classifica) con il quattordicesimo risultato utile consecutivo e agganciato, almeno temporaneamente, la Roma al secondo posto. Nella partita a ora di pranzo contro la Lazio, si capirà oggi se le difficoltà della Juve sono state passeggere o se le inseguitrici possono sperare nella rimonta scudetto. Intanto, quello al Meazza è stato un colpo da ricordare. Ma la prossima volta, cari ragazzi, fateci soffrire meno.
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