Il pugile: ho visto l’assassino
ha aggredito con due coltelli

Il pugile: ho visto l’assassino ha aggredito con due coltelli
Mercoledì 22 Marzo 2017, 23:50
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«Ho visto un uomo con due coltelli assalire una persona in divisa e poi una terza persona in borghese gli ha sparato. È stata un’esperienza allucinante» racconta il pugile Vincenzo “Murzy” Mangiacapre. È capitato ieri pomeriggio a Londra dove fra i tanti italiani presenti c’erano anche il boxeur Vincenzo Mangiacapre, bronzo olimpico a Londra 2012 ed i maestri Giuseppe Foglia delle Fiamme Azzurre e Michele Cirillo del Gruppo Sportivo Esercito, tutti e tre di Marcianise. Erano nella “city” con la squadra italiana di pugilato dell’Italia Thunder che stasera affronterà (o dovrebbe farlo, al momento non si sa se la serata si svolgerà), il team inglese dei British Leonheart alla York Hall di Londra, (prevista la diretta su Sportitalia a partire dalle 21). Le due squadre fanno parte dei team che partecipano alle Word Series of Boxing, con le rappresentative di Italia e Gran Bretagna ci sono nel girone anche i team di Francia e Marocco. Ieri mattina, come da prassi c’è stata la cerimonia del peso dei dieci pugili protagonisti degli incontri, poi tutta la squadra azzurra è stata ospitata a Westminister per visitare la sede del parlamento londinese e per gustare un aperitivo. Tutto come da copione e da prassi durante gli incontri internazionali fra rappresentative sportive.


«Dopo aver effettuato il giro con la guida e ammirate le bellezze del palazzo, ci siamo congedati dalla delegazione inglese che ci ospita e siamo usciti fuori dal Parlamento. Eravamo fermi sul marciapiede in strada aspettando il bus per tornare in hotel - racconta il maestro delle Fiamme Azzurre e allenatore di Clemente Russo, Giuseppe Foglia, che è poi rimasto chiuso nella sede del Parlamento a lungo con tutte le persone della comitiva azzurra - all’improvviso abbiamo sentito le grida di persone spaventate che scappavano, poi il rumore, il crash di un’auto che non si ferma davanti ad un ostacolo e si è schiantata su di un palo». «Mentre ci siamo resi conto di cosa fosse successo, c’era anche del fumo, abbiamo visto un uomo basso con una tuta scura con due coltelli in mano che ha aggredito una persona in divisa - spiega Vincenzo Mangiacapre - credo fosse della sorveglianza inglese che era all’ingresso di Westminster, il quale con le poche forze rimastegli dopo aver subito vari fendenti ha cercato di allontanarsi. Noi siamo rimasti esterrefatti, come pietrificati, l’uomo con il coltello si è poi diretto verso di noi, eravamo a meno di dieci metri, ma nel frattempo è sopraggiunto un agente della polizia in borghese che gli ha intimato l’alt e poi gli ha sparato, uccidendolo davanti ai nostri occhi. Una scena raccapricciante».


«Adrenalina pura, attentato visto in diretta a pochi metri» le parole postare da “Murzy” Mangiacapre sul suo profilo Facebook per raccontate l’esperienza. Dopo aver assistito all’accoltellamento e poi alla sparatoria, i componenti dell’Italia Thunder e le altre persone presenti al momento dell’attentato, sono stati fatti rientrare nella sede del Parlamento dove sono stati trattenuti fino a tarda sera anche per essere ascoltati come testimoni dei fatti. La città londinese è stata subito blindata, tutto si è fermato, anche la popolare e nota ruota panoramica è rimasta a lungo bloccata, c’è il dubbio che la serata pugilistica prevista per stasera possa svolgersi regolarmente. «Per fortuna a noi non è successo niente e siamo qui a raccontarlo - conclude Mangiacapre - che nel programma della serata è opposto a Pat Mc Cormack ma è stata un’esperienza che non avrei mai immaginato di poter vivere». La notizia che a Londra, sede dell’attentato c’erano tre esponenti del mondo pugilistico di Marcianise e che erano proprio sul posto, ha fatto ben presto il giro di parenti, amici e compagni di palestra. Per fortuna i social network hanno evitato inutili allarmismi, Mangiacapre, Foglia e Cirillo hanno potuto messaggiare e rassicurare tutti e anche la federboxe ha subito dato notizia sullo stato di salute dei componenti della rappresentativa dell’Italia Thunder. E ore terribili sono state quelle vissute da Giuseppe Sollo, 32 anni, nativo di Giugliano, che a Londra lavora come ricercatore per conto del Parlamento. Tutto in pochi secondi. Cuffiette alle orecchie, occhi al cellulare sul calciomercato del Napoli, Giuseppe sta rientrando in ufficio al Portcullis House, sono le 14,30: «Ho visto gente correre all’impazzata e poi ho sentito gli spari, ho visto il Suv scuro davanti al cancello del Parlamento con la portiera di destra aperta. Due agenti mi hanno portato nel mio edificio e mi hanno detto di ripararmi sotto la scrivania». Toccante il messaggio che Giuseppe invia al papà Angelo: «Stanno sparando ti voglio bene».


Giuseppe prosegue: «Papà mi ha risposto di stare al riparo e tranquillo, è un grande e mantiene la calma anche in guerra».
I presenti vengono portati in un edificio bunker. Ci resteranno fino a tarda sera. «La polizia ci ha spiegato cosa è successo - dice Sollo - ci hanno tranquillizzato e rifocillato. Ci davano aggiornamenti e ci hanno chiesto che cosa avessimo visto, ci hanno mostrato foto del presunto attentatore. È stato orribile, ho visto i poliziotti piangere il loro collega morto. Poi ho pensato a casa mia, a Napoli che mi manca tantissimo e poi tutto è finito. Madonna che paura. Io queste cose le avevo viste solo nei film e nei videogames».
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