Lupi il «temporeggiatore» «Villari al Porto? Niente fretta»

di Antonino Pane
Lunedì 16 Febbraio 2015, 23:04 - Ultimo agg. 23:35
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Il ministro Lupi prende tempo sul porto di Napoli. E lo fa in maniera sfacciata, dicendo tutto e il contrario di tutto. L’unica cosa chiara è che ora non vuole decidere, potrebbe farlo, ma non vuole. Potrebbe perché il Tar ha rimosso l'unico neo della procedura che lui stesso aveva avviato due anni fa, i requisiti del senatore Riccardo Villari.



Una questione sollevata, tra l'altro, da una delle due Commissioni parlamentari che tuttavia esprimono solo un parere consultivo.

Quali sono le altre motivazioni per cui non firma subito il decreto di nomina di Villari Lupi non lo dice, ma non lo firma, almeno non subito.



Non vorremmo, ma francamente i dubbi sono sempre di meno, che anche la presidenza dell'Autorità Portuale di Napoli debba entrare nell'accordo complessivo di Ncd con Caldoro per le prossime elezioni regionali. E tutto questo mentre il porto di Napoli annaspa, affonda, muore. Lupi ha commentato come ottimo il lavoro del commissario straordinario Francesco Karrer.



Non ha detto, e non poteva dirlo, che le sue scelte, cinque commissariamenti in due anni, hanno prodotto solo il fatto che a fine dicembre restituiremo all'Europa 127 milioni di euro dei 154 messi a disposizione dell'Autorità Portuale. E che dire del Piano regolatore portuale impantanato, cosa che finisce per favorire solo i petrolieri, dei dragaggi ancora fermi, di una vasca di colmata, un "piscina" grande come mezza piazza Municipio che non si sa se potrà mai contenere le sabbie superinquinate del porto?



Lupi, se le cose che ha detto sono quelle gli sono state riferite, deve migliorare il suo osservatorio sul porto di Napoli. E le inchieste? Il ministro delle infrastrutture su questo fronte non ha profferito parola. Eppure la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti hanno messo nel mirino da tempo l'Autorità Portuale di Napoli. Il ministro sa che i piani di impresa non sono mai stati verificati? Sa che sono state rilasciate concessioni trentennali senza le dovute pubblicità?



Sa che i concessionari non hanno pagato neanche i diritti di security e di approdo? Sa che il clima all'interno dell'Autorità Portuale è avvelenato oltre ogni limite? Lupi ha forse dimenticato che dovette inviare a Napoli, in tutta fretta, il suo capo di gabinetto per cercare di sbrogliare una matassa il cui bandolo non si trova più da nessuna parte? E di fronte a questo scenario, francamente, attendere ancora potrebbe diventare una vera e propria omissione nel momento in cui Caldoro ha confermato la sua intesa su Villari, nel momento in cui tutti, ma proprio tutti, politici (anche i consiglieri regionali del suo stesso partito), sindacati, imprenditori, operatori portuali invocano a gran voce una guida stabile per il porto di Napoli.



C'è, insomma, quell'ampio consenso che lui stesso ha chiesto più volte. Non regge neanche la storia di un nuovo passaggio parlamentare. I giudizi sono già stati espressi e, secondo il parere di esperti giuristi, quella fase della procedura è consumata. D'altra canto si tratta, come dicevamo, di pareri consultivi, come precisa la legge 84/94, e, soprattutto, ci sono altri casi in cui le nomine sono avvenute nonostante i pareri discordi tra i due rami del Parlamento.



Vale solo la pena ricordare il caso del dicembre 1995. L'attuale presidente della giunta ligure, Claudio Burlando, quando era ministro dei Trasporti nominò il presidente del'Autorità portuale di Genova, Giuliano Gallanti, sulla base dei pareri discordi (contraria la Camera, favorevole il Senato) espressi dalle Commissioni parlamentari addirittura nella legislatura precedente.



Pareri sempre validi quindi, non chiesti nuovamente, nonostante la legislatura si fosse chiusa quando alla conclusione della procedura mancava solo il decreto di nomina. Il decreto, infatti, fu emanato nella legislatura successiva a quella nella quale furono espressi i pareri delle Commissioni. Insomma, nemmeno la fine anticipata della legislatura annullò il parere delle Commissioni che non fu richiesto nuovamente.



E, infine, la riforma.
Il ministro ha assicurato che andrà avanti con la massima velocità. Bene, questo però non gli ha impedito di nominare il nuovo presidente dell'Autorità Portuale di Ancona e di mettere in cantiere la soluzione per Trieste che è in regime di prorogatio da solo un mese. Insomma Lupi quando vuole, corre. Evidentemente su Napoli non vuole correre e la spiegazione, a questo punto, è solo politica.